Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La famigliarità può avere ruolo più importante nell'Alzheimer

La storia familiare di Alzheimer è associata a diversi cambiamenti dovuti all'età che sembrano influenzare le anomalie dei biomarcatori della malattia al di là del rischio del gene apoE4, secondo un rapporto pubblicato nel numero di ottobre di Archives of Neurology, una delle riviste JAMA / Archives.

Secondo informazioni di base nell'articolo, i "progressi recenti suggeriscono che l'Alzheimer (AD) ha un lungo periodo nel quale le lesioni cerebrali si accumulano gradualmente in assenza di sintomi, provocando infine danni sinaptici e neuronali sufficienti per diventre AD sintomatica. Dal 2005, Antecedent Biomarkers for AD: The Adult Children Study (ACS) ha arruolato un gruppo di persone cognitivamente normali da 43 a 76 anni di età, in un ampio studio di biomarcatori dell'AD prima della fase sintomatica".

Chengjie Xiong, Ph.D., della School of Medicine della Washington University di St. Louis e colleghi, hanno valutato se la storia della famiglia da sola è associata al rischio di AD al di là dell'allele ε4 della apolipoproteina E (apoE4), un marcatore genetico che indica un rischio più elevato di AD. Hanno partecipato allo studio 269 persone cognitivamente normali di età media o avanzata, con e senza una storia familiare di Alzheimer. Una storia familiare è stato definita come l'avere almeno un genitore biologico che ha avuto insorgenza di demenza di tipo Alzheimer (DAT) prima degli 80 anni, e una storia familiare negativa è stata definita quella che vede entrambi i genitori biologici di 70 anni o più, senza DAT. I partecipanti sono stati sottoposti a misurazioni cliniche e cognitive, tra cui la risonanza magnetica basata sulla scansione del volume del cervello, i biomarcatori del liquido cerebrospinale (liquor; raccolti mediante puntura lombare), e la tomografia ad emissione di positroni con il benzotiazolo tracciante [11C], chiamato composto Pittsburgh B [PET PIB].

"Il liquido cerebrospinale Aβ42, corretto per l'età, era ridotto negli individui con APOE4 rispetto al livello di quelli senza, e la diminuzione era maggiore per gli individui con una storia familiare positiva rispetto al calo di quelli senza [storia famigliare]", riferiscono gli autori. "Gli individui con meno di 55 anni, un aumento nel legame corticale medio potenziale correlato all'età, è stato associato all'APOE4, ma non la storia della famiglia. Per gli individui di età superiore ai 55 anni, una storia familiare positiva e un APOE4 positivo, implicano un aumento più veloce del legame corticale medio potenziale legato all'età". Gli autori aggiungono che "questi risultati puntano al rischio di suscettibilità genetica per l'AD non APOE ...

Tra gli individui cognitivamente normali di media / tarda età, cambiamenti nel metabolismo cerebrale dell'Aβ42 legati all'età, così come caratteristiche locali microstrutturali di diffusione dell'acqua in alcune regioni del cervello, sono influenzate dalla storia familiare di Alzheimer, suggerendo che esse possono essere eventi iniziali nella patogenesi dell'Alzheimer".

E concludono: "Mentre i cambiamenti cognitivi potrebbero essere eventi successivi nella sequenza neurodegenerativa prima dell'inizio della DAT, le modifiche dei marcatori biologici CSF e PIB hanno il potenziale di intercettare gli eventi antecedenti più presto possibile".

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica. Non tenerla per te, non farci perdere l'occasione di conoscerla.



Fonte: Materiale del JAMA Archives.

Riferimento: C. Xiong, CM Roe, V. Buckles, A. Fagan, D. Holtzman, D. Balota, J. Duchek, M. Storandt, M. Mintun, E. Grant, AZ Snyder, D. Head, TLS Benzinger, J. Mettenburg, J. Csernansky, JC Morris. Role of Family History for Alzheimer Biomarker Abnormalities in the Adult Children Study. Archives of Neurology, 2011; 68 (10): 1313 DOI: 10.1001/archneurol.2011.208.

Pubblicato in ScienceDaily il 10 Ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)