Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Giovani vs. vecchi: chi si comporta più coerentemente?

A volte non è proprio il giorno giusto: prima si scorda dove si sono messe le chiavi della macchina, poi si dimentica un importante incontro di lavoro. In giorni come questi, la memoria sembra abbandonarci.


Ma ci sono veramente giorni "buoni" e giorni "cattivi" per le prestazioni cognitive? E l'età influisce sulla variabilità della prestazione cognitiva da un giorno all'altro?


Florian Schmiedek, Martin Lövdén e Ulman Lindenberger hanno analizzato queste domande usando i dati dello studio COGITO, un'indagine condotta al Max Planck Institute for Human Development di Berlino. I risultati sono pubblicati nella rivista Psychological Science, una rivista della Association for Psychological Science.


Questi risultati mostrano che, anche se esiste davvero una variabilità della performance cognitiva, spesso è sbagliata la nostra impressione personale che un intero giorno sia buono o cattivo. Piuttosto, la maggior parte delle variazioni nelle prestazioni si verificano entro brevi periodi di tempo. "La vera variabilità da un giorno all'altro è relativamente bassa", dice Schmiedek.


I dati suggeriscono che le variabilità nelle prestazioni cognitive, sia da un giorno all'altro che nello stesso giorno, sono particolarmente basse negli anziani, rispetto agli adulti più giovani. I test su 200 adulti giovani (20-31 anni) e anziani (65-80) su dodici compiti diversi hanno rivelato differenze significative legate all'età. Questi compiti (test di velocità percettiva, memoria episodica e memoria di lavoro) sono stati ripetuti per 100 giorni, consentendo ai ricercatori di valutare i miglioramenti di apprendimento dei partecipanti e le loro fluttuazioni delle prestazioni, giorno per giorno.


In tutti i nove compiti cognitivi valutati, il gruppo degli anziani in realtà ha mostrato una minore variabilità prestazionale tra un giorno e l'altro, rispetto al gruppo di quelli più giovani. La prestazione cognitiva dei più anziani è quindi più costante tra i vari giorni, e questo quadro è rimasto inalterato quando sono state considerate le differenze di performance media a favore dei giovani.  "Ulteriori analisi indicano che la coerenza maggiore degli anziani è dovuta alle strategie apprese per risolvere il compito, al livello di motivazione costantemente elevato, così come ad una routine quotidiana equilibrata e ad un umore stabile", spiega Schmiedek.


I risultati sono importanti per il dibattito sul potenziale degli anziani sul posto di lavoro. "Uno dei nostri studi nel settore della produzione di automobili ha dimostrato che gli errori gravi, costosi da risolvere, hanno molte meno probabilità di essere commessi dai dipendenti anziani rispetto ai loro colleghi più giovani", spiega Axel Börsch-Supan, un altro ricercatore che studia la produttività della forza lavoro nelle società che invecchiano, al Max Planck Institute. "Allo stesso modo, in altri rami dell'industria che abbiamo studiato, non si osserva una maggiore produttività tra i più giovani rispetto ai lavoratori più anziani". "A conti fatti, la produttività e l'affidabilità dei lavoratori più anziani è superiore a quello dei loro colleghi più giovani", conclude Börsch-Supan.


Questa ricerca è stata finanziata dalla Max Planck Society e da un premio della Fondazione Alexander von Humboldt ricevuto dal Ministero Federale tedesco dell'Istruzione e della Ricerca.

 

 

 

 

 


Fonte: Association for Psychological Science.

Riferimento: F. Schmiedek, M. Lovden, U. Lindenberger. Keeping It Steady: Older Adults Perform More Consistently on Cognitive Tasks Than Younger Adults. Psychological Science, 2013; DOI: 10.1177/0956797613479611

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.