Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alla caccia di neuroni killer nell'Alzheimer e nel trauma cranico

Ricercatori del Sanford-Burnham hanno scoperto che la proteina appoptosina chiede ai neuroni di suicidarsi in diverse condizioni neurologiche - dando alla ricerca un nuovo bersaglio terapeutico per l'Alzheimer e le lesioni cerebrali traumatiche.

I neuroni morenti portano a deficit cognitivo e alla perdita di memoria nei pazienti con disordini neurodegenerativi (condizioni come l'Alzheimer e le lesioni cerebrali traumatiche). Per diagnosticare e curare meglio queste malattie neurologiche, gli scienziati hanno prima bisogno di capire meglio le cause della morte neuronale.


Nell'Alzheimer e nelle lesioni cerebrali traumatiche,
i neuroni (rossi) sono uccisi dalla proteina
appoptosina. (Credit: Image courtesy of
Sanford-Burnham Medical Research Institute)

Huaxi Xu, Ph.D., professore del Del E. Webb Neuroscience, Aging, and Stem Cell Research Center dell'Istituto Sanford-Burnham e il suo team studiano da diversi anni la proteina appoptosina e il suo ruolo nelle malattie neurodegenerative. Il livello di appoptosina nel cervello è altissimo in condizioni come l'Alzheimer e l'ictus, e soprattutto dopo un danno cerebrale traumatico.


L'appoptosina è conosciuta per il suo ruolo nell'aiutare l'organismo a produrre eme, la molecola che trasporta ferro nel nostro sangue (si pensi all'"emoglobina", che rende il sangue rosso). Ma che cosa ha a che fare l'eme con le cellule cerebrali morte? Come spiegano Xu e il suo gruppo in un documento che hanno pubblicato recentemente sul Journal of Neuroscience, l'eccesso di eme porta alla sovrapproduzione di specie reattive dell'ossigeno, che comprendono i radicali liberi dannosi per le cellule e i perossidi, e innesca l'apoptosi, il processo attentamente regolamentato di suicidio cellulare. Ciò significa che eccesso di appoptosina e di eme inducono i neuroni a morire.


Xu e il suo team non solo hanno svelato tutta questa meccanismo di neurodegenerazione appoptosina-eme, ma quando hanno inibito l'appoptosina in colture cellulari di laboratorio, hanno notato che le cellule non morivano. Questa scoperta indica che l'appoptosina potrebbe diventare un interessante nuovo bersaglio terapeutico per le malattie neurodegenerative.


Il seguito? Xu e colleghi stanno ora sondando la funzione dell'appoptosina in modelli di topi. Sono anche alla ricerca di nuove terapie che prendono di mira la proteina. "Dal momento che la sovra-regolazione dell'appoptosina è importante per la morte cellulare in malattie come l'Alzheimer, siamo ora alla ricerca di piccole molecole che modulano l'espressione o attività dell'appoptosina. Provvederemo quindi a determinare se tali composti possono essere potenziali farmaci per l'Alzheimer o altre malattie neurodegenerative", spiega Xu.


Però impedire che l'appoptosina sfugga al controllo non sarà facile. Questo perché abbiamo ancora bisogno della proteina che produce eme perchè il nostro sangue possa trasportare ferro a livelli normali. In uno studio precedente, i ricercatori hanno scoperto che una mutazione nel gene che codifica l'appoptosina provoca anemia. "Troppo di qualcosa è un male, ma lo è anche troppo poco", dice Xu.


Sono estremamente necessarie nuove terapie che colpiscono le malattie neurodegenerative e il trauma cranico. Secondo il CDC (Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie), circa 1,7 milioni di persone subiscono una lesione traumatica cerebrale ogni anno. Si tratta di una lesione acuta, ma che può anche portare a problemi a lungo termine, causando epilessia e aumentando il rischio di Alzheimer e Parkinson.


Le lesioni cerebrali traumatiche non sono solo un problema preoccupante tra i giovani e nello sport professionistico degli ultimi anni, ma il Dipartimento della Difesa definisce la lesione traumatica cerebrale "una delle lesioni caratteristiche delle truppe ferite in Afghanistan e in Iraq".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del Sanford-Burnham Medical Research Institute. Articolo originale scritto da Heather Buschman.

Riferimento:
H. Zhang, Y.-w. Zhang, Y. Chen, X. Huang, F. Zhou, W. Wang, B. Xian, X. Zhang, E. Masliah, Q. Chen, J.-D. J. Han, G. Bu, J. C. Reed, F.-F. Liao, Y.-G. Chen, H. Xu. Appoptosin is a Novel Pro-Apoptotic Protein and Mediates Cell Death in Neurodegeneration. Journal of Neuroscience, 2012; 32 (44): 15565 DOI: 10.1523/JNEUROSCI.3668-12.2012.

Pubblicato in ScienceDaily il 9 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)