Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'orologio circadiano è come un'orchestra con molti direttori

Sei passato al turno di notte ed il peso è salito alle stelle? O ti svegli alle 7 del mattino nei giorni feriali, ma dormi fino a mezzogiorno nei fine settimana, un jet lag sociale che annebbia il tuo Sabato e la Domenica?


La vita scorre su ritmi guidati dagli orologi circadiani, e la rottura di questi cicli è associata a gravi problemi fisici ed emotivi, dice Orie Shafer, assistente professore di biologia molecolare, cellulare e dello sviluppo della Università del Michigan.


Ora, nuove scoperte di Shafer e dello studente di dottorato Zepeng Yao, sfidano le conoscenze prevalenti su come è organizzato il nostro orologio del corpo, e suggeriscono che le interazioni tra i neuroni che regolano i ritmi circadiani sono più complesse di quanto si pensa.


Yao e Shafer hanno esaminato la rete neuronale dell'orologio circadiano nel moscerino della frutta, che è funzionalmente simile a quello dei mammiferi, ma è molto più semplice, ha solo 150 neuroni-orologio. In precedenza, gli scienziati pensavano che un gruppo principale di otto neuroni-orologio agissero come pacemaker [=che dà il ritmo] per i restanti 142 neuroni-orologio (come un conduttore che dirige l'orchestra), imponendo quindi il ritmo all'orologio circadiano del moscerino della frutta. Si ritiene che lo stesso principio sia applicabile ai mammiferi.



Le interazioni tra i neuroni-orologio determinano la forza e la velocità dei ritmi circadiani, dice Yao. Così, quando i ricercatori hanno modificato geneticamente la velocità di battito di un gruppo di soli otto pacemaker principali, hanno potuto esaminare come il conduttore governasse l'orchestra da solo. Essi hanno scoperto che, senza gli stimoli ambientali, l'orchestra non segue il conduttore così strettamente come si pensava.

Può essere rilevante perché:

I ritmi circadiani, e quindi i tempi e i modi del sonno e della veglia, sono fondamentali per mantenere un equilibrio metabolico corretto. I ritmi e i processi metabolici disturbati sono stati collegati al rischio di demenza.

Il sonno, poi, è legato in maniera diretta ai processi patologici dell'Alzheimer, perchè si crede che, proprio durante questo periodo, siano al lavoro i meccanismi che evitano, o provocano, le patologie legate al morbo; come l'eliminazione normale dei residui cellulari che altrimenti si aggregano provocando le placche amiloidi. 


Alcuni dei moscerini hanno perso completamente il senso del tempo, e allo stesso tempo altri hanno dimostrato due diversi cicli di sonno: uno seguiva il gruppo di otto neuroni e l'altro seguiva un altro insieme di neuroni. "La scoperta dimostra che l'orchestra non segue tutta un unico conduttore, ma parte di essa segue un conduttore diverso o non ascolta alcunchè", ha detto Shafer.


I risultati suggeriscono che la rete dell'orologio è costituita da molti orologi indipendenti, ognuno dei quali guida i ritmi delle attività, e manca invece un gruppo di neuroni pacemaker principali. Shafer e Yao sospettano che una simile organizzazione sia presente anche nei mammiferi. "Una migliore comprensione dei meccanismi dell'orologio circadiano è fondamentale nel tentativo di mitigare gli effetti avversi associati ai disturbi circadiani", ha detto Yao.


Il disturbo dell'orologio circadiano con il lavoro a turni è associato a diabete, obesità, stress, malattie cardiache, disturbi dell'umore e il cancro, tra gli altri disturbi, dice Yao. L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato come cancerogeno per l'uomo il lavoro a turni, che sconvolge i ritmi circadiani, alla pari delle radiazioni ultraviolette che provocano il cancro.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Michigan  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Z. Yao, O. T. Shafer. The Drosophila Circadian Clock Is a Variably Coupled Network of Multiple Peptidergic Units. Science, 2014; 343 (6178): 1516 DOI: 10.1126/science.1251285

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)