Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer interessa la gran parte dei percorsi biologici noti nel cervello

Una indagine globale sulla letteratura scientifica mostra i percorsi immunitari, metabolici e legati alla depressione citati più spesso come meccanismi della malattia.

Quasi sei milioni di anziani negli Stati Uniti hanno il morbo di Alzheimer (MA), un numero che dovrebbe raddoppiare per il 2050. Il MA, già ora la sesta causa di morte, è una malattia neurodegenerativa complessa che causa perdita di memoria, confusione, giudizio scadente, depressione, allucinazioni e agitazione, e che deruba le persone della loro capacità di vivere in modo indipendente. Attualmente, i meccanismi biologici alla base della malattia sono poco chiari e, di conseguenza, ci sono pochi trattamenti efficaci e nessuna cura.


In uno studio recente, pubblicato in Frontiers in Aging Neuroscience, un gruppo di ricerca guidato da scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) ha condotto una valutazione sistematica di oltre 200.000 pubblicazioni scientifiche per capire l'ampiezza e la diversità dei percorsi biologici (reazioni molecolari a catena cruciali che guidano i cambiamenti nelle cellule) che contribuiscono al MA, dalla ricerca negli ultimi 30 anni.


Il team ha scoperto che, sebbene quasi tutti i percorsi noti siano stati collegati alla malattia, i meccanismi biologici associati più di frequente, che comprendono quelli relativi al sistema immunitario, al metabolismo e alla depressione a lungo termine, non sono significativamente cambiati in 30 anni, nonostante i principali progressi tecnologici.


"L'onere del MA è in costante aumento, spingendoci verso un'epidemia neurologica"
, ha dichiarato Winston Hide PhD, direttore della Precision RNA medicine Core Facility del BIDMC e professore associato di medicina alla Harvard Medical School. “I nostri risultati suggeriscono che non solo questo disturbo è incredibilmente complesso, ma che la sua patologia include la maggior parte dei percorsi biologici noti. Ciò significa che gli effetti della malattia nel corpo sono molto più ampi di quanto ci siamo resi conto finora".


Il team ha eseguito una ricerca esaustiva di testo, specifica per i percorsi, su 206.324 documenti pubblicati sulla demenza dal 1990. Successivamente, hanno esaminato 341 percorsi biologici noti e hanno determinato quante pubblicazioni hanno collegato un determinato percorso alla malattia. I ricercatori hanno scoperto che il 91% dei percorsi - tutti tranne sette - erano legati alla malattia; quasi la metà era legata al MA in oltre 100 articoli scientifici.


Hanno anche scoperto che i 30 percorsi indicati più di frequente nella letteratura sono rimasti relativamente coerenti negli ultimi 30 anni suggerendo che la maggior parte degli studi sulla malattia si sono concentrati su un piccolo sottoinsieme di tutti i percorsi noti associati alla malattia.


La prima autrice dello studio Sarah Morgan, ricercatrice post-dottorato al BIDMC durante la stesura di questa ricerca e ora docente alla Queen Mary University di Londra, ha affermato:

"Gli studi clinici che mirano a ritardare l'insorgenza o rallentare la progressione del MA sono in gran parte falliti. Data la diversità inaspettata dei percorsi associati al MA, una vasta gamma di processi patologici non viene puntata con successo negli studi clinici.

"È probabile che puntare in modo completo più meccanismi sottostanti associati al MA aumenterà le possibilità di successo nei futuri studi farmaceutici".

 

 

 


Fonte: Beth Israel Deaconess Medical Center (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sarah Morgan, ...[+7], Winston Hide. Most Pathways Can Be Related to the Pathogenesis of Alzheimer’s Disease. Frontiers in Aging Neuroscience, 24 June 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)