Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

Ringiovanire le cellule immunitarie per eliminare meglio i rifiuti tossici dal cervello

I risultati di uno studio sui topi suggeriscono un nuovo approccio terapeutico all'Alzheimer e ad altre malattie legate all'età

Morbo di Alzheimer (MA), Parkinson e molte altre malattie neurodegenerative sono contrassegnate da grumi dannosi di proteine ​​nel cervello. Gli scienziati hanno profuso enormi sforzi alla ricerca dei modi per trattare tali condizioni eliminando questi agglomerati tossici, ma con poco successo.


Ora, i ricercatori della Washington University di St. Louis hanno trovato un modo innovativo per migliorare l'eliminazione dei rifiuti dal cervello e quindi alla fine trattare o persino prevenire le condizioni neurodegenerative. Hanno dimostrato che le cellule immunitarie che circondano il cervello influenzano l'efficienza con cui viene pulito il cervello e che tali cellule immunitarie sono compromesse nei topi vecchi e nelle persone e nei topi con MA.


Hanno anche scoperto che il trattamento di topi vecchi con un composto immuno-stimolante ringiovanisce le cellule immunitarie e migliora la pulizia dei rifiuti dal cervello. I risultati, pubblicati il ​​9 novembre su Nature, suggeriscono un nuovo approccio per bloccare alcuni degli effetti dell'invecchiamento sul cervello. L'autore senior Jonathan Kipnis PhD, professore di patologia e immunologia e ricercatore BJC, ha affermato:

"Il MA è studiato da molti anni dal punto di vista del modo in cui i neuroni muoiono, ma ci sono anche altre cellule, come le cellule immunitarie alla periferia del cervello, che possono avere un ruolo nella malattia.

"Non sembra probabile che saremo in grado di far rivivere i neuroni morti o morenti, ma le cellule immunitarie che risiedono sui bordi del cervello sono un bersaglio possibile per il trattamento delle malattie cerebrali legate all'età. Sono più accessibili e potrebbero essere trattate con farmaci o sostituite.

"In questo studio, abbiamo trattato topi invecchiati con una molecola in grado di attivare le cellule immunitarie invecchiate e ha funzionato per migliorare il flusso di fluidi e la pulizia dei rifiuti dal cervello. Questo è promettente come approccio al trattamento delle malattie neurodegenerative".


Kipnis è un esperto nel campo fiorente della neuroimmunologia, lo studio di come il sistema immunitario influisce sul cervello nella salute e nelle malattie. Nel 2015, ha scoperto una rete di vasi che prosciuga fluidi, cellule immunitarie e piccole molecole dal cervello, mandandoli nei linfonodi, in cui risiedono molte cellule del sistema immunitario. L'anno scorso, lui e i colleghi hanno dimostrato che alcune terapie di MA sperimentali sono più efficaci nei topi se abbinate a un trattamento orientato al miglioramento del drenaggio di liquidi e detriti dal cervello.


Per questo studio, Kipnis e Antoine Drieu PhD, ricercatore post -dottorato e primo autore, hanno deciso di comprendere il ruolo delle cellule immunitarie che vivono lungo la rete vascolare del cervello e nelle leptomeningi, i tessuti che circondano immediatamente il cervello e il midollo spinale. Hanno definito queste cellule 'macrofagi del bordo parenchimale', perché risiedono nell'interfaccia tra liquido cerebrospinale e tessuto cerebrale.


Studiando i topi, Kipnis, Drieu e i colleghi hanno scoperto che tali macrofagi regolano il movimento delle arterie del sangue che, a sua volta, controlla il flusso di pulizia del fluido nel cervello. Quando questi macrofagi venivano ridotti o compromessi, i detriti si accumulavano nel cervello.


"Il flusso di liquido cerebrospinale è compromesso in numerose malattie neurodegenerative, come il MA, l'ictus, il Parkinson e la sclerosi multipla"
, ha detto Drieu. “Se potessimo ripristinare il flusso del fluido nel cervello, solo aumentando questi macrofagi, forse potremmo rallentare la progressione di queste malattie. È un sogno, ma chi lo sa? Potrebbe funzionare".


Ulteriori indagini hanno rivelato che i macrofagi del bordo parenchimale sono alterati nelle persone con MA e nei topi con una condizione simile al MA: le cellule immunitarie sono meno in grado di consumare e smaltire i rifiuti e non riescono a regolare in modo efficiente il flusso dei fluidi.


A partire da circa 50 anni, le persone iniziano a sperimentare un declino del flusso di liquidi cerebrali nell'ambito dell'invecchiamento normale. La stessa cosa accade nei topi più vecchi. Kipnis, Drieu e colleghi hanno dimostrato che il tipo di macrofagi di frontiera più importante per la pulizia dei rifiuti, e il flusso di fluidi, sono scarsi nei topi più anziani.


Quando hanno trattato i topi vecchi con una proteina che aumenta l'attività dei macrofagi, i macrofagi di frontiera hanno iniziato a comportarsi in modo più simile a quelli dei topi giovani. Inoltre, il trattamento ha migliorato il flusso del fluido e la pulizia dei rifiuti dal cervello dei topi.


"Nel complesso, i nostri risultati mostrano che i macrofagi del bordo parenchimale potrebbero potenzialmente essere puntati da farmaci per alleviare i deficit di pulizia cerebrale associati all'invecchiamento e al MA"
, ha affermato Kipnis, che è anche professore di neurologia, neuroscienza e neuro chirurgia. "Sto discutendo con i colleghi come possiamo sostituire o ringiovanire quelle cellule nel cervello che invecchia e come trattamento per il MA. Spero che un giorno saremo in grado di rallentare o ritardare lo sviluppo di malattie cerebrali legate all'età con questo approccio".

 

 

 


Fonte: Tamara Bhandari in Washington University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Drieu, ...[+150], J Kipnis. Parenchymal border macrophages regulate the flow dynamics of the cerebrospinal fluid. Nature, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.