Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricerca scopre che il grasso può essere legato alla perdita di memoria

Anche se i problemi con la memoria diventano sempre più comuni con l'avanzare dell'età, in alcune persone i ricordi restano molto a lungo, anche per tutta la vita.


Dall'altra parte, alcune persone sperimentano problemi di memoria, leggeri o sostanziali, anche quando sono giovani.


Pur essendoci diversi fattori di rischio per la demenza, il metabolismo anormale del grasso è riconosciuto come un rischio per la memoria e l'apprendimento. Le persone con elevate quantità di grasso addominale in mezza età hanno una probabilità 3,6 volte maggiore (più che tripla) di sviluppare una perdita di memoria e la demenza più avanti.


Scienziati neurologici del Rush University Medical Center, in collaborazione con il National Institutes of Health, hanno scoperto che la stessa proteina che controlla il metabolismo dei grassi nel fegato si trova nel centro della memoria nel cervello (ippocampo) e controlla la memoria e l'apprendimento.


I risultati dello studio, finanziato dall'Alzheimer's Association e dal National Institutes of Health, sono stati recentemente pubblicati su Cell Reports. "Dobbiamo capire meglio come il grasso è collegato alla memoria e all'apprendimento, così da poter sviluppare un approccio efficace per proteggere la memoria e l'apprendimento", ha detto Kalipada Pahan, PhD, professore Floyd A. Davis di neurologia al Rush University Medical Center.


Il fegato è il principale organo per metabolizzare il grasso del corpo. E' noto che il recettore alfa attivato dalla proliferazione dei perossisomi (PPARalpha) controlla il metabolismo dei grassi nel fegato. Pertanto il PPARalpha è espresso molto nel fegato. "Siamo sorpresi di trovare un elevato livello di PPARalpha nell'ippocampo dei modelli animali", ha detto Pahan. "Mentre i topi con deficenza di PPARalpha sono carenti nell'apprendimento e nella memoria, l'iniezione di PPARα nell'ippocampo dei topi deficienti PPARalpha migliora l'apprendimento e la memoria".


Dal momento che il PPARalpha controlla direttamente il metabolismo dei grassi, le persone con alti livelli di grasso addominale hanno poco PPARalpha nel fegato e un metabolismo lipidico anomalo. In un primo momento, questi individui perdono il PPARalpha dal fegato e poi infine da tutto il corpo, compreso il cervello. Pertanto, il grasso addominale è una prima indicazione che un qualche tipo di demenza insorgerà più tardi nella vita, secondo Pahan.


I ricercatori sono riusciti a creare, con la tecnica della chimera (trapianto) del midollo osseo, alcuni topi con PPARalpha normale nel fegato e PPARalpha impoverito nel cervello. Questi topi erano carenti in memoria e apprendimento. Per contro, i topi con PPARalpha normale nel cervello e PPARalpha impoverito nel fegato hanno una memoria normale. "Il nostro studio indica che le persone possono soffrire di problemi relativi alla memoria solo quando perdono il PPARalpha nell'ippocampo", ha detto Pahan.


Il principale regolatore della memoria è chiamato CREB (proteina che lega gli elementi a risposta ciclica AMP) in quanto controlla diverse proteine ​​relative alla memoria. "Il nostro studio dimostra che il PPARalpha stimola direttamente il CREB e aumenta in tal modo le proteine ​​relative alla memoria", ha detto Pahan. "Servono ulteriori ricerche per vedere come potremmo potenzialmente mantenere normale il PPARalpha nel cervello, in modo che resista alla perdita di memoria".

 

 

 

 

 


Fonte: Rush University Medical Center

Pubblicato in ScienceCodex (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)