Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Risposta immunitaria appena scoperta può essere usata per l'Alzheimer

Risposta immunitaria appena scoperta può essere usata per l'Alzheimer«Central Nervous System» by fabiansuave ©2007-2015 (Fonte: deviantart.com)

Con una scoperta che potrebbe influenzare notevolmente il trattamento delle lesioni del cervello e del midollo spinale, dei ricercatori hanno identificato una risposta immunitaria benefica precedentemente sconosciuta, che avviene dopo una lesione al sistema nervoso centrale (CNS).


Sfruttando questa risposta, i medici potrebbero riuscire a sviluppare nuovi e migliori trattamenti per lesioni al cervello e al midollo spinale, sviluppare strumenti per prevedere come i pazienti risponderanno al trattamento, e trattare meglio le malattie degenerative come l'Alzheimer, la sclerosi multipla, il glaucoma e la malattia di Lou Gehrig.

 

Lesioni del sistema nervoso

La risposta immunitaria recente scoperta avviene indipendentemente dal processo che di solito induce all'azione il sistema immunitario. In tale processo, il corpo identifica e attacca le sostanze chiamate antigeni, come batteri e virus.


"Quello che abbiamo dimostrato è che il sistema nervoso centrale danneggiato parla al sistema immunitario in una lingua che non era stato capita in precedenza in questo contesto", ha detto Jonathan Kipnis, PhD, professore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università della Virginia (UVA) e direttore del Center for Brain Immunology and Glia. "Esso invia «segnali di pericolo» e attiva il sistema immunitario molto rapidamente. Questi segnali di pericolo inducono le cellule immunitarie a produrre una molecola chiamata interleuchina 4, che risulta essere indispensabile della neuroprotezione mediata dall'immunità dopo un trauma al CNS".


L'interleuchina 4 aiuta a proteggere i neuroni (cellule nervose) e ne promuove la rigenerazione, mentre l'infiammazione incontrollata li può distruggere. Per questo capire come risponde il corpo ai danni al sistema nervoso centrale è di fondamentale importanza.


"Una volta che i neuroni del CNS sono morti, se ne sono andati per sempre. Non tornano. Quindi penso che il CNS si sia evoluto con il sistema immunitario per rispondere in questo modo protettivo", ha spiegato James T. Walsh, PhD, dell'UVA, primo autore del documento che descrive la scoperta. "[Il sistema immunitario del CNS] deve essere molto misurato nel modo di rispondere. Non può attaccare tutto, come fa in molti altri tessuti, perché provocherebbe molti danni collaterali. C'è bisogno proprio del tipo giusto di risposta del CNS. Può essere una spada a doppio taglio. Il sistema immunitario può causare danni al CNS, ma può anche essere utile, e qui mostriamo quanto sia vantaggioso".

 

Migliori trattamenti per le lesioni spinali

Per ora non ci sono trattamenti efficaci per promuovere la sopravvivenza neuronale e la rigenerazione dopo una lesione del CNS. I trattamenti per le lesioni spinali storicamente si basano sull'immunosoppressione per evitare i danni collaterali che risultano dalla risposta immunitaria, ma una crescente evidenza ha dimostrato che l'approccio è inefficace.


I nuovi risultati suggeriscono che i medici possono invece aumentare la risposta dell'interleuchina 4, per aumentare la protezione che fornisce. Essi possono anche determinare come un paziente risponderà al trattamento, sviluppando un test per rilevare il numero di cellule produttrici di interleuchina-4 presenti.

 

Collaborazione internazionale

La scoperta è il risultato di una collaborazione internazionale di ricercatori di Stati Uniti e Germania. I loro risultati sono stati pubblicati online sul Journal of Clinical Investigation. L'articolo è stato scritto da Walsh, Sven Hendrix, Francesco Boato, Igor Smirnov, Jingjing Zheng, John R. Lukens, Sachin Gadani, Daniel Hechler, Greta Gölz, Karen Rosenberger, Thomas Kammertöns, Johannes Vogt, Christine Vogelaar, Volker Siffrin, Ali Radjavi , Anthony Fernandez-Castaneda, Alban Gaultier, Ralf Gold, Thirumala-Devi Kanneganti, Robert Nitsch, Frauke Zipp e Kipnis.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Virginia (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  James T. Walsh, Sven Hendrix, Francesco Boato, Igor Smirnov, Jingjing Zheng, John R. Lukens, Sachin Gadani, Daniel Hechler, Greta Gölz, Karen Rosenberger, Thomas Kammertöns, Johannes Vogt, Christina Vogelaar, Volker Siffrin, Ali Radjavi, Anthony Fernandez-Castaneda, Alban Gaultier, Ralf Gold, Thirumala-Devi Kanneganti, Robert Nitsch, Frauke Zipp, Jonathan Kipnis. MHCII-independent CD4 T cells protect injured CNS neurons via IL-4. Journal of Clinical Investigation, 2015; DOI: 10.1172/JCI76210

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.