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Probabile legame tra testosterone elevato e aggressione nei pazienti maschi di Alzheimer

Un ricercatore della Università del Texas dice che elevati livelli di testosterone potrebbero aumentare il rischio di aggressione, di allucinazioni e di altri comportamenti di sfogo per gli uomini con Alzheimer conclamato.


Degli studi hanno scoperto che livelli bassi di testosterone aumentano il rischio di sviluppare l'Alzheimer, ha detto il dottor James Hall, professore di Psichiatria e Salute Comportamentale. "Ma una volta che qualcuno ha già l'Alzheimer, livelli più elevati di testosterone sono legati a comportamenti di sfogo. Questi comportamenti, come agitazione e delirio, avvengono prima o dopo per almeno il 70 per cento dei malati di Alzheimer".


I risultati sollevano preoccupazioni circa la pratica sempre più diffusa di prescrivere una terapia testosterone-sostitutiva agli uomini anziani, secondo il dottor Hall. "Quello che si dimostra è che il testosterone può avere un impatto negativo sui pazienti di Alzheimer", ha detto. "Può essere fondamentale considerare le possibili conseguenze indesiderate prima che un paziente sia posto sulla terapia di sostituzione del testosterone".


L'Alzheimer, che è attualmente irreversibile, incurabile e fatale, colpisce 5 milioni di americani. I ricercatori dell'Health Science Center della UNT stanno lavorando per capire meglio la malattia, nel tentativo di trovare modi migliori per gestirla, trattarla e infine curarla.


Per questo studio sono stati valutati 87 uomini anziani con Alzheimer da lieve a moderato. Il Dr. Hall ha trovato che la probabilità di avere allucinazioni era 5,5 volte maggiore per gli uomini con livelli più alti di testosterone rispetto a quelli con livelli più bassi.


Ciò che rende questi comportamenti di sfogo così problematici è che sono spesso particolarmente difficile da gestire per i caregiver. "Può essere estremamente stressante, sia fisicamente che psicologicamente, prrendersi cura della persona a casa", ha detto il dottor Hall. "Comportamenti di sfogo sono il motivo più frequente del trasferimento in una casa di cura o in un ambito istituzionalizzato".


Sono necessari ulteriori studi per verificare il legame tra il testosterone e questi comportamenti di sfogo, ha detto il dottor Hall. La speranza è che tali studi possano portare a modi migliori per identificare i pazienti a rischio e quindi sviluppare interventi precoci, ha detto. Potrebbero quindi essere sviluppati trattamenti specifici per affrontare tali comportamenti.

 

 

 

 

 


Fonte: UNT Health Science Center via Newswise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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