Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Estratto di iperico può prevenire l'Alzheimer

I medici dicono che non c'è cura per l'Alzheimer. Ma un nuovo studio, pubblicato sull'edizione del 24 Maggio 2013 di Brain Pathology, suggerisce che l'estratto di iperico può aiutare a prevenire questa malattia, la forma più comune di demenza.

Lo studio, condotto da Anja Brenn e colleghi dell'Istituto di Patologia dell'Università di Greifswald in Germania, mostra che l'iperico riduce l'accumulo di depositi di beta-amiloide, ritenuta la causa dell'Alzheimer, in un modello di topo.


I ricercatori riferiscono che l'esistenza della proteina cassetta di trasporto P-glicoproteina che lega l'ATP (ABCB1) è importante nel prevenire l'Alzheimer, perché aiuta ad espellere nel sangue l'amiloide-beta dal cervello e ne previene il deposito.


I ricercatori dicono che "ci sono prove che il deficit di contenuto cerebrale di glicoproteina-P, associato all'età, può essere coinvolto nella patogenesi dell'Alzheimer", suggerendo che qualsiasi composto che possa indurre l'espressione di P-glicoproteina potrebbe aiutare a prevenire la malattia.


Nello studio, è stato dato un estratto di iperico (o erba di San Giovanni) con una concentrazione di iperforina al 5% per 60 o 120 giorni a topi maschi di tipo C57BL/6J-APP/PS1+/- di 30 giorni di età. Topi coetanei sono stati alimentati con una dieta senza integratori di estratto di iperico.


I ricercatori hanno osservato che "i topi trattati con estratto di iperico hanno mostrato (i) una significativa riduzione di accumulo di amiloide-beta 1-40 e 1-42 parenchimale, e (ii) aumenti moderati, ma statisticamente significativi, nell'espressione di P-glicoproteina cerebrovascolare".


E concludono scrivendo che "l'induzione di glicoproteina P cerebrovascolare può essere una nuova strategia terapeutica per proteggere il cervello dall'accumulo di amiloide-beta, e impedire in tal modo la progressione dell'Alzheimer".


Si ritiene che l'Alzheimer interessi cinque milioni di americani. La malattia colpisce le persone dai 65 anni in poi e può disabilitare completamente i pazienti, fino alla morte.

 

 

 

 

 


Fonte: University of Greifswald

Riferimento: A. Brenn, M. Grube, G. Jedlitschky, A. Fischer, B. Strohmeier, M. Eiden, M. Keller, M. H. Groschup, S. Vogelgesang. St. John's Wort Reduces beta-Amyloid Accumulation in a Double Transgenic Alzheimer's Disease Mouse Model - Role of P-Glycoprotein. Brain Pathology, 24 May 2013, doi: http://dx.doi.org/10.1111/bpa.12069

Pubblicato da Jimmy Downs in FoodConsumer.org il 26 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)