Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Più proteine mal ripiegate di quanto si sapeva finora sono coinvolte in Alzheimer e demenza

Proteasome Fried Lab Johns HopkinsGrafica di un proteasoma, che abbatte le proteine mal ripiegate e danneggiate all'interno di una cellula. Fonte: Fried lab / Johns Hopkins University

Per decenni, la storia della ricerca sul morbo di Alzheimer (MA) è stata dominata da una battaglia tra gli amiloidi A-beta (Aβ) e tau, entrambi i quali possono uccidere i neuroni e influire sulla capacità del cervello di funzionare. Un nuovo studio suggerisce, tuttavia, che queste placche cerebrali appiccicose potrebbero non operare da sole.


Ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora (Maryland/USA) hanno identificato più di 200 tipi di proteine mal ripiegate nei ratti che potrebbero essere associate al declino cognitivo legato all'età. I risultati, pubblicati in Science Advances, potrebbero aprire la strada alla ricerca di nuovi obiettivi e trattamenti terapeutici negli esseri umani, utili per dare sollievo a milioni di persone over-65 che soffrono di MA, demenza o altre malattie che rubano i loro ricordi e l'indipendenza mentre invecchiano.


"Gli amiloidi sono l'accumulo di proteine mal formate. Sono grandi, brutti e facili da vedere al microscopio, quindi ha senso che catturino la nostra attenzione. Ma stiamo vedendo centinaia di proteine che si piegano male, in modo da non raggrupparsi in un amiloide e tuttavia sembrano avere un impatto sul funzionamento del cervello", ha detto Stephen Fried, assistente professore di chimica e scienziato delle proteine che studia come cambiano le molecole del cervello durante l'invecchiamento. "La nostra ricerca dimostra che gli amiloidi sono solo la punta dell'iceberg".


Per comprendere le differenze molecolari tra i cervelli più vecchi che sono mentalmente acuti e quelli che hanno un declino, Fried e il suo team hanno studiato 17 topi di 2 anni cresciuti nella stessa colonia. Sette sono andati male sui test della memoria e della risoluzione dei problemi e sono stati considerati cognitivamente deteriorati, mentre 10 hanno avuto gli stessi risultati dei ratti di 6 mesi.


I ricercatori hanno quindi misurato oltre 2.500 tipi di proteine nell'ippocampo, la parte del cervello associata all'apprendimento spaziale e alla memoria. Per la prima volta, gli scienziati sono riusciti a determinare per un gran numero di proteine se individualmente erano mal formate, o piegate in modo errato, permettendo ai ricercatori di capire quali proteine erano piegate male per tutti i ratti e quindi associate all'invecchiamento normale rispetto a quelle mal ripiegate in modo specifico nei ratti cognitivamente deteriorati.


Più di 200 proteine erano mal ripiegate nei ratti cognitivamente compromessi, ma rimaste con forma corretta nei ratti cognitivamente sani. I risultati suggeriscono che alcune di queste proteine stanno contribuendo al declino cognitivo, hanno detto i ricercatori. Le proteine mal ripiegate non sono in grado di svolgere compiti necessari affinché una cellula funzioni correttamente, quindi le cellule hanno un sistema di sorveglianza naturale che identifica e distrugge queste proteine. In precedenza, i ricercatori pensavano che le proteine mal ripiegate - in particolare le proteine Aβ e tau - erano distruttive solo quando sono raggruppate in amiloidi.

"Pensiamo che ci siano molte proteine che possono essere mal ripiegate senza formare amiloidi, ed essere comunque problematiche", ha detto Fried. "E questo suggerisce che queste proteine mal ripiegate hanno il modo di sfuggire al sistema di sorveglianza della cellula".


Ma esattamente come superano il sistema di sicurezza di una cellula quelle proteine mal ripiegate rimane un mistero. Nel seguito, il team prevede di esaminare le proteine mal ripiegate sotto microscopi ad alta risoluzione per ottenere un quadro più dettagliato di come appare le loro deformità a livello molecolare.


"Molti di noi hanno una persona cara o un parente diventato meno capace di svolgere quei compiti quotidiani che richiedono capacità cognitive", ha detto Fried. "Comprendere ciò che sta accadendo fisicamente nel cervello potrebbe portare a migliori trattamenti e misure preventive".

 

 

 


Fonte: Hannah Robbins in Johns Hopkins University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: HE Tarbox, A Branch, SD Fried. Proteins with cognition-associated structural changes in a rat model of aging exhibit reduced refolding capacity. Sci. Adv, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)