Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule di supporto del cervello contribuiscono all'Alzheimer generando peptidi tossici

Possiamo puntare gli oligodendrociti per aiutare a ridurre la produzione di amiloide-beta.

neuron green ensheathed by an oligodendrocyte purpleNeurone (verde) contornato da un oligodendrocita (viola).

Gli oligodendrociti sono una fonte importante di amiloide-beta (Aβ) e hanno un ruolo chiave nella promozione della disfunzione neuronale del morbo di Alzheimer (MA), secondo uno studio pubblicato su PLOS Biology da Rikesh Rajani e Marc Aurel Busche dell'UK Dementia Research Institute all'University College London e colleghi.


Il MA è un disturbo neurodegenerativo devastante che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. L'accumulo di Aβ - peptidi costituiti da 36÷43 aminoacidi - è un segno distintivo cruciale precoce della malattia. Recenti studi clinici, che hanno dimostrato un rallentamento del declino cognitivo e funzionale degli individui con MA trattati con anticorpi anti-Aβ, rafforzano l'importante ruolo dell'Aβ nel processo della malattia.


Nonostante gli effetti cellulari cruciali dell'Aβ e il suo ruolo essenziale nel MA, non è ancora stato verificato se i neuroni sono la fonte primaria di Aβ tossico nel cervello. Nel loro studio, Rajani e Busche hanno dimostrato che le cellule cerebrali non neuronali chiamate oligodendrociti producono Aβ, e che sopprimere selettivamente la produzione di Aβ negli oligodendrociti in topi modello di MA è sufficiente per recuperare l'iperattività neuronale anormale.


I risultati forniscono prove del ruolo critico dell'Aβ derivato dagli oligodendrociti nella disfunzione neuronale precoce del MA. Nell'insieme, i risultati suggeriscono che puntare la produzione di Aβ dagli oligodendrociti potrebbe essere una strategia terapeutica promettente per trattare il MA.


Secondo gli autori, il recupero funzionale è notevole, data la riduzione relativamente modesta del carico di placca che deriva dal bloccare la produzione di Aβ degli oligodendrociti, mentre il blocco della produzione di Aβ dei neuroni porta quasi all'eliminazione delle placche, un altro segno caratteristico della malattia. Questo piccolo contributo degli oligodendrociti al carico di placca potrebbe suggerire che un effetto importante dell'Aβ derivato dagli oligodendrociti è promuovere la disfunzione neuronale.


Insieme ai dati che mostrano un aumento del numero di oligodendrociti che producono Aβ negli strati corticali più profondi del cervello degli individui con MA, questi risultati indicano che l'Aβ derivato dagli oligodendrociti ha un ruolo fondamentale nella compromissione precoce dei circuiti neuronali del MA, con importanti implicazioni sul modo di progredire e sul trattamento della malattia.


L'aumento del numero di oligodendrociti nel cervello umano con MA aumenta anche la possibilità intrigante che queste cellule possano potenzialmente compensare la produzione ridotta di Aβ a causa della perdita neuronale provocato dall'avanzamento della malattia. Gli autori concludono:

"Il nostro studio sfida la convinzione di lunga data che i neuroni siano la fonte esclusiva di Aβ nel cervello, una delle proteine ​​tossiche chiave che si accumulano nel MA. In effetti, mostriamo che gli oligodendrociti, le cellule mielinizzatrici del sistema nervoso centrale, possono anche produrre quantità significative di Aβ che compromette la funzione neuronale, e suggerisce che puntare queste cellule può essere una nuova strategia promettente per trattare il MA".

 

 

 


Fonte: UK Dementia Research Institute (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: RM Rajani, [+18], MA Busche. Selective suppression of oligodendrocyte-derived amyloid beta rescues neuronal dysfunction in Alzheimer’s disease. PLOS Biology, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)