Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Micro cambiamenti patologici nel cervello indicano decenni prima la vulnerabilità alla demenza

Effect size and significance of longitudinal changes in cortical microstructure and macrostructureDimensione dell'effetto e significato dei cambiamenti longitudinali nella micro e macro struttura corticale. (A) I coefficienti beta standardizzati di cambiamento per ciascuna particella, e separatamente per la diffusività media corticale e lo spessore corticale, con il colore più caldo e dimensioni dell'effetto positivo che indicano un aumento e viceversa per il calo. (B) Il significato della variazione è mostrato per ciascuna particella separatamente per la diffusività media corticale e lo spessore corticale.

I risultati di un nuovo studio pubblicato su Biological Psychiatry: Cognitive Neuroscience and Neuroimaging, suggeriscono che usare la scansione MRI ponderata per diffusione, per monitorare il modello spaziale di singoli cambiamenti microstrutturali corticali nel cervello, può essere un approccio promettente per caratterizzare gli individui che possono essere vulnerabili allo sviluppo del morbo di Alzheimer (MA) prima del declino cognitivo significativo e del danno neuronale irreversibile.


La rilevazione dei primi marcatori di neurodegenerazione correlata al MA può sostanzialmente spostare la sequenza temporale dell'identificazione del rischio, fornendo tempo prezioso per trattamenti che modificano la malattia, come quelli recentemente approvati dalla FDA [per gli USA, ma non dall'EMA per l'Europa].


La prima autrice dello studio Rongxiang Tang PhD, post-dottorato della University of California di San Diego, spiega:

"Il nostro team di ricerca aveva scoperto in precedenza che una misura della microstruttura corticale, un indice di integrità della materia grigia cerebrale, nelle persone cognitivamente sane di circa 55 anni, può aiutare a prevedere il danno cognitivo un decennio dopo. Quindi eravamo interessati a esaminare se i cambiamenti nel tempo in questa misura sono legati ai cambiamenti della memoria, e cosa possono dirci gli schemi spaziali di questi cambiamenti sul rischio di una persona di sviluppare danni cognitivi e MA. Monitorare presto questi cambiamenti micro-strutturali corticali nel processo di invecchiamento può essere utile per individuare tempestivamente il rischio di compromissione cognitiva e MA".


Lo studio ha incluso persone appena più che sessantenni residenti in comunità e senza demenza. Gli investigatori hanno condotto due valutazioni cerebrali con scansione a risonanza magnetica in un periodo di 5/6 anni usando un indice chiamato 'diffusività media corticale' che riflette l'integrità della microstruttura della materia grigia nel cervello.


Hanno quindi confrontato queste mappe cerebrali del cambiamento micro-strutturale con quelle della tipica deposizione di patologia MA (es.: amiloide-beta e tau) nei pazienti con MA da uno studio diverso. L'autore senior Jeremy A. Elman PhD, assistente professore dell'UC San Diego, afferma:

"Abbiamo scoperto che il modello spaziale del cambiamento micro-strutturale nei nostri partecipanti assomigliava a una mappa tipica di deposizione di patologia tau vista nei pazienti con MA. È importante che i partecipanti le cui mappe di cambiamento assomigliavano di più alla mappa tau, mostravano anche un maggiore declino della memoria nello stesso periodo di tempo.

"Poiché la tau è considerata un contributo importante alla neurodegenerazione (restringimento del cervello) e al declino cognitivo, i nostri risultati suggeriscono che può essere utile monitorare questi cambiamenti micro-strutturali corticali e i loro modelli di cambiamento spaziale all'inizio del processo di invecchiamento, per identificare precocemente il rischio di compromissione cognitiva e MA".


L'indice della microstruttura usato proviene da una scansione MRI ed è ampiamente disponibile. Può rilevare un sottile cambiamento nel cervello prima che avvenga una sostanziale perdita di tessuti, quindi anche se una persona non presenta ancora problemi cognitivi significativi o restringimento del cervello, se ha un modello di cambiamento spaziale che sembra simile al modello spaziale di accumulo di tau di un paziente MA, è presumibile che possa essere nelle prime fasi del MA e che sia a rischio di sviluppare problemi di memoria in futuro.


Una volta identificate, i medici possono dirigere queste persone a rischio a esami più approfonditi come le scansioni PET, che misurano più direttamente la patologia MA nel cervello. L'autore senior William S. Kremen PhD, professore della UC San Diego, afferma:

"Il nostro lavoro, basato sul Vietnam Era Twin Study of Aging, evidenzia il valore di concentrarsi su misure di struttura cerebrale non tradizionali e su adulti già di mezza età nella ricerca sul MA. È notevole che i cambiamenti micro-strutturali corticali precedano e siano più sensibili ai processi patologici correlati al MA e al declino della memoria, rispetto ai cambiamenti nello spessore corticale, che sono generalmente usati per valutare la neurodegenerazione / il restringimento del cervello nel MA".


[...] Sulla base di questi risultati, i medici sono in grado di tracciare il profilo spaziale dei cambiamenti micro-strutturali corticali di una persona nel tempo, per capire se è a rischio di sviluppare danni cognitivi e MA all'inizio del processo di invecchiamento. Poiché il MA richiede decenni per svilupparsi, la diagnosi precoce potrebbe migliorare il successo del trattamento e gli esiti dei pazienti.


Inoltre, i medici possono raccomandare interventi di riduzione del rischio o altre strategie preventive per le persone che non hanno ancora una patologia di MA significativa nel cervello, ma sono considerate a rischio in base al loro profilo di cambiamento spaziale basato sulla risonanza magnetica ponderata per diffusione.

 

 

 


Fonte: Elsevier (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: R Tang, [+12], WS Kremen. Early cortical microstructural changes in aging are linked to vulnerability to Alzheimer’s disease pathology. Biol Psy: Cogn Neurosc & Neuroimaging, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.