Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La dieta cheto potrebbe aiutare a prevenire l'Alzheimer?

Se presti attenzione alle tendenze delle diete, probabilmente hai sentito parlare - o forse anche provato - la dieta cheto.

 

La dieta chetogenica

La dieta chetogenica comporta l'assunzione di molti grassi e pochi carboidrati. Ciò costringe il corpo a uno stato metabolico chiamato chetosi, nel quale è la combustione di grassi a produrre energia, anziché di glucosio. La dieta porta anche a livelli più bassi di zucchero nel sangue e di insulina.


Sebbene la dieta cheto possa sembrare di moda ora, è stata introdotta per la prima volta negli anni '20 del secolo scorso come trattamento per l'epilessia nei bambini e ci sono prove chiare che si tratta di un trattamento efficace.


Dei ricercatori stanno anche studiando la dieta cheto come trattamento per il morbo di Alzheimer (MA). È assodato che il MA riduce la capacità del cervello di usare il glucosio. Degli studi hanno scoperto che la capacità del cervello di metabolizzare il glucosio è compromessa fino a 15 anni prima dell'inizio dei sintomi clinici del MA. Evidenze preliminari suggeriscono che la dieta cheto potrebbe essere una fonte alternativa di energia - corpi chetoni - come carburante per il cervello.

 

Studio recente sul MA

Una revisione sistematica pubblicata di recente su Frontiers in Neuroscience ha esaminato gli effetti della dieta cheto sulle persone con MA sia a livello molecolare che nelle valutazioni cognitive. Il MA porta a un accumulo di placche nel cervello, composte di amiloide-beta. I ricercatori hanno scoperto che la dieta cheto aiuta a spostare queste placche attraverso la barriera protettiva del cervello, potendo così ridurre i depositi di placca nel cervello.


La revisione ha anche trovato prove del fatto che la dieta cheto riduce i marcatori di disfunzione degli astrociti, cellule a forma di stella nel cervello che aiutano a fornire elettroliti e energia ai neuroni e aiutano a riparare i danni. Ha scoperto che la dieta cheto aiuta a ridurre i livelli del 'neurofilamento a catena leggera', un biomarcatore presente in genere quando c'è un danno neuronale nel cervello. E ha riepilogato gli studi che mostrano che la dieta cheto riduce l'infiammazione e lo stress ossidativo in tutto il corpo, entrambi correlati al MA.


Ancora più importante, degli studi hanno riscontrato miglioramenti delle prestazioni cognitive per le persone che seguono la dieta cheto: nella memoria, nella funzione esecutiva e nella velocità di elaborazione. I miglioramenti sono stati più pronunciati nelle persone con lieve compromissione cognitiva, un precursore del MA.


Sebbene la dieta cheto si dimostri promettente nell'aiutare ad affrontare il MA, gli autori dello studio avvertono che sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se la dieta è efficace nel prevenire la progressione del MA. È anche importante notare che la dieta cheto può portare a problemi di salute, in particolare per le persone con un rischio più alto di malattie cardiache.


"Una delle cose più importanti che gli scienziati hanno imparato sul MA è che i processi patologici iniziano decenni prima che le persone mostrino sintomi cognitivi", ha affermato Elizabeth Riley, ricercatrice post-dottorato in neuroscienze della Cornell University di Ithaca/New York. “Una volta che compaiono i sintomi, il cervello ha già subito un danno irreparabile, quindi dobbiamo concentrarci sulla prevenzione della malattia. Questo tipo di ricerca ci aiuta a capire che ciò che mangiamo può avere il potere di cambiare la nostra traiettoria di invecchiamento cognitivo per molti anni".


Il messaggio da portare a casa: la dieta cheto è alquanto promettente per aiutare a fermare la progressione del MA, ma sono necessarie ulteriori ricerche prima che possa essere usata come trattamento standard.

 

 

 


Fonte: Bronfenbrenner Center / Cornell University in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: M Ramezani, [+12], RN Martins. Ketone bodies mediate alterations in brain energy metabolism and biomarkers of Alzheimer’s disease. Frontiers in Neuroscience, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.