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Identificato il potenziale legame tra cambiamenti nella retina e Alzheimer

Reduced retinal thickness in APOE4 mice Spessore retinico ridotto nei topi portatori di APOE4 (Fonte: Abhyankar et al / Alz&Dem)

Un team di scienziati della Indiana University di Indianapolis (USA) ha scoperto che una condizione dell'occhio che colpisce la retina, il tessuto sensibile alla luce nella parte posteriore dell'occhio, può servire da primo indicatore del morbo di Alzheimer (MA). La loro scoperta, pubblicata su Alzheimer's & Dementia, offre nuove intuizioni sull'uso potenziale dei cambiamenti della retina come primi biomarcatori del MA, che potrebbe migliorare la diagnosi e il trattamento della malattia neurodegenerativa.


La ricerca è stata guidata da Surabhi D. Abhyankar MS, dottoranda della IU, con colleghi dei dipartimenti di oftalmologia, biochimica e biologia molecolare, dello Stark Neurosciences Research Institute e dell'Università di Toronto. I risultati indicano che la presenza nei topi del gene APOE4 - noto per aumentare il rischio di MA nell'uomo - compromette la funzione della retina, suggerendo un legame diretto tra questa variante genetica e i deficit di elaborazione visiva associati al MA.


"L'occhio è una finestra sul cervello, che riflette i cambiamenti associati a condizioni neurodegenerative come il MA", ha affermato Ashay Bhatwadekar PhD, professore associato di oftalmologia e autore senior dello studio".


Il team di ricerca ha usato tecniche avanzate di scansione per valutare la struttura e la funzione della retina nei topi. Rispetto ai gruppi di controllo, hanno osservato alterazioni significative dello spessore della retina e dell'attività elettrica nei tessuti e nelle cellule biologiche. Questi risultati si allineano alle osservazioni cliniche delle anomalie della retina nei pazienti di MA, rafforzando la rilevanza di questo modello per lo studio degli scatenanti della malattia.


"Il nostro studio dimostra che nei topi modello con APOE4 c'è la disfunzione della retina, rispecchiando gli aspetti della patologia di MA", ha affermato la Abhyankar. "Questi risultati sottolineano il potenziale delle scansioni della retina come metodo non invasivo per rilevare i primi cambiamenti neurali nel MA".

 

 

 


Fonte: Indiana University (> English)(> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: SD Abhyankar, [+6], AD Bhatwadekar. Retinal dysfunction in APOE4 knock-in mouse model of Alzheimer's disease. Alz&Dem, 2025, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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