Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato il modo di vedere il processo di rimozione rifiuti del cervello: si può ora diagnosticare l'Alzheimer?

Una ricerca pubblicata online sul Journal of Clinical Investigation delinea un modo innovativo di visualizzare l'intero percorso glinfatico del cervello, e può costituire la base per una nuova strategia per la valutazione della suscettibilità alle malattie. Il processo glinfatico riguarda l'eliminazione dei rifiuti e dei soluti dal cervello, che altrimenti potrebbero accumularsi e contribuire allo sviluppo dell'Alzheimer.

Attraverso la scansione con risonanza magnetica a contrasto elevato (MRI) e altri strumenti, un team di ricerca guidato della Stony Brook University è riuscito a mappare questo percorso nell'intero cervello e ad identificare le vie anatomiche principali di eliminazione dei rifiuti cerebrali.

Nell'articolo la ricercatrice responsabile Helene Benveniste (nella foto), MD, PhD, professore del Dipartimento di Anestesiologia e Radiologia della School of Medicine alla Stony Brook University, e colleghi, hanno usato i risultati di Jeffrey Iliff, PhD, e Maiken Nedergaard, MD, PhD, dell'Università di Rochester, che hanno scoperto inizialmente e definito il percorso glinfatico, dove il liquido cerebro-spinale (CSF) filtra attraverso il cervello e si scambia con il fluido interstiziale (ISF) per eliminare i rifiuti, allo stesso modo in cui i vasi linfatici asportano i rifiuti da altri organi del corpo.


Nonostante la scoperta del percorso glinfatico, i ricercatori non sono riusciti a visualizzare il flusso di questo percorso nell'intero cervello con le tecniche di imaging precedenti.


"I nostri esperimenti hanno dato la prova di concetto che la funzione del percorso glinfatico può essere misurata con una tecnica di imaging semplice e clinicamente rilevante"
, dice la Dott.ssa Benveniste. "Questa tecnica fornisce una visione tridimensionale del percorso glinfatico, che cattura il movimento dei rifiuti e dei soluti in tempo reale. Questo ci aiuterà a definire il ruolo del percorso nell'asportare materie come l'amiloide-beta e la tau, le proteine che danneggiano i processi cerebrali, quando si accumulano".


La Dott.ssa Benveniste dice che la patologia di determinate condizioni neurologiche è associata all'accumulo di queste proteine e di altri grandi aggregati extracellulari. In particolare, ha spiegato che placche di depositi di queste proteine sono implicati nello sviluppo dell'Alzheimer, così come dell'encefalopatia traumatica cronica che insorge dopo ripetute lievi lesioni cerebrali traumatiche.


I ricercatori hanno usato agenti di contrasto e traccianti molecolari con la risonanza magnetica per sviluppare gli strumenti di scansione. Con questi strumenti, hanno ripreso le principali regioni del cervello come il cervelletto, la corteccia orbito-frontale, la ghiandola pineale, il bulbo olfattivo, e la cavità nasale, per mappare l'intero percorso glinfatico. Le immagini ad alto contrasto mostrano lo scambio CSF-ISF in tutto il cervello, compresi i percorsi paralleli alle arterie principali che sono coinvolti nel processo glinfatico di eliminazione dei rifiuti.


Gli autori suggeriscono che questa tecnica di imaging avanzato può essere potenzialmente usata per controllare il cervello umano, mappando l'eliminazione dei rifiuti cellulari per valutare la predisposizione alla malattia. La Dott.ssa Benveniste sottolinea che, in teoria, i medici potrebbero essere in grado di individuare un difetto nel sistema glinfatico, cioè il funzionamento non corretto di alcuni canali che provoca probabilmente l'accelerazione della formazione di placca. Questo accumulo di placca può essere un segno precoce di predisposizione alla malattia, prima della prova di eventuali cambiamenti cognitivi.


Anche se non c'è alcun modo conosciuto per riparare i guasti del sistema glinfatico, il team di ricerca sta studiando il modo di riparare o aprire canali con funzionamento anomalo.


Hanno collaborato: Jeffrey J. Lliff e Maiken Nedergaard del Center for Translational Neuromedicine della University of Rochester di Rochester, NY; Jean Logan del Brookhaven National Laboratory e del Department of Radiology della Stony Brook Medicine; Hedok Lee e Mei Yu del Department of Anesthesiology alla Stony Brook Medicine; e Tian Feng del Department of Applied Mathematics and Statistics alla Stony Brook University. La ricerca è stata finanziata in parte dal National Institutes of Health (NIH), Divisione di Scienza, Tecnologia e Innovazione (NYSTAR), e dal Dipartimento di Anestesiologia della Stony Brook Medicine.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: Stony Brook University.

Riferimento:
Jeffrey J. Iliff, Hedok Lee, Mei Yu, Tian Feng, Jean Logan, Maiken Nedergaard, Helene Benveniste. Brain-wide pathway for waste clearance captured by contrast-enhanced MRI. Journal of Clinical Investigation, 2013; DOI: 10.1172/JCI67677.

Pubblicato in Science Daily il 23 Febbraio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari - Foto: Stony Brook University

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)