Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il caregiving causa stress psicologico? Studio su gemelle dice: «dipende»

Quando si parla di fattori di stress di vita, la maggior parte delle persone metterebbe il caregiving in cima alla lista.


Ma secondo Peter Vitaliano, professore di psichiatria e psicologia della University of Washington (UW), non sono mai esistiti dati che mostrassero in realtà che il prendersi cura di altri provoca un disagio psicologico.


Quindi, assieme ad altri ricercatori dell'UW, ha condotto uno studio su circa 1.228 gemelle, alcune delle quali erano caregiver, e alcune non lo erano. I risultati sono un po' sorprendenti.


Lo studio è stato pubblicato negli Annals of Behavioral Medicine di gennaio 2014 e dimostra che l'associazione tra accudimento e diversi tipi di disagio psicologico (depressione, ansia, stress percepito e salute mentale percepita) dipende in gran parte dai geni e dall'educazione di una persona, e meno dalla difficoltà del caregiving.


La persona ha una storia di depressione prima di essere una badante? Se è così, "il caregiving può essere come mettere sale sulla ferita", ha detto Vitaliano. Se non c'è stata depressione in passato, i caregiver non sembrano più colpiti dalla depressione rispetto ai non-caregiver. Depressione e salute mentale percepite sono influenzate in gran parte dai geni, ha detto Vitaliano. L'ansia è più correlata al caregiving, e le persone che non ricevono sollievo dall'ansia hanno più probabilità di diventare depresse, ha osservato.


Lo stress percepito è legato quasi esclusivamente al tipo di ambiente in cui la persona è cresciuta, non alla genetica o allo stato di caregiver, ha detto. Se una persona cresce in una casa dove i genitori mostrano di temere molto la perdita del posto di lavoro o una malattia, allora probabilmente modellerà tale comportamento.


Vitaliano ha detto che questi risultati contrastano quello che si crede da lungo tempo, che il caregiving causi direttamente un disagio. Egli ha osservato che dal 1953 ci sono stati più di mille studi sul disagio dei caregiver, ma nessuno di essi mostra un nesso di causalità.


Esaminando coppie di gemelle - sia monozigote (identiche dello stesso uovo fecondato) che dizigote (fraterni da uova fecondate separate) i ricercatori della UW hanno valutato quanto il disagio psicologico è legato al caregiving, o confuso da geni comuni e dall'esposizione ambientale. Lo studio si è concentrato esclusivamente sui gemelli femmine (408 monozigoti e 206 coppie di dizigoti), di cui 188 erano caregiver. Non sono stati trovati caregiver maschi a sufficienza da essere inclusi nelle analisi.


Lo studio esce nel momento in cui le malattie croniche sono in rapido aumento e l'Alzheimer è definito "la malattia del secolo", con la previsione di aumentare da 5 milioni di vittime nel 2008 a 12 milioni nel 2030. Di conseguenza, sempre più persone diventano caregiver. Poiché i fondi dell'assistenza sanitaria sono limitati, Vitaliano si augura che gli interventi e le politiche di trattamento siano destinati ai caregiver che hanno un rischio più alto.


Egli ha detto che da tempo diceva che il caregiving non causa pericolo direttamente. In base ad uno studio che ha eseguito con i colleghi più di 20 anni fa sulla «diatesi» (termine greco che significa «disposizione» o «vulnerabilità»), Vitaliano sostiene che gli stati psichiatrici e gli esiti psicologici sono una funzione dell'esposizione ai fattori di stress e vulnerabilità (ambiente precoce di famiglia, fattori genetici, disposizione). Il modo di rispondere ai fattori di stress dipende anche dalle risorse della persona (come farvi fronte, il supporto sociale, il reddito).


Vitaliano ha detto che la sua precedente ricerca ha dimostrato anche che i livelli di ormone dello stress dei caregiver con un alto contenuto di disposizioni, come nevrosi e dispiacere, sono particolarmente elevati rispetto agli altri cargiver. Egli ha anche scoperto che i caregivers con malattie croniche, come quelle cardiache o il cancro, hanno più problemi fisici con le loro malattie rispetto ai noncaregivers con malattie fisiche croniche.


Hanno collaborato Eric Strachan del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali, Elizabeth Dansie del Dipartimento di Anestesia e Medicina del Dolore e Jack Goldberg e Dedra Buchwald del Dipartimento di Medicina dell'UW.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Washington.

Riferimenti:  Vitaliano PP, Strachan E, Dansie E, Goldberg J, Buchwald D. Does Caregiving Cause Psychological Distress? The Case for Familial and Genetic Vulnerabilities in Female Twins. Annals of Behavioral Medicine, January 2014

Pubblicato in eurekalert.org (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)