Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quanto è importante il tocco nel prendersi cura di una persona con Alzheimer?

Il primo senso che acquisiamo è il tatto. Purtroppo, il tatto di solito non fa parte della routine quotidiana nell'assistenza alle persone con morbo di Alzheimer (MA) o altra demenza.


Il dott. Matthew J. Hertenstein, professore della DePauw University, ha condotto studi sui benefici del tatto. Alcune delle sue ricerche si sono concentrate sui bambini e come rispondono positivamente al tocco, anche quando sono nel reparto neonatale dell'ospedale. Ricerche simili sull'impatto del tatto hanno individuato diversi benefici fisici, come la diminuzione della pressione del sangue e del dolore; il miglioramento dell'umore e delle prospettive; e il calo dei tassi di cortisolo legati allo stress e del ritmo cardiaco.


Il tocco attiva la parte della corteccia orbitofrontale del cervello e stimola la produzione di un ormone chiamato ossitocina, che gli scienziati chiamano l'ormone di 'cura e connessione'. Questa reazione nel cervello porta a sentimenti di sicurezza e di fiducia e una riduzione dello stress e dell'ansia. I ricercatori suggeriscono che il tatto è veramente fondamentale per la comunicazione, il legame e la salute umana.


Per quelli con MA o demenza, il tocco può essere l'unica via di comunicazione, quando quella persona diventa non verbale o arriva alla fase finale della malattia.


Un tocco dolce e amorevole offerto a qualcuno con MA o demenza può rilasciare le ansie e contribuire ad aumentare i sentimenti di benessere generale. Nemmeno gli individui con demenza avanzata perdono la capacità di riconoscere i tocchi amorevoli.


Il tocco può calmare i comportamenti agitati, a ridurre l'agitazione, alleviare il disagio fisico e promuovere il sonno. Il tocco può generare connessioni emotive con gli altri, soprattutto perché quelli con MA o demenza hanno una grande difficoltà a comunicare.


Ci sono molti modi per dare tatto agli individui affetti. I massaggi a mano con lozione, le pacche sulle braccia o sulle spalle, la pettinatura / spazzolatura dei capelli o la terapia professionale di massaggio possono tutti contribuire a ridurre l'ansia e la paura.


Tuttavia, è importante tenere a mente che, anche se il tatto è per il benessere e la tranquillità dell'individuo malato, non significa necessariamente che la persona sarà disposta a riceverlo. Considera la cultura di quell'individuo, valuta la sua natura e chiedi sempre il permesso di abbracciarlo o di offrire un massaggio alle mani.


L'atto del tocco non deve essere qualcosa di complicato, come un lungo massaggio professionale. Tienilo semplice e usa aromi per accompagnare la terapia del tocco. Osserva il linguaggio del tuo corpo e offri sempre un dolce e rassicurante sorriso.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.