Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio globale scopre fattori di rischio genetico per l'Alzheimer condivisi tra le popolazioni

Un confronto dei dati genetici da tutto il mondo delinea molte predisposizioni genetiche generali e specifiche di ogni popolazione per l'Alzheimer. I risultati possono portare a opzioni di trattamento più precise e inclusive.

Distribution and association of APOE ε2 ε3 ε4 alleles with AD risk Mappa del mondo con le popolazioni analizzate. Il colore indica la forza dell'associazione tra alleli ε2/ε3/ε4 dell'APOE e il rischio di sviluppare MA in diversi paesi (Fonte: Nicolas et al/Nature Genetics)

Un nuovo studio internazionale coordinato dal consorzio European Alzheimer’s and Dementia Biobank (EADB) fa luce sulla variabilità e la coerenza tra le popolazioni globali dei fattori di rischio genetico per il morbo di Alzheimer (MA). Lo studio rappresenta il primo esame mondiale del punteggio di rischio poligenico (PRS, polygenic risk score) e la sua relazione con la probabilità di sviluppare il MA. Il PRS è un valore che misura la predisposizione genetica stimata di una persona per alcune malattie.


I ricercatori dello studio, pubblicato su Nature Genetics, hanno analizzato i dati di popolazioni in Europa, Asia, Africa, Nord America, Sud America e Australia. Per l'Università di Colonia, nella ricerca sono stati coinvolti il professor dott. Alfredo Ramirez e il suo team della divisione di neurogenetica dell'Ospedale Universitario di Colonia e del Cluster of Excellence for Aging Research.


Uno dei risultati chiave è l'identificazione di due firme genetiche distinte delle forme più comuni e complesse del MA. Una è principalmente guidata da un singolo fattore genetico, l'apolipoproteina E (ApoE), mentre l'altra comporta la combinazione e l'interazione di circa 75 varianti genetiche aggiuntive. Lo studio ha scoperto che quest'ultimo modello è in gran parte coerente tra le popolazioni nel mondo, il che suggerisce un meccanismo biologico condiviso alla base di una parte significativa del rischio di MA in tutto il mondo.


Per più di otto anni, il professor Ramirez e il suo team di Colonia si sono dedicati a indagare sulla genetica del MA nelle popolazioni storicamente sottovalutate, in particolare in America Latina. Ramirez guida gli sforzi del consorzio per esplorare la diversità genetica nel MA. Questo lavoro ha già portato a scoperte cruciali pubblicate su riviste scientifiche, evidenziando i risultati specifici per le coorti latinoamericane.


Man mano che i paesi diventano geneticamente più diversi, è fondamentale capire quali fattori di rischio sono condivisi tra le popolazioni, e quali sono specifici di ognuna. Questa ricerca segna un grande passo verso la medicina di precisione, in cui la prevenzione delle malattie e le strategie di trattamento possono essere adattate alla composizione genetica di individui e popolazioni.


Per creare il PRS, i ricercatori hanno usato i dati sommari di statistica dell'ultimo studio di associazione dell'intero genoma (GWAS) sul MA (pubblicato nel 2022 in Nature Genetics).La statistica riassuntiva contiene un elenco di varianti genetiche a livello di genoma collegate alla malattia e in che modo ognuna contribuisce al rischio. Gli individui sono stati quindi raggruppati in casi di MA e controlli sani per valutare quanto sono distinti dai PRS.


L'attuale pubblicazione ha scoperto che l'impatto del gene APOE varia in modo significativo tra le popolazioni, in contrasto con i PRS contenenti le altre 75 varianti genetiche che sono condivisi come fattori di rischio genetico per il MA in tutto il mondo. Questa variabilità nell'APOE è probabilmente dovuta a differenze genetiche attualmente non descritte all'interno della regione genomica contenente il gene APOE, suggerendo che questo gene ha un ruolo centrale nei diversi livelli di prevalenza e rischio osservati tra i gruppi etnici e regionali.


È importante sottolineare che lo studio ha anche scoperto che i punteggi del rischio poligenico sono specifici del MA piuttosto che della demenza in modo più ampio, in tutte le popolazioni studiate. Questa specificità sottolinea la necessità di una diagnosi clinica accurata e indica il potenziale del PRS come strumento per migliorare gli studi clinici. Identificando gli individui ad alto rischio genetico per il MA, ed escludendo quelli con potenziale incertezza diagnostica, i ricercatori possono migliorare la precisione e i risultati degli studi terapeutici.


Alfredo Ramirez ha dichiarato: “In un momento in cui l'immigrazione e la diversità sono sempre più politicizzate, questo studio sottolinea l'importanza della scienza inclusiva. Attualmente, la maggior parte di questa ricerca si è concentrata su individui di antenati europei che vivono in paesi industrializzati, sollevando preoccupazioni cruciali sulla generalizzabilità e sull'equità delle popolazioni sotto-studiate dei paesi a basso/medio reddito con diverse etnie.

"Nel nostro studio dimostriamo che la collaborazione e l'attenzione globale alla diversità genetica non solo enfatizza la comprensione scientifica, ma promuove anche equità e integrazione sanitarie. Questa ricerca manda un messaggio che perseguire una salute migliore attraveso la scienza deve tenere conto e servire tutte le persone, qualsiasi sia la loro provenienza".


In conclusione, confrontando e analizzando le componenti genetiche del MA in tutto il mondo, questo studio migliora la comprensione degli scienziati della biologia sottostante la malattia e apre le porte a strategie di trattamento più inclusive, efficaci e mirate. Gli autori lo vedono come un grande passo avanti nella lotta globale contro il MA.

 

 

 


Fonte: University of Cologne (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Nicolas, [+203], JC Lambert. Transferability of European-derived Alzheimer’s disease polygenic risk scores across multiancestry populations. Nat Genet, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.