Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come funziona il cervello durante la meditazione

Consapevolezza, Zen, Acem, Meditazione drumming, Chakra, Meditazione buddista e trascendentale.


Ci sono innumerevoli modi per meditare, ma lo scopo di ognuno di essi rimane fondamentalmente lo stesso: indurre più pace, meno stress, una migliore concentrazione, maggiore consapevolezza di sé e una migliore elaborazione di pensieri e sentimenti.


Ma quale di queste tecniche dovrebbe scegliere un povero disgraziato stressato? Che cosa dice la ricerca? Molto poco, almeno fino ad ora.

 

Meditazione non direttiva o concentrativa?

Un team di ricercatori dell'Università norvegese della Scienza e della Tecnologia (NTNU), dell'Università di Oslo e dell'Università di Sydney, sta ora lavorando per determinare come funziona il cervello durante i diversi tipi di meditazione.


Le diverse tecniche di meditazione possono effettivamente essere suddivise in due gruppi principali.

  1. Un tipo è la meditazione di concentrazione, in cui la persona che medita concentra l'attenzione sul suo respiro o su pensieri specifici, e così facendo, sopprime altri pensieri.
  2. L'altro tipo può essere chiamato meditazione non direttiva, in cui la persona che sta meditando si concentra spontaneamente sulla sua respirazione o su un suono di meditazione, ma oltre a questo la sua mente può vagare a suo piacimento. Alcuni metodi di meditazione moderni sono di questo tipo non direttivo.


"Nessuno sa come funziona il cervello quando si medita. Ecco perché mi piacerebbe studiarlo"
, dice Xu Jian, medico dell'ospedale St. Olavs e ricercatore del Department of Circulation and Medical Imaging alla NTNU.

 

Due modi diversi per meditare

Sono state testate con la risonanza magnetica (RM) 14 persone con una vasta esperienza di Acem, la tecnica norvegese di meditazione. Oltre al semplice riposo, hanno intrapreso due attività diverse di meditazione mentale, la meditazione non direttiva e un compito di meditazione più concentrativo. Il team di ricerca ha voluto testare delle persone abituate a meditare, perché implica meno equivoci su ciò che i soggetti devono fare effettivamente mentre giacciono nella macchina di RM.

Può essere rilevante perché:

La meditazione è una delle attività più raccomandate per superare le situazioni di stress, specialmente quello cronico, uno dei fattori di rischio dell'Alzheimer.


I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Frontiers in Human Neuroscience. La meditazione non direttiva ha portato ad una maggiore attività, rispetto al riposo, nella parte del cervello dedicata all'elaborazione di pensieri e sentimenti autoconnessi. Quando i soggetti dei test hanno eseguito la meditazione concentrativa, l'attività in questa parte del cervello era quasi la stessa di quando erano a riposo.

 

Un luogo per il riposo della mente

"Mi ha sorpreso che l'attività del cervello fosse maggiore quando i pensieri della persona vagavano liberamente per conto proprio, piuttosto che quando il cervello stava lavorando per essere più concentrato", ha detto Xu. "Quando i soggetti smettevano di eseguire un compito specifico e non stavano facendo in realtà nulla di speciale, c'era un aumento di attività nella zona del cervello in cui trattiamo i pensieri e i sentimenti. E' descritto come una sorta di rete di riposo. E era questa la zona più attiva durante la meditazione non direttiva".

 

Maggiore libertà per il cervello

"Lo studio indica che la meditazione non direttiva lascia più spazio per elaborare i ricordi e le emozioni della meditazione concentrata", afferma Svend Davanger, neuroscienziato dell'Università di Oslo e co-autore dello studio. "Questa zona del cervello ha l'attività maggiore quando ci riposiamo. Essa rappresenta una sorta di sistema operativo di base, una rete di riposo che prende il sopravvento quando le attività esterne non richiedono la nostra attenzione. È notevole che un compito mentale, come la meditazione non direttiva, risulti in una attività ancora maggiore in questa rete, rispetto al riposo regolare", dice Davanger.

 

Ricercatori che meditano 

La maggior parte del gruppo di ricerca che sta dietro lo studio non pratica la meditazione, esclusi tre di loro: i professori Are Holen e Øyvind Ellingsen della NTNU e il professor Svend Davanger dell'Università di Oslo.


La meditazione Acem è una tecnica che rientra nella categoria della meditazione non direttiva. Davanger ritiene che la buona ricerca dipenda da un team che possa coniugare l'esperienza personale di meditazione con un atteggiamento critico verso i risultati.


"La meditazione è un'attività che viene praticata da milioni di persone. E' importante che scopriamo come funziona realmente. Negli ultimi anni c'è stato un forte aumento delle ricerche internazionali sulla meditazione. Diverse prestigiose università negli Stati Uniti spendono una grande quantità di denaro per la ricerca nel settore. Quindi penso che sia importante che anche noi [europei] siamo attivi"
, dice Davanger.

 

 

 

 

 


Fonte:  Anne Sliper Midling in The Norwegian University of Science and Technology  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Jian Xu, Alexandra Vik, Inge R. Groote, Jim Lagopoulos, Are Holen, Øyvind Ellingsen, Asta K. Håberg, Svend Davanger. Nondirective meditation activates default mode network and areas associated with memory retrieval and emotional processing. Frontiers in Human Neuroscience, 2014; 8 DOI: 10.3389/fnhum.2014.00086

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)