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Socializzare migliora la funzione cognitiva degli anziani nel quotidiano

social interaction

Socializzare con gli altri è importante per la salute mentale e il benessere, e può contribuire pure a migliorare la cognizione, in particolare per gli anziani, secondo una nuova ricerca.


Nello studio condotto da Ruixue Zhaoyang, assistente professore di ricerca del Center for Healthy Aging della Penn State University, i ricercatori hanno scoperto che, quando gli anziani da 70 a 90 anni di età hanno segnalato interazioni sociali piacevoli più frequenti, avevano anche migliori prestazioni cognitive quel giorno e i due successivi.


Zhaoyang ha detto che i risultati - pubblicati di recente sulla rivista PLoS ONE - possono avere particolare rilevanza ora a causa delle misure di mitigazione di distanziamento sociale durante tutta la pandemia da COVID-19:

“Il nostro studio è uno dei primi a dimostrare che le interazioni sociali in un giorno possono influire immediatamente sulle prestazioni cognitive quello stesso giorno e anche nei giorni seguenti.

“Il fatto che abbiamo scoperto che i benefici cognitivi delle piacevoli interazioni sociali potrebbero manifestarsi nel corso di un così breve periodo di tempo è stata una sorpresa felice e potrebbe essere un settore promettente per studi futuri di intervento”.


Secondo l'Alzheimer's Association, più di sei milioni di americani hanno attualmente il morbo di Alzheimer (MA), e questo numero è destinato ad aumentare a quasi 13 milioni entro il 2050. Inoltre, le morti per MA e altre demenze sono aumentate del 16% durante la pandemia COVID-19.


Zhaoyang ha detto che senza terapie farmacologiche affidabili, è fondamentale trovare il modo per aiutare a prevenire queste condizioni prima che raggiungano la fase clinica:

“Il MA e le altre demenze impongono oneri sostanziali sui pazienti, così come ai loro familiari e caregiver. È importante trovare i fattori di rischio modificabili del declino cognitivo, prima che passi allo stadio clinico del MA. L'isolamento sociale nel corso della vita è un fattore di rischio per la demenza, e anche uno su cui abbiamo un certo controllo“.


Per lo studio i ricercatori hanno usato dati raccolti per 16 giorni dagli smartphone di 312 anziani. I partecipanti sono stati invitati 5 volte al giorno a segnalare il numero di interazioni sociali che avevano avuto, quelli con cui avevano interagito, e se era stata un'esperienza positiva o negativa. Le interazioni digitali, come parlare al telefono o via SMS sono state contate come quelle di persona.


Inoltre, i partecipanti hanno completato tre test cognitivi via cellulare dopo ogni accesso: uno è stato progettato per misurare l'attenzione e la velocità di elaborazione, un altro misurava la memoria spaziale di lavoro, e l'ultimo misurava la legatura della memoria nella funzione intra-elemento.


I ricercatori hanno scoperto che quando gli anziani hanno interagito più di frequente con persone alle quali erano vicini - soprattutto i loro amici - hanno avuto prestazioni migliori su questi test cognitivi, rispetto a quelli che hanno interagito meno frequentemente con i partner vicini.


Hanno inoltre scoperto che quando gli anziani non avevano di solito certi tipi di contatto sociale, avevano prestazioni cognitive migliori nei giorni in cui avevano il tipo di contatto che era loro mancato. Ad esempio, se una persona di solito non aveva molti contatti con la famiglia, sperimentava un potenziamento della cognizione nei giorni che aveva più contatto del solito con la famiglia.


Zhaoyang ha detto che, mentre lo studio suggerisce che la mancanza di socializzazione può avere effetti negativi sulla cognizione, mostra anche l'occasione per interventi futuri:

“I nostri risultati suggeriscono che la mancanza di interazioni sociali positive nella vita quotidiana potrebbe essere un fattore di rischio critico per il declino della funzione cognitiva più avanti nella vita.

“Gli anziani che mancano di certe esperienze di interazione sociale potrebbero potenzialmente trarre i maggiori benefici da interventi che aiutano a ‘potenziare’ i loro normali livelli di interazioni sociali nella vita quotidiana”.

 

 

 


Fonte: Penn State University via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ruixue Zhaoyang, Stacey Scott, Lynn Martire, Martin Sliwinski. Daily social interactions related to daily performance on mobile cognitive tests among older adults. PLOS One, 26 Aug 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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