Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La salute del cuore è importante per il cervello

Prevalenza del diabete 2011Le persone affette da diabete di tipo 2 e da malattie cardiovascolari (CVD) hanno un rischio maggiore di declino cognitivo, secondo un nuovo studio condotto dal Wake Forest Baptist Medical Center. Sia diabete che malattie cardiovascolari sono da tempo state associate all'insorgenza della demenza e dell'Alzheimer.


L'autrice Christina E. Hugenschmidt, Ph.D., istruttrice di gerontologia e medicina geriatrica alla Wake Forest Baptist, ha detto che i risultati del Diabetes Heart Study-Mind (DHS-Mind) suggeriscono che le CVD abbiano un ruolo nei problemi cognitivi, prima che siano clinicamente evidenti nei pazienti.


La ricerca appare on line in anticipo sulla stampa nel Journal of Diabetes and its Complications.


"Molte ricerche hanno analizzato i legami tra il diabete di tipo 2 e l'aumento di rischio di demenza, ma questo è il primo studio ad esaminare in modo specifico le CVD
subcliniche e il loro ruolo", premette la Hugenschmidt.  "La nostra ricerca mostra che il rischio di CVD causato dal diabete, anche prima che sia ad un livello clinicamente curabile, potrebbe essere negativo per il cervello. I risultati implicano che ulteriori fattori di CVD, soprattutto la placca calcificata e lo stato vascolare, e non lo stato del diabete da solo, sono tra i principali motivi di declino cognitivo legato ala diabete di tipo 2".


La Hugenschmidt dice che il DHS-Mind è un seguito dello studio Diabetes Heart Study (DHS), che ha esaminato la relazione tra funzioni cognitive, placca vascolare calcificata e altri importanti fattori di rischio del diabete connessi alla cognizione. Il DHS ha indagato sulle CVD nei fratelli con una elevata incidenza e prevalenza di diabete di tipo 2, dai quali si sono ottenute ampi dati dei fattori di rischio cardiovascolare durante esami effettuati dal 1998 al 2006.


Lo studio DSH-Mind, finanziato dal National Institutes of Health, ha aggiunto test cognitivi alle misurazioni esistenti con il preciso scopo di esplorare le relazioni tra i dati dell'aterosclerosi e della cognizione in una popolazione pesantemente colpita dal diabete; un nuovo approccio, spiega la Hugenschmidt, poichè gli studi precedenti si erano concentrati sul diabete e la cognizione nel contesto di CVD clinicamente evidenti. I ricercatori hanno seguito il maggior numero possibile tra i 1.443 partecipanti originali allo studio DHS che avevano dati cardiovascolari. Di questi 516 in totale, 422 erano affetti da diabete di tipo 2 e 94 non ne erano stati colpiti.


La Hugenschmidt ha detto che i ricercatori hanno eseguito una batteria di test cognitivi, esaminando diversi tipi di velocità di elaborazione di pensiero e memoria, così come della funzione esecutiva, che è un insieme di abilità mentali coordinate nel lobo frontale del cervello che comprende processi ferma-e-pensa come la gestione del tempo e l'attenzione, la pianificazione e l'organizzazione. Ha detto che la possibilità di esaminare dati con il gruppo di confronto composto da fratelli (alcuni dei quali avevano un alto livello di CVD essi stessi), rende i risultati più rilevanti clinicamente, perché i partecipanti condividevano lo stesso sfondo ambientale e genetico.


"Abbiamo visto comunque una differenza tra questi due gruppi. Anche rispetto ai fratelli con le malattie, quelli con diabete e malattia cardiovascolare subclinica avevano un rischio più alto d
i disfunzione cognitiva", ha detto la Hugenschmidt. Le CVD spiegano molti problemi cognitivi sperimentati dalle persone con diabete, dice la Hugenschmidt. "Una possibilità è che il cervello richieda un flusso di sangue veramente costante ed è possibile che la malattia cardiovascolare che accompagna il diabete possa essere la protagonista principale dietro i deficit cognitivi che vediamo".


La Hugenschmidt dice che il messaggio ai medici è di tenere in considerazione i fattori di rischio cardiovascolare quando stanno trattando pazienti con diabete di tipo 2 perché, anche a livelli clinici marginali, potrebbero avere implicazioni a lungo termine per la salute mentale e cognitiva delle persone.


Co-autori sono: Fang-Chi Hsu, Ph.D., Satoru Hayasaka, Ph.D., J. Jeffrey Carr, MD, Barry I. Freedman, MD, Jeff D. Williamson, MD, e Donald W. Bowden, Ph.D., tutti del Wake Forest Baptist, e David L. Nyenhuis, Ph.D. della University of Illinois di Chicago.

 

 

 

 

 


Fonte: Wake Forest Baptist Medical Center.

Riferimento: Christina E. Hugenschmidt, Fang-Chi Hsu, Satoru Hayasaka, J. Jeffrey Carr, Barry I. Freedman, David L. Nyenhuis, Jeff D. Williamson, Donald W. Bowden. The influence of subclinical cardiovascular disease and related risk factors on cognition in type 2 diabetes mellitus: The DHS-Mind study. Journal of Diabetes and its Complications, 2013; DOI: 10.1016/j.jdiacomp.2013.04.004

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.