Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Diverse condizioni legate al cuore triplicano il rischio di demenza, a prescindere dalla genetica

Avere diverse condizioni che interessano il cuore è collegato a un rischio più alto di demenza rispetto ad avere un rischio genetico alto, secondo un nuovo studio condotto su larga scala.

Lo studio, guidato dalla Oxford University e dall'Università di Exeter, è tra i più grandi di sempre a esaminare il legame tra diverse condizioni legate al cuore e la demenza, e uno dei pochi a esaminare il complesso problema di molteplici condizioni di salute.


La ricerca, pubblicata su Lancet Healthy Longevity, ha esaminato i dati di oltre 200.000 over-60 di origini europee della UK Biobank. Il team di ricerca internazionale ha identificato quelli con diagnosi delle condizioni cardiometaboliche diabete, ictus o infarto o di qualsiasi combinazione tra queste tre, e coloro che sono andati avanti sviluppando la demenza.


All'interno di questa popolazione di studio, i ricercatori hanno scoperto che più condizioni (tra queste tre) aveva una persona, maggiore era il rischio di demenza. Le persone che avevano tutte e tre le condizioni avevano il triplo delle probabilità di sviluppare la demenza rispetto alle persone che avevano un alto rischio genetico.


Il dott. Xin You Tai, primo autore e dottorando dell'Università di Oxford, ha dichiarato:

“La demenza è una questione globale importante, che si prevede riguarderà 135 milioni di persone in tutto il mondo entro il 2050. Abbiamo scoperto che avere tali condizioni cardiache è collegato al rischio di demenza in misura maggiore rispetto al rischio genetico. Quindi, qualunque sia il rischio genetico con cui sei nato, puoi potenzialmente avere un grande impatto sulla riduzione del rischio di demenza prendendoti cura della salute metabolica e del cuore per tutta la vita".


Il team, che includeva ricercatori delle università di Glasgow e del Michigan, ha scoperto che quasi 20.000 partecipanti alla UK Biobank studiati avevano la diagnosi di una delle tre condizioni. Poco più di 2.000 avevano due condizioni e 122 le avevano tutte e tre.


Il prof. David Llewellyn, autore senior, professore di epidemiologia clinica e salute clinica all'Università di Exeter, ha dichiarato:

“Molti studi esaminano il rischio di un'unica condizione in relazione alla demenza, ma la salute è più complessa di così. Sappiamo che molti pazienti hanno in realtà una serie di condizioni. Il nostro studio ci dice che per le persone che hanno una diagnosi di diabete, ictus o infarto è particolarmente importante prendersi cura della salute e assicurarsi che siano sul giusto trattamento, per prevenire ulteriori problemi e ridurre il rischio di demenza".


Il team ha diviso i 200.000 partecipanti in tre categorie di rischio genetico, da alto a basso, sulla base di un punteggio di rischio completo che riflette più tratti di rischio genetico rilevanti per gli individui di origine europea. Avevano anche dati di scansione cerebrale di oltre 12.000 partecipanti e hanno trovato danni diffusi nel cervello per quelli con più di una condizione cardiometabolica. Al contrario, l'elevato rischio genetico era legato al deterioramento solo in parti specifiche del cervello.


Il dott. Kenneth Langa, co-autore dello studio, professore di medicina dell'Università del Michigan e del Veteran Affairs Ann Arbor Healthcare System, ha dichiarato:

“La nostra ricerca indica che proteggere il cuore per tutta la vita ha probabilmente anche benefici significativi per il cervello. Per prenderti cura del tuo cuore, puoi impegnarti in esercizio fisico regolare, seguire una dieta sana e fare tutto il possibile per garantire che pressione sanguigna, glicemia e livelli di colesterolo rientrino nelle linee guida".


La dott.ssa Sara Imarisio, responsabile della ricerca di Alzheimer's Research UK, ha dichiarato:

"Sono chiare le evidenze che ciò che fa bene al cuore fa bene anche alla testa. Il rischio di una persona di sviluppare la demenza è un mix complesso tra età, geni e aspetti dello stile di vita. In questo studio, i ricercatori hanno esaminato i dati di una popolazione di over-60, considerando condizioni cardiache particolari, informazioni genetiche e le loro influenze sul rischio di demenza. Hanno scoperto che le persone con più condizioni di salute cardiaca avevano ancora più probabilità di sviluppare la demenza rispetto alle persone che avevano un rischio maggiore di Alzheimer a causa della loro genetica.

“Questi risultati ribadiscono l'importanza di trattare le cause della cattiva salute del cuore, non solo in se stessa, ma anche per il vantaggio aggiuntivo in termini di riduzione del numero di casi di demenza. Dalla generosità dei nostri sostenitori che ci hanno permesso di finanziare questo lavoro, all'altruismo dei volontari che lo hanno reso possibile, vogliamo dire grazie, senza di loro una ricerca del genere non avrebbe potuto essere realizzata.

"Se sei preoccupato per la salute del tuo cuore o del tuo cervello, per favore parla con il tuo medico".

 

 

 


Fonte: University of Exeter (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Xin You Tai, ...[+6], David J Llewellyn. Cardiometabolic multimorbidity, genetic risk, and dementia: a prospective cohort study. The Lancet Healthy Longevity, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.