Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Migliori abilità linguistiche e più istruzione possono aiutare a scongiurare la demenza

Le persone con lieve deterioramento cognitivo non devono inevitabilmente sviluppare la demenza

Una nuova ricerca ha scoperto che non è inevitabile che le persone con lieve deterioramento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment) sviluppino la demenza e, in realtà, con più istruzione e abilità linguistiche avanzate, più che raddoppiano le loro possibilità di tornare alla normalità.


Lo studio, guidato da ricercatori dell'Università di Waterloo (Canada), può rassicurare quelli con MCI, in quanto contraddice l'assunzione comune che la condizione sia semplicemente una fase iniziale della demenza. Le persone con MCI mostrano segni di declino cognitivo, ma non abbastanza da impedire loro di eseguire i compiti giornalieri tipici. Sono considerati più a rischio di progredire verso il declino cognitivo più grave della demenza.


"Possedere un'elevata riserva cognitiva - basata sull'istruzione, su voti scolastici elevati e su competenze del linguaggio scritto - può prevedere ciò che accadrà anni dopo la diagnosi di MCI"
, ha detto Suzanne Tyas, prof.ssa di sanità pubblica alla Waterloo e autrice senior dello studio. "Anche dopo aver considerato l'età e la genetica - fattori di rischio assodati della demenza - abbiamo scoperto che livelli più alti di istruzione hanno più che raddoppiato le possibilità che le persone con MCI ritornassero alla cognizione normale invece di progredire alla demenza".


Lo studio ha anche scoperto che erano protettive anche le competenze linguistiche, riflesse da voti alti nella lingua a scuola o da una scrittura forte, grammaticalmente complessa e piena di idee.


I ricercatori hanno scoperto che quasi un terzo delle 472 donne con diagnosi di MCI sono ritornate alla cognizione normale almeno una volta durante gli 8,5 anni successivi alla loro diagnosi, e oltre l'80% di loro non ha mai sviluppato la demenza. Quasi un altro terzo del numero totale è progredito alla demenza senza mai ritornare alla cognizione normale, mentre il 3% è rimasto nella fase di MCI e il 36% sono decedute. Nessuna delle partecipanti è tornata dalla demenza all'MCI.


I ricercatori hanno anche evidenziato che le transizioni inverse sono molto più comuni della progressione alla demenza negli individui relativamente più giovani che non sono portatori di un certo fattore di rischio genetico e avevano livelli elevati di istruzione e abilità linguistiche.


"Non possiamo fare molto per l'età e la genetica, quindi è incoraggiante che le nostre scoperte dimostrino che ci sono altri modi per ridurre il rischio di demenza, come costruire riserva cognitiva attraverso l'istruzione e le capacità linguistiche, prima nella vita"
, ha detto la Tyas.


I risultati dello studio hanno implicazioni per il trattamento e la ricerca nelle persone con MCI:

"Se gli individui con più riserva cognitiva hanno maggiori probabilità di migliorare anche senza trattamento, allora questo deve essere preso in considerazione quando si reclutano partecipanti per le sperimentazioni cliniche di trattamenti potenziali e quando si interpretano i risultati di questi esperimenti", ha detto la Tyas, aggiungendo che non c'è cura per la maggior parte delle cause di demenza, quindi la prevenzione è cruciale.


Per l'analisi, i ricercatori hanno usato una modellazione complessa dei dati estratti da uno studio longitudinale chiamato Nun Study, che comprende un gruppo di suore anziane e altamente istruite. Le partecipanti erano per lo più omogenee, con stato socioeconomico, storia coniugale e riproduttiva simili, rafforzando le conclusioni di questo lavoro.

 

 

 


Fonte: University of Waterloo (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Maryam Iraniparast, Yidan Shi, Ying Wu, Leilei Zeng, Colleen Maxwell, Richard Kryscio, Philip St. John, Karen SantaCruz, Suzanne Tyas. Cognitive Reserve and Mild Cognitive Impairment: Predictors and Rates of Reversion to Intact Cognition vs Progression to Dementia. Neurology, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)