Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Caffeina contro l'Alzheimer?

Caffeina contro l'Alzheimer?Nell'ambito di un progetto di ricerca tedesco-francese, un team guidato dal Dr. Christa E. Müller dell'Università di Bonn e dal dottor David Blum dell'Università di Lille è riuscito a dimostrare per la prima volta che la caffeina ha un effetto positivo sui depositi di tau dell'Alzheimer.


Il progetto biennale è stato finanziato con 30.000 euro dalla non-profit Alzheimer Forschung eV Initiative (AFI) e con 50.000 Euro dalla organizzazione francese Partner LECMA. I risultati preliminari sono stati pubblicati nell'edizione online della rivista Neurobiology of Aging.


I depositi di Tau, insieme alle placche beta-amiloidi, sono tra le caratteristiche dell'Alzheimer. Questi depositi di proteine disturbano la comunicazione delle cellule nervose nel cervello e contribuiscono alla loro degenerazione. Nonostante intense ricerche non c'è nessun farmaco disponibile che possa impedire questo processo dannoso.


Sulla base dei risultati del Prof. Dr. Christa Müller dell'Università di Bonn, del dottor David Blum e dei loro team, può ora essere sviluppata una nuova classe di farmaci per il trattamento dell'Alzheimer.


La caffeina, un antagonista del recettore dell'adenosina, blocca vari recettori nel cervello che sono attivati ​​dall'adenosina. I primi risultati del team di ricercatori avevano già indicato che il blocco del sottotipo recettoriale A2A dell'adenosina in particolare, potrebbe avere un ruolo importante.


Inizialmente, il Prof. Müller ed i suoi colleghi hanno sviluppato un antagonista A2A in forma ultrapura e solubile in acqua (designato MSX-3). Questo composto ha meno effetti avversi rispetto alla caffeina poiché blocca solo il sottotipo A2A del recettore dell'adenosina, e allo stesso tempo è molto più efficace. Per diverse settimane, i ricercatori hanno poi trattato topi modificati geneticamente con l'antagonista A2A. Il topo aveva una proteina tau alterata che, senza alcun trattamento, porta allo sviluppo precoce dei sintomi di Alzheimer.


In confronto ad un gruppo di controllo che ha ricevuto soltanto un placebo, gli animali trattati hanno ottenuto risultati significativamente migliori nei test di memoria. L'antagonista A2A mostra effetti positivi in particolare sulla memoria spaziale. Inoltre si è verificato un miglioramento dei processi patogeni nell'ippocampo, che è il sito di memoria nei roditori.


"Abbiamo fatto un buon passo avanti", dice il Prof. Müller. "I risultati dello studio sono davvero promettenti, dato che siamo riusciti a mostrare per la prima volta che gli antagonisti A2A del recettore dell'adenosina in realtà hanno effetti molto positivi in ​​un modello animale che simula le caratteristiche e la progressione della malattia. E gli effetti collaterali sono minori".


I ricercatori ora vogliono testare l'antagonista A2A in altri modelli animali. Se i risultati saranno positivi, potrebbe esserci in seguito uno studio clinico. "Serve pazienza fino a quando gli antagonisti A2A del recettore dell'adenosina sono approvati come nuovi agenti terapeutici per l'Alzheimer. Ma io sono ottimista sul fatto che saranno effettuati studi clinici", dice il Prof. Müller.

 

 

 

 

 


FonteUniversität Bonn(> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Cyril Laurent, Sabiha Eddarkaoui, Maxime Derisbourg, Antoine Leboucher, Dominique Demeyer, Sébastien Carrier, Marion Schneider, Malika Hamdane, Christa E. Müller, Luc Buée, David Blum. Beneficial effects of caffeine in a transgenic model of Alzheimer’s Disease-like Tau pathology. Neurobiology of Aging, 2014; DOI: 10.1016/j.neurobiolaging.2014.03.027

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.