Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esercizio fisico può rallentare insorgenza di Alzheimer

Anziani camminanoGeneric older couple taking exercise.Uno studio dimostra che mantenersi attivi può rallentare la progressione della perdita di memoria nelle persone con Alzheimer. Un team di ricercatori dell'Università di Nottingham ha identificato un ormone dello stress prodotto durante l'attività fisica moderata, che può proteggere il cervello dalle modifiche nella memoria legate alla malattia.

Il lavoro, finanziato dal Research into Ageing (Age UK) e dall'Università e pubblicato sul Journal of Alzheimer, può spiegare anche perché le persone che sono sensibili allo stress hann un rischio più alto di sviluppare la malattia.


L'Alzheimer è la causa più comune di demenza che colpisce circa 500.000 persone nel Regno Unito, la maggior parte delle quali hanno più di 65 anni. I sintomi possono includere perdita di memoria, cambiamenti di umore e problemi di comunicazione e di ragionamento. Non c'è alcuna cura per l'Alzheimer e i sono pochi trattamenti disponibili possono ridurre i sintomi in alcune persone, ma non possono arrestare la progressione della malattia.


Sempre più spesso sono annunciate prove che l'attività fisica e mentale è in grado di ridurre la possibilità delle persone di sviluppare la malattia o di rallentarne la progressione, ma fino ad ora non era chiaro come ciò avvenga.

 

Effetto protettivo

Il gruppo di Nottingham, guidato dal Dr Marie-Christine Pardon della Scuola di Scienze Biomediche, ha scoperto che l'ormone dello stress CRF (fattore di rilascio della corticotropina) può avere un effetto protettivo sul cervello contro i cambiamenti di memoria causati dall'Alzheimer. Il CRF è associato di più alla produzione di stress e si trova in alti livelli nelle persone che vivono con alcune forme di malattie da ansia e depressione.


Livelli normali di CRF, però, sono benefici per il cervello, perchè mantengono forti le facoltà mentali e aiutano la sopravvivenza delle cellule nervose. Non è una sorpresa quindi, che gli studi dimostrino che le persone con Alzheimer abbiano un livello ridotto di CRF.


I ricercatori hanno usato un farmaco sperimentale per impedire all'ormone di legarsi ad un recettore cerebrale chiamato CRFR1 nei topi con Alzheimer che erano privi di deficit di memoria, bloccando quindi gli effetti dell'ormone. Hanno scoperto che i topi rispondevano in modo anormale allo stress, con minore ansia ma con una maggiore inibizione comportamentale di fronte a una situazione di stress (in questo caso essere immessi in un nuovo ambiente) e questo è dovuto al funzionamento anomalo del CRFR1. Questa risposta anomale allo stress, prima della comparsa dei sintomi, può spiegare perché le persone sensibili allo stress hanno un rischio più alto di sviluppare l'Alzheimer.

 

Potenziamento della memoria

Il Dr Pardon ed il suo team hanno scoperto anche che, impedire all'ormone di legarsi al recettore CRFR1, blocca il miglioramento della memoria promosso di solito dall'esercizio fisico. Tuttavia, nei topi con Alzheimer, un regime di attività fisica moderata ripetuta, ha ripristinato il normale funzionamento del sistema CRF consentendo il miglioramento della memoria. I risultati sono in linea con l'idea che l'esercizio fisico regolare è un mezzo per migliorare la propria capacità di affrontare lo stress di tutti i giorni, oltre a mantenere forti le abilità mentali.


Infine il loro studio ha mostrato che, l'accensione di questo recettore particolare del cervello durante l'esercizio, aumenta la densità di sinapsi, le connessioni tra le cellule nervose, la cui perdita è ritenuta responsabile della perdita di memoria iniziale dei pazienti di Alzheimer.


La dott.ssa Pardon ha detto: "Questa è la prima volta che i ricercatori hanno identificato un processo cerebrale direttamente responsabile degli effetti benefici dell'esercizio fisico nel rallentare la progressione del declino della memoria iniziale caratteristico dell'Alzheimer. Nel complesso, questa ricerca fornisce un'ulteriore prova che uno stile di vita sano, che coinvolge l'esercizio, rallenta il rischio di Alzheimer e apre la strada a nuovi interventi rivolti alla funzionalità alterata del CRFR1, associata alle fasi iniziali della malattia".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of Nottingham.

Riferimento:
Gillian A. Scullion, Katherine N. Hewitt, Marie-Christine Pardon. Corticotropin-Releasing Factor Receptor 1 Activation During Exposure to Novelty Stress Protects Against Alzheimer's Disease-Like Cognitive Decline in AβPP/PS1 Mice. Journal of Alzheimer's Disease, 2013 DOI: 10.3233/JAD-122164.

Pubblicato in Science Daily il 24 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.