Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

Poco esercizio e alimentazione scadente possono aumentare il rischio di demenza

Alimentazione ed esercizio fisico possono influenzare il rischio di declino cognitivo (CD) e di demenza influenzando potenzialmente la neurogenesi dell'ippocampo (il processo attraverso il quale il cervello produce nuove cellule cerebrali) molto prima della loro insorgenza.

Una nuova ricerca dell'Istituto di Psichiatria, Psicologia & Neuroscienze (IoPPN) del King's College London ha scoperto che sia la dieta che l'esercizio possono influenzare il rischio di declino cognitivo (CD) e di demenza, influenzando potenzialmente la neurogenesi dell'ippocampo (il processo con cui il cervello produce nuove cellule cerebrali) molto prima della loro insorgenza.


Lo studio, pubblicato su Alzheimer's & Dementia, suggerisce che la neurogenesi alterata nel cervello potrebbe potenzialmente rappresentare un biomarcatore precoce sia del CD che della demenza.


La ricerca ha esaminato come il sangue dei partecipanti, con e senza CD e demenza, può influenzare la neurogenesi dell'ippocampo in ambienti di laboratorio, e se la dieta e l'esercizio fisico sono fattori importanti. In particolare, i campioni di sangue di 418 adulti francesi over-65 sono stati raccolti 12 anni prima della diagnosi di CD e demenza e testati su cellule staminali umane dell'ippocampo.


Inoltre, i ricercatori hanno raccolto informazioni e dati clinici di ciascun partecipante; hanno misurato l'incidenza dello stato della cognizione e della demenza ogni 2 o 3 anni per un periodo di 12 anni. Nel corso dello studio, hanno stabilito che 12 anni prima della diagnosi, sia il CD che l'Alzheimer erano associati ai livelli di morte delle cellule staminali neurali.


La squadra ha anche scoperto che l'esercizio fisico, la nutrizione, i livelli di vitamina D, i livelli carotenoidi e lipidici sono tutti associati al tasso con cui muoiono le cellule. Anche l'attività fisica e la nutrizione erano fattori chiave che hanno determinato lo stato di CD. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che una riduzione dell'attività fisica e l'aumento della malnutrizione hanno incrementato la morte cellulare, che a sua volta ha aumentato il rischio di futuro CD.


Mentre gli studi precedenti avevano stabilito che la dieta e l'esercizio fisico hanno alcuni effetti protettivi contro il CD e la demenza, questi ruoli erano poco compresi a livello neurobiologico. Ad oggi, gli studi sugli animali hanno dimostrato che la dieta e l'esercizio fisico possono influenzare direttamente la neurogenesi nell'ippocampo, potendo potenzialmente spiegare come esercizio fisico e dieta possono esercitare biologicamente i loro effetti, ma questo studio getta ulteriore luce su questo nel contesto di un modello umano.


La dott.ssa Sandrine Thuret dell'IoPPN, l'autrice senior dello studio, ha detto:

"Il nostro studio ha dimostrato non solo che ci sono indicatori individuali della neurogenesi dell'ippocampo associati a CD e demenza 12 anni dopo, ma anche che c'è un certo grado di specificità rispetto alle diagnosi dei sottotipi di demenza.

"Se un individuo mostra un aumento dei livelli di morte cellulare durante la differenziazione (quando le cellule staminali neurali stanno diventando neuroni), possiamo vederlo come un potenziale segnale di pericolo di CD.

"Viceversa, un calo dei livelli di morte cellulare durante la proliferazione (il processo mediante la quale una singola cella si divide in una coppia) e la ridotta integrità della cellula progenitrice ippocampale potrebbero essere considerati come predittori dell'Alzheimer e della demenza vascolare, rispettivamente".


Secondo Alzheimer's Research UK, c'erano in totale 525.315 persone con una diagnosi di demenza nel Regno Unito nel 2020. I tassi di declino cognitivo e di demenza dovrebbero triplicare in prevalenza entro il 2040.


Il dott. Andrea du Preez, il primo autore dello studio dell'IoPPN del King ha detto:

"Anche se senza dubbio è necessario più lavoro per comprendere appieno come dieta ed esercizio fisico possono modulare la neurogenesi dell'ippocampo, i nostri risultati possono rappresentare un'efficace strategia preventiva precoce contro il CD e la demenza".

 

 

 


Fonte: King’s College London (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Andrea Du Preez, Sophie Lefèvre-Arbogast, Vikki Houghton, Chiara de Lucia, Dorrain Low, Catherine Helmer, Catherine Féart, Cécile Delcourt, Cécile Proust-Lima, Mercè Pallàs, Silvie Ruigrok, Barbara Altendorfer, Raúl González-Domínguez, Alex Sánchez-Pla, Mireia Urpi-Sardà, Cristina Andres-Lacueva, Ludwig Aigner, Paul Lucassen, Aniko Korosi, Claudine Manach, Cécilia Samieri, Sandrine Thuret. The serum metabolome mediates the concert of diet, exercise, and neurogenesis, determining the risk for cognitive decline and dementia. Alzheimer's & Dementia, 17 Aug 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.