Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I neuroni generati da cellule staminali guidano l'attività cerebrale dopo il trapianto

Ricercatori e pazienti attendono con ansia il giorno in cui le cellule staminali potranno essere utilizzate per sostituire le cellule cerebrali uccise dall'Alzheimer e da altre patologie neurodegenerative.

Gli scienziati sono attualmente in grado di produrre neuroni e cellule cerebrali da cellule staminali, ma si è dimostrato molto più difficile indurre questi neuroni a funzionare correttamente quando trasferiti sul sito ospite.


Illustrazione di una rete neurale. Ricercatori hanno
trovato un modo per indurre i neuroni derivati da
cellule staminali a dirigere le funzioni cognitive dopo
il trapianto su una rete neurale esistente.
(Credit: © nobeastsofierce / Fotolia)

Ora ricercatori del Sanford-Burnham Medical Research Institute hanno trovato un modo per stimolare i neuroni derivati da cellule staminali a dirigere le funzioni cognitive dopo il trapianto su una rete neurale esistente. Lo studio è stato pubblicato il 7 novembre sul Journal of Neuroscience.


"Abbiamo dimostrato per la prima volta che le cellule staminali embrionali che abbiamo programmato per diventare neuroni, sono in grado di integrarsi nei circuiti cerebrali esistenti e a iniziare schemi di attività elettrica fondamentali per la coscienza e l'attività della rete neurale"
, ha detto Stuart A. Lipton, MD, Ph.D., autore senior dello studio, direttore del Del E. Webb Neuroscience, Aging, and Stem Cell Research Center del Sanford-Burnham e neurologo clinico.


Il trucco si è rivelato semplice. Lipton e il suo gruppo (che comprende Juan Piña-Crespo, Ph.D., DVM, Maria Talantova, MD, Ph.D., e altri colleghi del Sanford-Burnham e della Stanford University) hanno trapiantato neuroni umani derivati da cellule staminali nell'ippocampo di un roditore, il centro di elaborazione delle informazioni del cervello. Quindi hanno attivato specificamente i neuroni trapiantati con la stimolazione optogenetica, una tecnica relativamente nuova che unisce la luce e la genetica per controllare con precisione il comportamento cellulare nei tessuti viventi o negli animali.


Per capire se i neuroni umani appena trapiantati e stimolati con la luce, stavano effettivamente lavorando, Lipton e colleghi hanno misurato le oscillazioni ad alta frequenza nei neuroni esistenti distanti da quelli trapiantati. Hanno scoperto che i neuroni trapiantati inducono i neuroni esistenti ad iniziare oscillazioni ad alta frequenza. Le oscillazioni neuronali più veloci di solito sono le migliori; sono associate a migliori prestazioni nei compiti senso-motori e cognitivi.


Per riassumere, i neuroni umani trapiantati non solo erano conduttori di impulsi elettrici, ma hanno anche suscitato l'attività delle reti neuronali limitrofe, più o meno allo stesso ritmo che avviene in un ippocampo normale e funzionante.


Le prospettive terapeutiche di questa tecnologia sembrano essere molto promettenti. "Sulla base di questi risultati, potremmo essere in grado di ripristinare l'attività del cervello - e quindi ripristinare la funzione motoria e cognitiva - trapiantando facilmente cellule neuronali manipolabili, derivate da cellule staminali embrionali", ha detto Lipton.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del Sanford-Burnham Medical Research Institute. Articolo originale scritto da Heather Buschman.

Riferimento:
JC Pina-Crespo, M. Talantova, E.-G. JC Pina-Crespo, M. Talantova, E.-G. Cho, W. Soussou, N. Dolatabadi, SD Ryan, R. Ambasudhan, S. McKercher, K. Deisseroth, SA Lipton. High-Frequency Hippocampal Oscillations Activated by Optogenetic Stimulation of Transplanted Human ESC-Derived Neurons. Journal of Neuroscience, 2012; 32 (45): 15837 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.3735-12.2012.

Pubblicato in ScienceDaily il 15 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.