Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo strumento per la ricerca sulle neurodegenerazioni

Fisici e neuroscienziati delle Università di Nottingham e di Birmingham hanno svelato uno dei misteri del cervello umano, grazie a una nuova ricerca che ha usato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l'elettroencefalografia (EEG).


Il lavoro consentirà ai neuroscienziati di mappare un tipo di funzione cerebrale che fino ad ora non ha potuto essere studiato, consentendo un'esplorazione più accurata del modo in cui lavora il cervello sano e quello malato.


La risonanza magnetica funzionale è di solito usata per studiare come funziona il cervello, fornendo mappe spaziali del punto in cui sono elaborati gli stimoli esterni, come le immagini e i suoni. La scansione fMRI funziona rilevando i cambiamenti indiretti nel flusso di sangue del cervello in risposta ai cambiamenti nella segnalazione elettrica durante lo stimolo.


Con la scansione fMRI si osserva anche un cambio di segnale che avviene dopo che lo stimolo è cessato. Questo è chiamato segnale post-stimolo e fino ad ora non è stato usato per studiare come funziona il cervello, perché la sua origine era incerta. Nei nuovi esperimenti, il team di ricerca ha ora unito le tecniche fMRI e EEG (che misura l'attività elettrica del cervello), per dimostrare che anche il segnale post-stimolo in realtà riflette i cambiamenti nella segnalazione cerebrale.


18 volontari sani sono stati monitorati con EEG per misurare l'attività elettrica generata dai loro neuroni (le cellule di segnalazione) contemporaneamente alle misurazioni con fMRI. Si è usato lo stimolo da impulsi elettrici per attivare la parte del cervello che controlla il movimento del pollice destro. Gli scienziati hanno poi confrontato i segnali EEG e fMRI ed hanno scoperto che entrambi variano nello stesso modo, dopo che lo stimolo è cessato. Questo fornisce la prova che il segnale fMRI post-stimolo è una misura dell'attività neuronale, piuttosto che solo dei cambiamenti nel flusso sanguigno del cervello.


Il gruppo ha anche trovato che, stranamente, il segnale fMRI post-stimolo non era coerente, sebbene lo stimolo immesso al cervello fosse lo stesso ogni volta. Questa variabilità naturale nella risposta del cervello è stata confermata anche dall'attività EEG ed i ricercatori suggeriscono che questo segnale potrebbe aiutare il cervello ad attuare la transizione dall'elaborazione degli stimoli ai suoi pensieri interni in vari modi.


La Dr Karen Mullinger del Centro di Risonanza Magnetica Sir Peter Mansfield dell'Università di Nottingham ha detto: "Questo lavoro apre una nuova finestra temporale nel segnale fMRI che ci permette di guardare a ciò che sta facendo il cervello. Può anche aprire nuove prospettive di ricerca nell'esplorazione della funzionalità del cervello sano e nello studio delle malattie neurologiche".


Il dottor Stephen Mayhew dell'Imaging Center della Università di Birmingham ha dichiarato: "Non sappiamo quale sia il ruolo esatto dell'attività post-stimolo o perché questa risposta non è sempre coerente a parità di stimolo. Abbiamo già ottenuto finanziamenti dal Birmingham-Nottingham Strategic Collaboration Fund per continuare questa ricerca e capire meglio la funzione del cervello umano combinando vari metodi di neuroimaging".


Il Direttore del Sir Peter Mansfield Magnetic Resonance Center, il professor Peter Morris, ha detto: "La risonanza magnetica funzionale è il principale strumento a disposizione dei neuroscienziati cognitivi per indagare la funzione del cervello umano. La dimostrazione, presentata in questo documento, che la risposta secondaria della fMRI (l'attività post-stimolo) non è semplicemente una risposta passiva del flusso di sangue, ma è correlata direttamente all'attività neuronale sincrona, come misurata dall'EEG, preannuncia un nuovo ed entusiasmante capitolo nella comprensione del funzionamento della mente umana".


Il lavoro è stato finanziato dal Medical Research Council (MRC), dall'Engineering and Physical Science Research Council (EPSRC), da borse di studio delle Università di Nottingham e Birmingham ed è pubblicato in Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

 

 

 

 

 


Fonte: University of Nottingham.

Riferimento: K. J. Mullinger, S. D. Mayhew, A. P. Bagshaw, R. Bowtell, S. T. Francis. Poststimulus undershoots in cerebral blood flow and BOLD fMRI responses are modulated by poststimulus neuronal activity. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013; DOI: 10.1073/pnas.1221287110

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)