Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stimoli fisici aiutano cellule mature a ritornare staminali embrionali

Bioingegneri dell'Università di Berkeley hanno dimostrato che stimoli fisici possono sostituire alcune sostanze chimiche quando si spingono cellule mature a ritornare alla fase pluripotente, e riuscire a diventare qualsiasi tipo di cellula del corpo.


I ricercatori hanno coltivato fibroblasti (cellule prelevate dalla pelle umana e dalle orecchie di topo) su superfici con scanalature parallele che misurano 10 micrometri di larghezza [10 millesimi di millimetro] e 3 micrometri di altezza.


Dopo due settimane di cultura in un cocktail speciale usato per riprogrammare cellule mature, i ricercatori hanno trovato che le cellule ritornate ad uno stato embrionale erano quattro volte di più rispetto a quelle coltivate su una superficie piana. Le cellule cresciute in strutture di nanofibre allineate in parallelo hanno avuto effetti simili.


Lo studio, pubblicato online il 20 ottobre sulla rivista Nature Materials, potrebbe migliorare in modo significativo il processo di riprogrammazione delle cellule adulte in cellule staminali embrionali, che possono differenziarsi, o svilupparsi, in qualsiasi tipo di tessuto che compone il nostro corpo.


Il premio Nobel 2012 per la Fisiologia e la Medicina è stato assegnato a scienziati che hanno scoperto che é possibile riprogrammare le cellule usando composti biochimici e proteine ​​che regolano l'espressione genica. Queste cellule staminali pluripotenti indotte, da allora sono diventate un pilastro della ricerca nel campo della medicina rigenerativa, nella modellazione di malattie e nella selezione di farmaci.


"Il nostro studio dimostra per la prima volta che le caratteristiche fisiche dei biomateriali possono sostituire alcuni di questi fattori biochimici e regolare la memoria dell'identità di una cellula", ha detto il ricercatore principale Song Li, professore di bioingegneria della UC Berkeley. "Abbiamo dimostrato che i segnali biofisici possono essere convertiti in segnali chimici intracellulari che inducono le cellule a cambiare".


L'attuale processo di riprogrammazione delle cellule si basa su una formula che utilizza un virus per introdurre proteine ​​che alterano i geni in cellule mature. Per aumentare l'efficienza del processo di riprogrammazione sono usati anche alcuni composti chimici, tra cui l'acido valproico, che possono influenzare notevolmente la struttura globale e l'espressione del DNA.


"La preoccupazione con i metodi attuali è la bassa efficienza con cui le cellule in realtà si riprogrammano e gli effetti imprevedibili a lungo termine di certe manipolazioni genetiche o chimiche imposte", ha detto l'autore principale dello studio Timothy Downing, che ha fatto questa ricerca come dottorando alla UC Berkeley nel Joint Graduate Program in Bioengineering della UC San Francisco. "Per esempio, l'acido valproico è una sostanza chimica potente che altera drasticamente lo stato epigenetico della cellula e può causarne variazioni indesiderate all'interno. Per questo motivo molti stanno ricercando il modo di migliorare i vari aspetti del processo di riprogrammazione".


Precedenti studi hanno dimostrato che forze fisiche e meccaniche possono influenzare il destino della cellula, ma l'effetto sullo stato epigenetico e sulla riprogrammazione cellulare non era ancora chiaro. Il nuovo studio ha scoperto che le cellule di coltura su biomateriali micro-scanalati migliorano la qualità e la coerenza del processo di riprogrammazione, e sono altrettanto efficaci dell'acido valproico.

"Le cellule si allungano, per esempio, quando migrano in tutto il corpo", ha detto Downing, che ora è ricercatore nel laboratorio di Li. "Nel caso della topografia, dove noi controlliamo l'allungamento di una cellula attraverso il controllo del microambiente fisico, possiamo imitare meglio ciò che una cellula potrebbe sperimentare nel suo ambiente fisiologico nativo. A questo proposito, questi stimoli fisici sono meno invasivi ed artificiali per la cellula e quindi hanno meno probabilità di causare effetti collaterali indesiderati".


I ricercatori stanno ora studiando se le cellule che crescono su superfici scanalate possono eventualmente sostituire l'acido valproico e forse gli altri composti chimici nel processo di riprogrammazione. "Stiamo anche studiando se i fattori biofisici possono aiutare a riprogrammare le cellule in tipi cellulari specifici, come i neuroni", ha detto Jennifer Soto, studente laureato in bioingegneria alla UC Berkeley e co-autrice dello studio.


La ricerca é stata finanziata dal California Institute of Regenerative Medicine e dal National Institutes of Health.

 

 

 

 


Fonte: University of California - Berkeley.

Riferimenti: Timothy L. Downing, Jennifer Soto, Constant Morez, Timothee Houssin, Ashley Fritz, Falei Yuan, Julia Chu, Shyam Patel, David V. Schaffer, Song Li. Biophysical regulation of epigenetic state and cell reprogramming. Nature Materials, 2013; DOI: 10.1038/nmat3777

Pubblicato da Sarah Yang in newscenter.berkeley.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.