Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato il processo attraverso il quale il morbo si diffonde nel cervello.

Scienziati hanno offerto nuove informazioni sugli eventi che stanno alla base della 'diffusione' della malattia di Alzheimer nel cervello.

Lo studio, dai ricercatori del Gladstone Institute of Neurological Disease (GIND), segue la progressione della malattia da una regione del cervello vulnerabile che è interessata nella fase precoce della malattia, ad altre regioni cerebrali interconnesse che sono colpite in fasi successive.

I risultati possono contribuire alla progettazione di interventi terapeutici, perchè puntare alla regione del cervello dove ha origine la malattia di Alzheimer potrebbe essere più semplice che prendere di mira aree cerebrali multiple.

Una alterazione dei livelli cerebrali di proteine amiloidi (A) svolge un ruolo importante nella malattia di Alzheimer, una malattia neurodegenerativa devastante che provoca progressivo decadimento cognitivo e la perdita di memoria. La malattia di Alzheimer è caratterizzata da accumulo anomalo di A_ nel cervello, che porta alla formazione di aggregati proteici che sono tossici per i neuroni. I peptidi A_ vengono generati quando un grande proteina chiamata Precursore dell'Amiloide (APP) è tagliata in piccoli pezzi.

Una delle prime regioni del cervello colpite nella malattia di Alzheimer è la corteccia entorinale (CE). Connessioni tra la CE e un'altra regione del cervello chiamata ippocampo sono fondamentali per la memoria, e la rottura di questo circuito può giocare un ruolo nel deterioramento della memoria nelle fasi iniziali della malattia di Alzheimer.

"Non è chiaro come la disfunzione nella CE contribuisce al declino cognitivo nella malattia di Alzheimer, o se la vulnerabilità precoce della CE avvia la diffusione della disfunzione attraverso reti neurali interconnesse", spiega l'autore capo dello studio, direttore dello GIND, Lennart Mucke, MD. "Per rispondere a queste domande, abbiamo studiato topi transgenici con APP mutante, espressa principalmente nei neuroni della CE."

La maggior parte dei modelli attuali di topi con malattia di Alzheimer esprimono proteine mutanti in tutto il cervello, rendendo difficile individuare il ruolo di tutte le regioni specifiche del cervello nella disfunzione legati alla malattia di Alzheimer.

Il Dr. Mucke e colleghi hanno scoperto che esprimere gli APP mutanti e l'A_ selettivamente nella CE, ha portato a scompensi dipendenti dall'età in apprendimento e memoria, e altri deficit comportamentali tra iperattività e disinibizione. È importante sottolineare che queste alterazioni sono simili a quelli osservati nei modelli di topi di Alzheimer con espressione dell'APP mutante in tutto il cervello. I ricercatori hanno anche osservato anomalie in alcune zone dell'ippocampo che ricevono input da parte della CE, tra cui la disfunzione di sinapsi e depositi di A_.

"Le nostre scoperte supportano direttamente l'ipotesi che la disfunzione correlata alla malattia di Alzheimer si propaga attraverso le reti di neuroni, con la CE come regione fulcro importante per la vulnerabilità precoce", ha concluso il Dott. Julie Harris, l'autore principale dello studio.

"Anche se ulteriori studi sono necessari per comprendere meglio come gli eventi nella CE sono correlati alla malattia di Alzheimer, è concepibile che le interferenze nelle prime fasi del CE potrebbero essere di beneficio terapeutico, forse anche arrestare la progressione della malattia", ha aggiunto Harris.

NewsOneIndia.in, 4 novembre 2010

Notizie da non perdere

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.