Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto meccanismo di 'pulizia' delle cellule staminali cerebrali

Ricercatori del Medical Center della Columbia University (CUMC) hanno identificato un percorso molecolare che controlla il mantenimento e il rilascio delle cellule staminali del cervello.

La scoperta garantisce nuove prospettive nello sviluppo neurologico normale e anomalo, e potrebbe portare a terapie rigenerative per le malattie neurologiche e le lesioni.


iavarone lasorellaiavarone lasorellaThe findings, from a collaborative effort of the laboratories of Drs. I risultati, frutto di uno sforzo collaborativo tra i laboratori della D.ssa Anna Lasorella e del Dr Antonio Iavarone (marito e moglie, in foto), sono stati pubblicati nell'edizione online del 22 Aprile di Nature Cell Biology. La ricerca si basa su studi recenti, che hanno dimostrato che le cellule staminali risiedono in nicchie specializzate, o microambienti, che le supportano e le mantengono. "Da questa ricerca, sapevamo che quando le cellule staminali si staccano dalla loro nicchia, perdono la loro identità di cellule staminali e cominciano a differenziarsi in tipi cellulari specifici", ha detto il co-autore senior Antonio Iavarone, MD, professore di Patologia e Neurologia alla CUMC. "Tuttavia, i percorsi che regolano l'interazione delle cellule staminali con la loro nicchia erano oscure", ha detto il co-autore senior Anna Lasorella, MD, professore associato di Patologia e Pediatria alla CUMC e membro della Stem Cell Initiative della Columbia.


Nel cervello, la nicchia di cellule staminali è situata in una zona adiacente ai ventricoli, gli spazi pieni di fluido all'interno del cervello. Le cellule staminali neurali (NSC) all'interno della nicchia sono accuratamente regolate, in modo che abbastanza cellule vengano rilasciate per popolare aree specifiche del cervello, mentre un approvvigionamento sufficiente è tenuto in riserva. In studi precedenti, i dottori Iavarone e Lasorella si sono focalizzati sulle molecole chiamate proteine Id (inibitore di differenziazione), che regolano varie proprietà delle cellule staminali. Hanno intrapreso questo studio per determinare come le proteine Id mantengono l'identità delle cellule staminali.


Il team ha sviluppato un ceppo geneticamente modificato di topi in cui sono state silenziate, o abbattute, le proteine Id nelle NSC. In assenza di proteine Id, i topi morivano entro 24 ore dalla nascita. Il loro cervello ha mostrato una capacità proliferativa delle NSC significativamente ridotta, così come le loro popolazioni di cellule staminali.


Gli studi sulle NSC da questo ceppo di topi hanno rivelato che le proteine Id regolano direttamente la produzione di una proteina chiamata Rap1GAP, che a sua volta controlla il Rap1, uno dei principali regolatori di adesione cellulare. I ricercatori hanno scoperto che il percorso Id-Rap1GAP-Rap1 è fondamentale per l'adesione delle NSC alla loro nicchia e per la manutenzione delle NSC. "Ci possono essere altri percorsi interessati, ma crediamo che questa sia la via chiave", ha detto il Dott. Iavarone. "Ci sono buone ragioni per credere che essa operi in altri tipi di cellule staminali, ed i nostri laboratori stanno studiando questa questione".


Cellule staminali neurali che si staccano dalla
nicchia vascolare. (Credit: Anna Lasorella, CUMC /Nature Cell Biology)

"Questa è una idea nuova", ha aggiunto la dssa Lasorella. "Prima di questo studio, l'opinione prevalente era che le NSC fossero regolate dai componenti della nicchia, presumibilmente attraverso il rilascio di esche chimiche come le citochine. Tuttavia, i nostri risultati suggeriscono che l'identità delle cellule staminali si basa su questo meccanismo".


Sono necessarie altre ricerche prima che i risultati possono essere applicati terapeuticamente, ha detto il Dott. Iavarone. "Diversi studi dimostrano che le NSC rispondono agli insulti ischemici quali ictus o malattie neurodegenerative. Se riusciamo a capire come manipolare le vie che determinano il destino delle cellule staminali, in futuro potremmo essere in grado di controllare le proprietà delle NSC per scopi terapeutici".


"Un'altro aspetto", ha aggiunto la dssa Lasorella, "è stabilire se le proteine Id mantengono anche le proprietà delle cellule staminali nelle cellule staminali tumorali del cervello. Infatti, le cellule staminali normali e le cellule staminali tumorali condividono le proprietà e le funzioni. Dato che le cellule staminali tumorali sono difficili da trattare, individuare questi percorsi potrebbe portare a terapie più efficaci per i tumori maligni del cervello".


Stephen G. Emerson, MD, PhD, direttore dell'Herbert Irving Comprehensive Cancer Center al NewYork-Presbyterian Hospital / Columbia University Medical Center, ha aggiunto che "comprendere il percorso che permette alle cellule staminali di svilupparsi in cellule mature potrebbe portare a trattamenti più efficaci e meno tossici per il cancro. Questo studio apre un bellissimo modo del tutto imprevisto di pensare al trattamento dei tumori cerebrali".


Il documento è intitolato "Id proteins synchronize stemness and anchorage to the niche of neural stem cells." Altri partecipanti sono Francesco Niola (CUMC), Xudong Zhao (CUMC), Devendra Singh (CUMC), Angelica Castano (CUMC), Ryan Sullivan (CUMC), Mario Lauria (Istituto Telethon di Genetica e Medicina, Napoli, Italia), Hyung- Nam Song (Memorial Sloan-Kettering Cancer Center, New York), Yuan Zhuang (Duke University Medical Center, Durham, North Carolina), Robert Benezra (Memorial Sloan-Kettering) e Diego Di Bernardo (Istituto Telethon di Genetica e Medicina). Questa ricerca è stata finanziata dalle R01CA101644 , R01CA131126, R01CA085628 e R01CA127643 del National Cancer Institute, e dalla sovvenzione R01NS061776 del National Institute of Neurological Disorder and Stroke.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiali del Columbia University Medical Center, via Newswise.

Riferimento: Francesco Niola, Xudong Zhao, Devendra Singh, Angelica Castano, Ryan Sullivan, Mario Lauria, Hyung-song Nam, Yuan Zhuang, Robert Benezra, Diego Di Bernardo, Antonio Iavarone, Anna Lasorella. Id proteins synchronize stemness and anchorage to the niche of neural stem cells. Nature Cell Biology , 2012; DOI: 10.1038/ncb2490.

Pubblicato in ScienceDaily il 22 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.