Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stimolazione cerebrale a bassa intensità può ripristinare la salute dei neuroni nell'Alzheimer

Ricercatori studiano gli effetti della stimolazione magnetica transcranica ripetitiva a bassa intensità non invasiva nei topi modello di Alzheimer

Axonal segments in a living brain by SPIESegmenti assonali in un cervello vivente al microscopio a due fotoni. L'ingrandimento di un'area cerebrale (A) mostra reti complesse di neuroni, visibili tramite marcatore fluorescente. In B e C terminazioni assonali specializzate ('bouton') dove si formano le sinapsi. Fonte: B. Fulopova (Univ. of Queensland)

Il morbo di Alzheimer (MA) è una condizione neurodegenerativa debilitante che colpisce una percentuale significativa delle persone anziane in tutto il mondo. Le sinapsi sono punti di comunicazione tra cellule neurali, che sono malleabili al cambiamento in base alle nostre esperienze. Aggiungendo, rimuovendo, rafforzando o indebolendo i contatti sinaptici, il nostro cervello codifica nuovi eventi o dimentica quelli precedenti.


Nel MA, la plasticità sinaptica, la capacità del cervello di regolare la forza delle connessioni sinaptiche tra i neuroni, è significativamente stravolta. Ciò peggiora nel tempo, riducendo le funzioni cognitive e di memoria e portando a una ridotta qualità della vita. Ad oggi, per il MA non esiste una cura efficace, solo trattamenti limitati per la gestione dei sintomi.


Studi hanno dimostrato che la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS), una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva che usa impulsi elettromagnetici per colpire regioni cerebrali specifiche, ha un potenziale terapeutico per gestire la demenza e le malattie correlate. Da studi precedenti, sappiamo che la rTMS può promuovere la plasticità sinaptica in sistemi nervosi sani. Inoltre, è già usata per trattare alcune condizioni neurodegenerative e neuropsichiatriche. Tuttavia, le risposte individuali alla rTMS per la gestione del MA sono variabili e i meccanismi sottostanti non sono chiari.


Di recente, ricercatori dell'Università del Queensland (Australia) e del Wicking Dementia Research and Education Center dell'Università della Tasmania hanno studiato gli effetti della rTMS sulle sinapsi nella corteccia cerebrale di topi con demenza di tipo MA, pubblicando lo studio su Neurophotonics.


"Poiché la disfunzione sinaptica è un meccanismo chiave nel MA, in questo studio abbiamo quantificato i cambiamenti nei bouton assonali sinaptici nei topi modello di MA in risposta alla rTMS, confrontandoli con quelli di topi sani", spiega la prima autrice dott.ssa Barbora Fulopova dell'Università del Queensland.


I bouton assonali sono terminazioni specializzate di un assone, che è la parte lunga e sottile di un neurone che lo collega ad altri neuroni per trasmettere segnali neurali. Questi sono siti in cui si formano le sinapsi, che consentono ai neuroni di comunicare. Pertanto, qualsiasi cambiamento nel numero o nella funzione di questi bouton può avere effetti profondi sulla connettività cerebrale.


In questo studio, i ricercatori hanno osservato cambiamenti strutturali di due tipi di bouton eccitatori, vale a dire i 'bouton terminali' (BT) (brevi sporgenze dall'albero degli assoni che di solito collegano i neuroni in un'area locale) e 'bouton di passaggio' (BdP) (piccole strutture a forma di perle lungo gli assoni che in genere collegano regioni lontane). Hanno usato la scansione a due fotoni per visualizzare singoli assoni e sinapsi nel cervello di un animale vivo.


Lo studio è stato condotto sul ceppo APP/PS1 Xthy-1GFP-M di topi, che è un incrocio tra il ceppo APP/PS1 (topi geneticamente modificati per mostrare sintomi di tipo MA umano) e il ceppo di Thy1-GFP-M, che esprime una proteina fluorescente in certi neuroni. Questa combinazione fa brillare gli assoni durante la scansione, consentendo il tracciamento preciso dei cambiamenti dei bouton sinaptici nel tempo. Il team ha monitorato le dinamiche dei bouton assonali in questi topi a intervalli di 48 ore per 8 giorni, sia prima che dopo una singola sessione rTMS. Hanno quindi confrontato questi risultati con topi sani naturali (WT, wild-type).


Hanno scoperto che sia BT che BdP nei topi modello di MA avevano una densità comparabile a quella dei topi WT sani. Tuttavia, il ricambio di entrambi i tipi di bouton era significativamente più basso nei topi modello di MA prima della rTMS, probabilmente a causa dell'accumulo di placca amiloide, un marcatore chiave di demenza e causa potenziale di malattie come il MA.


Dopo una singola sessione di rTMS a bassa intensità, il ricambio di BT in entrambi i ceppi è aumentato in modo significativo, mentre non vi è stato alcun cambiamento nel ricambio degli BdP. In particolare, i maggiori cambiamenti sono stati osservati due giorni dopo la stimolazione con un aumento dell'88% del ricambio di BT per il gruppo WT e un aumento del 213% del gruppo APP-GFP. Tuttavia, questo aumento è tornato ai livelli di pre-stimolazione dall'ottavo giorno.


Inoltre, nei topi modello di MA, questo aumento del ricambio era paragonabile ai livelli di ricambio dei topi WT osservati prima della stimolazione. Ciò indica che la rTMS a bassa intensità può potenzialmente ripristinare la plasticità sinaptica di BT a quella osservata nei topi sani. Inoltre, il fatto che solo BT e non BdP abbiano risposto alla rTMS indica la possibilità che i meccanismi di rTMS possano essere specifici del tipo di cellula.


"Questo è il primo studio a fornire prove di bouton pre-sinaptici che rispondono alla rTMS in un sistema nervoso sano e in uno contrassegnato dalla presenza di demenza", osserva la Fulopova. "Dato il legame stabilito tra disfunzione sinaptica e declino cognitivo della demenza e l'uso di rTMS per il trattamento di altre condizioni neurodegenerative, i nostri risultati evidenziano il suo potenziale come potente aggiunta alle strategie di gestione attualmente utilizzate per il MA".

 

 

 


Fonte: SPIE - Society of Photographic Instrumentation Engineers (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: B Fulopova, W Bennett, A Canty. Repetitive transcranial magnetic stimulation increases synaptic plasticity of cortical axons in the APP/PS1 amyloidosis mouse model. Neurophotonics, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.