Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


E' l'attività stessa dei neuroni a regolare la proteina Tau nell'Alzheimer

L'aumento dell'attività delle cellule cerebrali del cervello aumenta il livello del fluido di una proteina legata all'Alzheimer, secondo una nuova ricerca dagli scienziati della School of Medicine della Washington University di St. Louis.


La proteina tau è il componente principale dei grovigli neurofibrillari, una delle caratteristiche dell'Alzheimer. E' stata collegata anche ad altre patologie neurodegenerative, compresa la demenza frontotemporale, la paralisi sopranucleare e la degenerazione corticobasale.


"Le cellule cerebrali sane di norma rilasciano tau nel liquido cerebrospinale e nel liquido interstiziale che le circonda, ma questa è la prima volta che colleghiamo quel rilascio all'attività delle cellule del cervello in animali viventi", ha detto l'autore senior David M. Holtzman, MD. "Capire questo collegamento dovrebbe contribuire a far avanzare i nostri sforzi per trattare l'Alzheimer e le altre patologie neurodegenerative associate alla proteina tau". Lo studio è comparso online in The Journal of Experimental Medicine.


La proteina tau stabilizza i microtubuli, che sono lunghe colonne che trasportano sostanze dal centro della cellula alle estremità dei rami lontani della cellula. Parte della tau nella cellula non è legata ai microtubuli; questa tau può diventare alterata e raggrupparsi all'interno delle cellule del cervello, formando strutture chiamate grovigli. Gli scienziati hanno monitorato la diffusione di questi grumi attraverso le reti del cervello in modelli animali.


"Nell'Alzheimer, all'inizio si vedono ciuffi di tau in una regione chiamata corteccia entorinale, e poi nell'ippocampo, e continuano a diffondersi nel cervello in modo regolare", ha detto Holtzman, professore «Andrew B. e Gretchen P. Jones» e capo del Dipartimento di Neurologia. "In un altro disturbo, la paralisi sopranucleare, i grumi tau appaiono inizialmente nel tronco cerebrale e poi si diffondono a regioni dove si proietta il tronco cerebrale".


Questi modelli regolari della diffusione della tau nelle reti del cervello hanno portato gli scienziati a ipotizzare che la tau disfunzionale viaggi nelle diverse regioni del cervello attraverso le sinapsi, le zone dove comunicano tra loro le singole cellule nervose. I risultati di Holtzman supportano questa ipotesi, dimostrando che quando le cellule nervose "parlano" tra di loro, salgono i livelli di tau nei liquidi tra le cellule, suggerendo che le cellule cerebrali secernono tau quando inviano segnali.


Finora i ricercatori erano riusciti solo a misurare le singole copie del tau nel liquido cerebrale, non i grumi di tau. Essi stanno cercando un modo per rilevare i grumi. Se le cellule cerebrali possono secernere e portare dentro i ciuffi di tau, come credono gli scienziati, questi grumi possono indurre la tau nella cellula ricevente, che prima era normale, a deteriorarsi, favorendo la diffusione della forma di tau coinvolta nella malattia.


"Vogliamo anche sapere se le cellule cerebrali secernono la tau come rifiuti o se la tau ha una funzione da svolgere al di fuori della cellula", ha detto Holtzman. "Per esempio, si è suggerito che la tau può modulare la facilità o la difficoltà con cui le cellule cerebrali comunicano tra di loro".


Questo studio è stato sostenuto dal Tau Consortium e dalla Japan Society for the Promotion of Science.

 

 

 

 

 


Fonte: Michael C. Purdy in Washington University School of Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti
:  K. Yamada, J. K. Holth, F. Liao, F. R. Stewart, T. E. Mahan, H. Jiang, J. R. Cirrito, T. K. Patel, K. Hochgrafe, E.-M. Mandelkow, D. M. Holtzman. Neuronal activity regulates extracellular tau in vivo. Journal of Experimental Medicine, 2014; DOI: 10.1084/jem.20131685

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)