Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricerca getta nuova luce sull'ereditarietà delle malattie

Un gruppo di ricercatori internazionali, guidati dall'Institute for Aging Research di Hebrew SeniorLife, affiliato dell'Harvard Medical School, ha pubblicato ieri in Cell uno studio che puntava a capire come le differenze genetiche ereditate, o varianti, predispongono alcuni individui a sviluppare certe malattie.


Lo studio integra metodologie computazionali e sperimentazione per analizzare e dimostrare le cause genetiche alla base del diabete di tipo 2. In linea di principio, la nuova metodologia può essere applicata a qualsiasi malattia comune, comprese osteoporosi, Alzheimer e cancro. La speranza è che da una migliore comprensione del funzionamento del DNA di questi individui possano derivare nuovi trattamenti.


Da quando è stato completato il Progetto Genoma Umano nel 2003, i ricercatori stanno lavorando per scoprire come i geni contribuiscono alle malattie. La domanda rimane perché alcuni individui hanno un rischio più alto di altri di sviluppare alcune malattie, quando fattori come età, sesso e stile di vita sono uguali.


Una piccola percentuale (circa 5%) di DNA contiene la sequenza codificata che produce le proteine ​​necessarie per la crescita e la funzione delle cellule. Tuttavia il DNA che si trova al di fuori di queste regioni codificanti (circa 95%) ha un ruolo essenziale nel trasformare e disattivare i geni. Chiarire come queste regioni regolatorie lavorano in concerto tra loro, consente di identificare bersagli per terapie future.


Il metodo sviluppato e testato da questo studio traccia degli schemi all'interno delle regioni regolatorie in un certo numero di specie vicine e lontane dall'uomo. Se un modello di varianti è presente in molte specie, in queste regioni non codificanti, è probabile per abbia una funzione molto importante.


Secondo Melina Claussnitzer, Ph.D., co-autrice e docente dell'Istituto, "è ormai chiaro che la maggior parte delle varianti associate alle malattie si trova nella parte non codificante del DNA, dove la funzione del DNA è in gran parte sconosciuta. Le varianti non codificanti sono note per contribuire alle malattie attraverso la disregolazione dell'espressione genica, e quindi è importante individuare le varianti non codificanti che conferiscono questa disregolazione".


Gli autori hanno applicato l'analisi alle varianti genetiche associate al diabete di tipo 2, una delle malattie umane più diffuse. Integrando un approccio computazionale con diversi approcci sperimentali (analizzando e comprovando così la causalità), hanno identificato una variante del diabete 2 che promuove la malattia interferendo con la regolazione dei geni e alterando la funzione delle cellule grasse.


Invece di considerare solo la conservazione delle sequenze di DNA tra le specie, la metodologia di calcolo dei ricercatori trova gli schemi conservati di alcune sequenze che compongono i «siti di legatura del fattore di trascrizione» (TFBS), in cui le proteine si legano per regolare l'espressione genica.


Per trovare questi schemi TFBS conservati, il computer usa dati relativi ad una determinata regione attorno ad una variante genica nel genoma umano, e cerca le regioni comparabili in altre specie di vertebrati. La conservazione degli schemi TFBS di tali regioni è poi calcolata sulla base della somiglianza delle disposizione dei TFBS tra le specie. Un punteggio elevato indica la probabilità che questa variante influisca sulla regolazione dei geni, puntando così al meccanismo di fondo di una malattia.

 

 

 

 

 


FonteHebrew SeniorLife Institute for Aging Research.

Riferimenti:  Melina Claussnitzer, Simon N. Dankel, Bernward Klocke, Harald Grallert, Viktoria Glunk, Tea Berulava, Heekyoung Lee, Nikolay Oskolkov, Joao Fadista, Kerstin Ehlers, Simone Wahl, Christoph Hoffmann, Kun Qian, Tina Rönn, Helene Riess, Martina Müller-Nurasyid, Nancy Bretschneider, Timm Schroeder, Thomas Skurk, Bernhard Horsthemke, Derek Spieler, Martin Klingenspor, Martin Seifert, Michael J. Kern, Niklas Mejhert, Ingrid Dahlman, Ola Hansson, Stefanie M. Hauck, Matthias Blüher, Peter Arner, Leif Groop, Thomas Illig, Karsten Suhre, Yi-Hsiang Hsu, Gunnar Mellgren, Hans Hauner, Helmut Laumen. Leveraging Cross-Species Transcription Factor Binding Site Patterns: From Diabetes Risk Loci to Disease Mechanisms. Cell, 2014; 156 (1-2): 343 DOI: 10.1016/j.cell.2013.10.058

Pubblicato in  hebrewseniorlife.org (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)