Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un fattore anti-invecchiamento potenzia anche il cervello

Una variante del gene Klotho è nota per i suoi effetti anti-invecchiamento nelle persone che hanno la fortuna di essere portatori di una copia.


Ora dei ricercatori scoprono che ha effetti benefici anche quando si tratta di funzioni cerebrali. La variante sembra dare effetti cognitivi benefici aumentando i livelli complessivi di klotho nel sangue e nel cervello.


Ancora di più, i miglioramenti nell'apprendimento e nella memoria associati all'innalzamento del klotho non sono collegati strettamente all'invecchiamento. Essi avvengono nei topi anziani, ma anche negli animali giovani, secondo un rapporto pubblicato su Cell Reports l'8 maggio.


Ciò significa che il klotho opera aumentando la potenza del cervello, ma in modo inaspettato. "Sulla base di ciò che si sapeva del klotho, ci aspettavamo che influenzasse il cervello modificando il processo di invecchiamento", ha detto Lennart Mucke del Gladstone Institute e della University of California di San Francisco, che ha diretto lo studio. "Ma questo non è quello che abbiamo trovato, il che ci suggerisce che siamo di fronte a qualcosa di nuovo e diverso".


L'invecchiamento è un fattore di rischio primario per il declino cognitivo, spiega l'autore principale Dena Dubal. La domanda era: un fattore noto per il suo ruolo nell'allungare la vita può avere benefici anche per la cognizione? Insieme a un nutrito gruppo di collaboratori, Mucke e Dubal hanno esaminato la questione in tre coorti separate di persone che partecipavano a studi di invecchiamento di vario genere, per un totale di più di 700 persone. La loro analisi ha mostrato che le persone con una delle varianti che allungano la vita del gene Klotho sono andate meglio nei test cognitivi.


Poiché questi effetti sono associati ad alti livelli circolanti di klotho, i ricercatori hanno studiato dei topi geneticamente progettati per esprimere livelli più elevati del normale di questa sostanza che prolunga la vita. In effetti, il klotho ha funzionato anche lì. "I topi con molto klotho hanno avuto risultati almeno doppi rispetto ai controlli in alcuni test cognitivi, come ricordare dove si trova una piattaforma nascosta in un labirinto d'acqua", ha detto la Dubal. Anche in altri test i topi sono migliorati, ma in alcuni casi solo leggermente.


Elevando il klotho nei topi è migliorata anche la formazione e la flessibilità delle connessioni neurali, la base cellulare dell'apprendimento e della memoria. Sorprendentemente, gli effetti del klotho sono evidenti nei topi giovani e vecchi. Essi non sono legati all'età nemmeno nell'uomo. In altre parole, il klotho sembra funzionare in modo indipendente dall'invecchiamento e può aumentare la riserva cognitiva in diverse fasi della vita.


I ricercatori dicono che nell'uomo che invecchia in buona salute gli effetti cognitivi positivi dell'essere portatori di una copia della variante Klotho potrebbero addirittura superare l'effetto dannoso di essere portatori della famosa variante ε4 del gene APOE, già conosciuta per il suo contributo all'Alzheimer.


Mucke dice che questo significa che i risultati potrebbero avere vaste implicazioni terapeutiche. "Poiché la cognizione è un aspetto molto apprezzato della funzione cerebrale, che diminuisce con l'invecchiamento e la malattia, il potenziale per migliorarlo ancora di più è di grande rilevanza potenziale per la condizione umana", conclude la Dubal.

 

 

 

 

 


FonteCell Press  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Dena B. Dubal et al. Life Extension Factor Klotho Enhances Cognition. Cell Reports, May 2014 DOI: 10.1016/j.celrep.2014.03.076

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.