Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Vasi sanguigni nell'occhio collegati a intelligenza e funzione cognitiva

La larghezza dei vasi sanguigni della retina, che si trova nella parte posteriore dell'interno dell'occhio, può prevedere la salute del cervello anni prima che insorgano demenza e altri deficit, secondo un nuovo studio pubblicato su Psychological Science, una rivista della Association for Psychological Science.

La ricerca mostra che le persone più giovani che ottengono un punteggio basso nei test d'intelligenza, come il QI, tendono ad avere un rischio più alto di salute scadente e una vita più breve, ma fattori come lo status socio-economico e i comportamenti di salute sono estranei alla relazione.


Idan Shalev, ricercatore psicologico della Duke University, e i colleghi si sono domandati se l'intelligenza possa essere un indicatore della salute del cervello, e in particolare della salute del sistema di vasi sanguigni che fornisce ossigeno e sostanze nutritive al cervello. Per indagare la correlazione potenziale tra l'intelligenza e la salute del cervello, i ricercatori hanno preso in prestito una tecnologia da un settore inaspettato: l'oftalmologia.


Shalev e colleghi hanno usato scansioni digitali della retina, un metodo relativamente nuovo e non invasivo, per ottenere una finestra sulle condizioni vascolari del cervello, guardando i piccoli vasi sanguigni della retina, situati nella parte posteriore dell'occhio. I vasi sanguigni della retina condividono dimensioni, struttura e funzione dei vasi sanguigni nel cervello e permettono di esaminare la salute del cervello negli esseri umani viventi.


I ricercatori hanno esaminato i dati dei partecipanti al Dunedin Multidisciplinary Health and Development Study, un'indagine longitudinale sulla salute e sul comportamento di oltre 1.000 persone nate tra aprile 1972 e marzo 1973 a Dunedin in Nuova Zelanda.


I risultati sono intriganti: la presenza di venule retiniche più ampie è collegata a bassi punteggi QI a 38 anni, anche dopo aver tenuto conto di vari fattori di rischio sanitari, di stile di vita e ambientali che potrebbero influire. Gli individui con venule retiniche più ampie mostrano evidenza di deficit cognitivi generali, con punteggi più bassi su numerosi indici di funzionamento neurospsicologico, compresa la comprensione verbale, il ragionamento percettivo, la memoria di lavoro e la funzione esecutiva. Sorprendentemente, i dati hanno rivelato che le persone con venule più ampie a 38 anni avevano un QI più basso anche nell'infanzia, ben 25 anni prima. E' "notevole che il calibro venulare degli occhi sia legato, anche se modestamente, ai punteggi dei test mentali degli individui tra 30 e 40 anni, e anche ai punteggi QI dell'infanzia", osservano ​​i ricercatori.


I risultati suggeriscono che i processi che collegano la salute vascolare e il funzionamento cognitivo iniziano molto prima di quanto si pensava finora, anni prima della comparsa della demenza e di altri decadimenti nel funzionamento del cervello legati all'età. "La scansione digitale della retina è uno strumento che viene utilizzato oggi principalmente dagli oculisti per studiare le malattie dell'occhio", nota Shalev. "Ma i nostri risultati preliminari indicano che può essere uno strumento utile di indagine per gli scienziati psicologici che vogliono studiare il legame tra intelligenza e salute nel corso dell'intera vita".


L'attuale studio non affronta i meccanismi specifici che guidano la relazione tra vasi retinici e funzionamento cognitivo, ma i ricercatori suppongono che possa avere a che fare con l'apporto di ossigeno al cervello. "Migliorare la conoscenza dei vasi retinici può consentire agli scienziati di sviluppare migliori diagnosi e trattamenti per aumentare i livelli di ossigeno nel cervello e in questo modo, evitare il peggioramento senile delle capacità cognitive", concludono.

 

 

 

 

 


Fonte: Association for Psychological Science.

Riferimento: I. Shalev, T. E. Moffitt, T. Y. Wong, M. H. Meier, R. M. Houts, J. Ding, C. Y. Cheung, M. K. Ikram, A. Caspi, R. Poulton. Retinal Vessel Caliber and Lifelong Neuropsychological Functioning: Retinal Imaging as an Investigative Tool for Cognitive Epidemiology. Psychological Science, 2013; DOI: 10.1177/0956797612470959

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.