Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovata prima evidenza umana di come si formano i ricordi

Complete neuron cell diagram

In una scoperta che un giorno potrebbe dare benefici delle persone che soffrono di lesioni cerebrali traumatiche, di morbo di Alzheimer e di schizofrenia, ricercatori della University of Texas Southwestern hanno identificato le caratteristiche di oltre 100 neuroni sensibili alla memoria che hanno un ruolo centrale nel modo in cui i ricordi vengono richiamati nel cervello.


Bradley Lega MD, professore associato di chirurgia neurologica, neurologia e psichiatria, ha affermato che i suoi risultati, pubblicati sulla rivista Neuroimage, possono indicare nuove terapie di stimolazione cerebrale profonda per altre malattie e lesioni cerebrali.


"Fa luce in modo importante sulla domanda «come fai a sapere che stai ricordando qualcosa del passato, e non invece sperimentando qualcosa di nuovo che stai cercando di ricordare?»", ha detto il dott. Lega, che fa parte del Peter O'Donnell Jr. Brain Institute.


La scoperta più significativa è stata che, quando i ricordi vengono recuperati, lo sparo [dei neuroni] avviene con diversi tempi relativi ad altre attività cerebrali. Questa leggera differenza nei tempi, chiamata 'sfasamento di fase' (phase offset), finora non era stata segnalata negli esseri umani. Insieme, questi risultati spiegano come il cervello può 'ri-sperimentare' un evento, ma anche capire se la memoria è qualcosa di nuovo o qualcosa di codificato in precedenza.


"Queste sono alcune delle evidenze più chiare trovate fino ad oggi che ci mostrano come il cervello umano lavora in termini di richiamare vecchi ricordi rispetto a formarne di nuovi"
, ha detto il dott. Lega.


Il suo studio ha identificato 103 neuroni sensibili alla memoria nell'ippocampo e nella corteccia entorinale, che aumentano il tasso di attività quando la codifica della memoria ha esito positivo. Lo stesso modello di attività è tornato quando i pazienti hanno tentato di richiamare quegli stessi ricordi, in particolare i ricordi altamente dettagliati.


Questa attività nell'ippocampo può avere rilevanza per la schizofrenia, perché la disfunzione ippocampale è alla base dell'incapacità degli schizofrenici di distinguere tra ricordi e allucinazioni o fissazioni. I neuroni identificati dal dott. Lega sono un pezzo importante del puzzle che costituisce il motivo per cui ciò accade, ha detto Carol Tamminga MD, prof.ssa, preside di psichiatria ed esperta nazionale di schizofrenia.


"Le allucinazioni e le illusioni nelle persone con una malattia psicotica sono ricordi reali, trasformati dai sistemi di memoria neurali in ricordi 'normali', anche se sono corrotti. Sarebbe importante capire come usare questo meccanismo di 'sfasamento di fase' per modificare questi ricordi danneggiati", ha detto la dott.ssa Tamminga.


Un'opportunità per saperne di più sulla memoria umana è arrivata dalla chirurgia di impianto di elettrodi nel cervello nei pazienti di epilessia per mappare le loro convulsioni, che ha potuto essere usata anche per identificare i neuroni coinvolti nella memoria. In questo studio, 27 pazienti con epilessia, che hanno avuto l'impianto di elettrodi alla UT Southwestern e in un ospedale della Pennsylvania, hanno eseguito compiti di memoria per generare dati per la ricerca cerebrale.


L'analisi dei dati non prova in modo definitivo, ma aggiunge nuova credibilità a un importante modello di memoria chiamato Separate Phases at Encoding And Retrieval (SPEAR) [fasi separate nella codifica e nel recupero], che gli scienziati hanno sviluppato dagli studi sui topi.


"Non è mai stato provato definitivamente. Una cosa è avere un modello; un'altra è mostrare le prove che questo è ciò che sta accadendo negli umani"
, ha detto il dott. Lega.


Il modello SPEAR, che prevede lo 'sfasamento di fase' riferito nello studio, è stato sviluppato per spiegare come il cervello può tenere traccia delle nuove esperienze rispetto a quelle antiche quando si impegna nel recupero dei ricordi. In precedenza, l'unica evidenza a sostegno dello SPEAR veniva dai topi modello.

 

 

 


Fonte: UT Southwestern (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Hye Bin Yoo, Gray Umbach, Bradley Lega. Neurons in the human medial temporal lobe track multiple temporal contexts during episodic memory processing. NeuroImage, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)