Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dieta MIND non mostra alcun impatto significativo sulla cognizione degli anziani

Su una coorte di oltre 600 adulti cognitivamente normali, la dieta MIND non ha ottenuto risultati migliori di una dieta di controllo a lieve restrizione calorica su diversi esiti, tra cui cognizione e volume dell'ippocampo.

In uno studio randomizzato e controllato di anziani senza deterioramento cognitivo, i risultati non hanno mostrato differenze significative negli esiti cognitivi e sulla risonanza magnetica cerebrale tra i due gruppi, su un periodo di 3 anni, tra coloro che hanno seguito la dieta MIND (una versione della dieta mediterranea) e quelli su una dieta di controllo con lieve restrizione calorica.


L'obiettivo finale dello studio presentato dal 16 al 20 giugno alla Conferenza Internazionale dell'Alzheimer's Association 2023 (AAIC), era il cambiamento in un punteggio cognitivo globale e su 4 punteggi di dominio cognitivo, tutti derivati da una batteria di 12 test. Dopo 3 anni di trattamento, gli investigatori hanno osservato aumenti di 0,205 unità standardizzate nel gruppo dieta MIND e 0,170 unità standardizzate nel gruppo dieta di controllo (differenza media, 0,035 unità standardizzate; IC 95%, –0,022 a 0,092).


I ricercatori, guidati da Lisa Barnes PhD, prof.ssa di gerontologia e medicina geriatrica della Rush University, hanno assegnato 301 e 303 persone, rispettivamente, al gruppo di dieta MIND e al gruppo di dieta di controllo. La dieta MIND (Mediterranean-DASH Intervention for Neurodegenerative Delay, intervento DASH-Mediterraneo per il ritardo neurodegenerativo) è una versione ibrida tra la dieta mediterranea e la DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension, approcci dietetici per fermare l'ipertensione), con modifiche che includono alimenti associati putativamente a una riduzione del rischio di demenza.


All'entrata nell'esperimento, i partecipanti non avevano un danno cognitivo ma avevano una storia familiare di demenza, un indice di massa corporea superiore a 25 e una dieta non ottimale, come determinato per mezzo di un questionario di 14 elementi. Dopo la randomizzazione (=assegnazione casuale), tutti i partecipanti hanno ricevuto consulenza per migliorare l'adesione, e supporto per promuovere la perdita di peso.


I punteggi grezzi registrati dalla valutazione della cognizione globale sono stati convertiti in punteggi 'z', una media tra tutti i test che creavano il punteggio di cognizione globale, e tra i test dei componenti che creavano i 4 punteggi del dominio.


Nel corso dell'esperimento di 3 anni, il 93,4% dei partecipanti ha completato il trattamento assegnato. Oltre a cambiamenti non significativi osservati nell'obiettivo primario, i 2 gruppi hanno mostrato risultati simili nel cambiamento dell'iperintensità della materia bianca, nel volume dell'ippocampo e nel volume totale di materia grigia e bianca sulla risonanza magnetica.


Nel 2015, la Barnes e i suoi colleghi del Rush University Medical Center hanno pubblicato 2 studi che hanno introdotto la dieta MIND.

  • Il primo ha caratterizzato 960 partecipanti al progetto Memory and Aging che sono stati seguiti per una media di 4,7 anni. Nei modelli misti corretti, il punteggio MIND è risultato essere associato positivamente a un calo più lento del punteggio cognitivo globale (ß = 0,0092; p <.0001) e a ciascuno dei 5 domini cognitivi. La differenza nei tassi di declino per chi era nel terzile maggiore dei punteggi della dieta MIND, equivaleva ad avere 7,5 anni in meno di età, rispetto al terzile più basso.

  • Più di recente, nel 2022, risultati di uno studio hanno dichiarato per la prima volta che l'intervento MIND può invertire gli effetti distruttivi dell'obesità sulla cognizione e sulla struttura cerebrale, con questo approccio rafforzato da una modesta restrizione calorica. In una coorte di 50 donne obese, 37 partecipanti (22 MIND e 15 controlli) hanno completato lo studio di 3 mesi. Su una batteria completa di test neuropsicologici, le pazienti con la dieta MIND hanno avuto più miglioramenti nella memoria di lavoro (+1,37; IC al 95%, 0,79-1,95), nella memoria di riconoscimento verbale (+4,85; 95% IC, 3.30-6.40) e nell'attenzione (+3,75; 95% IC, 2,43-5,07) rispetto ai controlli (p <.05).

 

 

 


Fonte: Alzheimer's Association via Neurology Live (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: LL Barnes et al. Trial of the MIND diet for prevention of cognitive decline in older persons. Abstract presented at: AAIC 2023; June 16-20; Amsterdam, Netherlands.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.