Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Poco esercizio e alimentazione scadente possono aumentare il rischio di demenza

Alimentazione ed esercizio fisico possono influenzare il rischio di declino cognitivo (CD) e di demenza influenzando potenzialmente la neurogenesi dell'ippocampo (il processo attraverso il quale il cervello produce nuove cellule cerebrali) molto prima della loro insorgenza.

Una nuova ricerca dell'Istituto di Psichiatria, Psicologia & Neuroscienze (IoPPN) del King's College London ha scoperto che sia la dieta che l'esercizio possono influenzare il rischio di declino cognitivo (CD) e di demenza, influenzando potenzialmente la neurogenesi dell'ippocampo (il processo con cui il cervello produce nuove cellule cerebrali) molto prima della loro insorgenza.


Lo studio, pubblicato su Alzheimer's & Dementia, suggerisce che la neurogenesi alterata nel cervello potrebbe potenzialmente rappresentare un biomarcatore precoce sia del CD che della demenza.


La ricerca ha esaminato come il sangue dei partecipanti, con e senza CD e demenza, può influenzare la neurogenesi dell'ippocampo in ambienti di laboratorio, e se la dieta e l'esercizio fisico sono fattori importanti. In particolare, i campioni di sangue di 418 adulti francesi over-65 sono stati raccolti 12 anni prima della diagnosi di CD e demenza e testati su cellule staminali umane dell'ippocampo.


Inoltre, i ricercatori hanno raccolto informazioni e dati clinici di ciascun partecipante; hanno misurato l'incidenza dello stato della cognizione e della demenza ogni 2 o 3 anni per un periodo di 12 anni. Nel corso dello studio, hanno stabilito che 12 anni prima della diagnosi, sia il CD che l'Alzheimer erano associati ai livelli di morte delle cellule staminali neurali.


La squadra ha anche scoperto che l'esercizio fisico, la nutrizione, i livelli di vitamina D, i livelli carotenoidi e lipidici sono tutti associati al tasso con cui muoiono le cellule. Anche l'attività fisica e la nutrizione erano fattori chiave che hanno determinato lo stato di CD. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che una riduzione dell'attività fisica e l'aumento della malnutrizione hanno incrementato la morte cellulare, che a sua volta ha aumentato il rischio di futuro CD.


Mentre gli studi precedenti avevano stabilito che la dieta e l'esercizio fisico hanno alcuni effetti protettivi contro il CD e la demenza, questi ruoli erano poco compresi a livello neurobiologico. Ad oggi, gli studi sugli animali hanno dimostrato che la dieta e l'esercizio fisico possono influenzare direttamente la neurogenesi nell'ippocampo, potendo potenzialmente spiegare come esercizio fisico e dieta possono esercitare biologicamente i loro effetti, ma questo studio getta ulteriore luce su questo nel contesto di un modello umano.


La dott.ssa Sandrine Thuret dell'IoPPN, l'autrice senior dello studio, ha detto:

"Il nostro studio ha dimostrato non solo che ci sono indicatori individuali della neurogenesi dell'ippocampo associati a CD e demenza 12 anni dopo, ma anche che c'è un certo grado di specificità rispetto alle diagnosi dei sottotipi di demenza.

"Se un individuo mostra un aumento dei livelli di morte cellulare durante la differenziazione (quando le cellule staminali neurali stanno diventando neuroni), possiamo vederlo come un potenziale segnale di pericolo di CD.

"Viceversa, un calo dei livelli di morte cellulare durante la proliferazione (il processo mediante la quale una singola cella si divide in una coppia) e la ridotta integrità della cellula progenitrice ippocampale potrebbero essere considerati come predittori dell'Alzheimer e della demenza vascolare, rispettivamente".


Secondo Alzheimer's Research UK, c'erano in totale 525.315 persone con una diagnosi di demenza nel Regno Unito nel 2020. I tassi di declino cognitivo e di demenza dovrebbero triplicare in prevalenza entro il 2040.


Il dott. Andrea du Preez, il primo autore dello studio dell'IoPPN del King ha detto:

"Anche se senza dubbio è necessario più lavoro per comprendere appieno come dieta ed esercizio fisico possono modulare la neurogenesi dell'ippocampo, i nostri risultati possono rappresentare un'efficace strategia preventiva precoce contro il CD e la demenza".

 

 

 


Fonte: King’s College London (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Andrea Du Preez, Sophie Lefèvre-Arbogast, Vikki Houghton, Chiara de Lucia, Dorrain Low, Catherine Helmer, Catherine Féart, Cécile Delcourt, Cécile Proust-Lima, Mercè Pallàs, Silvie Ruigrok, Barbara Altendorfer, Raúl González-Domínguez, Alex Sánchez-Pla, Mireia Urpi-Sardà, Cristina Andres-Lacueva, Ludwig Aigner, Paul Lucassen, Aniko Korosi, Claudine Manach, Cécilia Samieri, Sandrine Thuret. The serum metabolome mediates the concert of diet, exercise, and neurogenesis, determining the risk for cognitive decline and dementia. Alzheimer's & Dementia, 17 Aug 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.