Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Terapia Professionale: sollievo nella demenza?

Trovare un modo per alleviare la dura realtà della demenza potrebbe portare sollievo a circa 6,8 milioni di persone negli Stati Uniti (US Office of Technology Assessment, 2011); di queste, 5,3 milioni hanno l'Alzheimer, la causa più comune di demenza. Nel 2011, è previsto che saranno diagnosticati mezzo milione di nuovi casi di Alzheimer (Advance for Occupational Therapy Practitioners, 2011).

La demenza non è una malattia specifica, ma piuttosto i sintomi causati da altre malattie o condizioni che colpiscono il cervello. Contrariamente a quanto molti credono, non è parte normale del processo di invecchiamento.

E' la perdita grave di capacità cognitive (quali il pensiero, la memoria e il ragionamento) che interferisce con il funzionamento quotidiano di una persona. I sintomi includono cambiamenti di personalità, problemi comportamentali e problemi di memoria. I trattamenti per la demenza comprendono attualmente i farmaci da prescrizione e/o istituzionalizzazione per persone con problemi di memoria. Mentre queste opzioni aiutano a gestire la malattia, è stato scoperto che la terapia professionale ha effetti positivi sulla capacità dei pazienti affetti da demenza di svolgere le attività quotidiane e sui livelli di fiducia dei loro caregivers, sia nel breve che nel lungo termine.

Lo studio
Uno studio del 2006 del British Medical Journal attraverso la Nijmegen University nei Paesi Bassi, ha seguito 135 pazienti. Ognuno aveva più di 65 anni, con demenza da lieve a moderata, e aveva un caregiver primario, almeno un giorno alla settimana. I terapisti professionali hanno ricevuto una formazione specifica per pazienti affetti da demenza, e hanno quindi eseguito la terapia sia al paziente che al caregiver due volte a settimana per cinque settimane, per un totale di 10 sedute.

I pazienti hanno ricevutoun punteggio su due parametri: 1) le capacità motorie e di processo e 2) il deterioramento delle attività quotidiane. I caregiver sono stati valutati nei loro sentimenti di competenza nel prendersi cura del paziente con demenza. Dodici settimane dopo la conclusione della terapia, il 75% dei pazienti ha mostrato una migliore abilità di processo e l'82% aveva meno bisogno di assistenza con le attività della vita quotidiana (ADL) (Medical News Today, 2006). Inoltre, il 58% dei caregiver ha registrato un aumento nel loro senso di competenza per la cura del paziente con demenza (healthandage.com, 2009). Questi risultati indicano chiaramente i notevoli vantaggi della terapia professionale per le situazioni relative alla demenza, e si stanno valutando i benefici economici di questo approccio.

Secondo la Alzheimer's Association, nel 2010, 172 miliardi dollari sono stati spesi per l'Alzheimer. Poiché la terapia occupazionale sembra allungare il periodo di tempo in cui un individuo rimane autosufficiente e aiuta il caregiver a avere più fiducia nel controllo dell'assistenza, essa può offrire nuove risposte in diversi modi per pazienti, caregivers, medici e assicuratori. Il pagamento della terapia professionale può avvenire da una o più fonti, compresi i privati e Medicare parte B, che rimborsa la terapia occupazionale solo a determinate condizioni (cfr. www.medicare.gov). [...]

 

Cos'è la terapia professionale?
L'American Occupational Therapy Association utilizza questa tabella come guida per l'attuazione della terapia occupazionale per i pazienti di Alzheimer. Poichè l'Alzheimer è una malattia degenerativa, con progressivo deterioramento del cervello e conseguente insorgenza progressiva in tre fasi (iniziale, media e finale), la terapia occupazionale è implementata in modo diverso in ogni fase.

Intervento di Occupational Therapy per stadi Iniziale, Medio e Finale del Morbo di Alzheimer
Stadio Aree Professionali Intervento di Terapia Professionale
Stadio Iniziale
Lavoro / Volontariato Creare opportunità di lavorare / compiti del volontario adattate alla capacità del cliente.
IADLs (Attività strumentali della vita quotidiana) Modificare esigenze ambientali e di attività per ridurre la frustrazione e di fornire istruzione e formazione al caregiver per le modifiche.
Mantenere un coinvolgimento certo nell' IADLs con supporti e risorse adeguate.
La partecipazione sociale Realizzare la rete sociale primaria e secondaria con la famiglia e la comunità.
Promuovere una partecipazione in attività di svago di scelta; adattare le attività per il tempo libero alla capacità del cliente.
Stadio
Medio
ADLs (Attività della vita quotidiana) Massimizzare l'impegno nelle ADL mediante adattamenti compensativi e ambientali.
Tempo libero Allenare i caregivers in programmi di attività su misura. Creare opportunità per le competenze per il tempo libero identificando una supervisione adeguata e le preoccupazioni per la sicurezza.
La partecipazione sociale Perseguire programmi basati sulla comunità per persone con perdita cognitiva.
Sonno Prevenire disturbi del sonno attraverso il coinvolgimento attivo nelle attività diurne.
Stadio
finale
ADLs
Mantenere fattori del cliente per partecipare agli ADL con il supporto e la formazione del caregiver
La partecipazione sociale Modificare l'approccio alla partecipazione sociale per soddisfare il bisogno di contatto umano.
Sonno Prevenire le co-morbidità connesse al minore movimento durante il sonno / riposo.
Fonte: American Occupational Therapy Association, Inc., 2010.

 

Modello di assistenza centrato sulla famiglia
Per la persona con demenza, che dipende da un caregiver familiare, un piano di trattamento viene messo insieme con un modello assistenziale centrato sulla famiglia, basato sulla collaborazione tra terapeuta professionale, paziente, caregiver, e i membri della famiglia. I caregivers familiari sono coinvolti nel determinare i livelli di abilità ADL del paziente, esplorare i punti di forza e i limiti del paziente, e fissare gli obiettivi per l'indipendenza del paziente e del caregiver di sostegno.

Modello di assistenza centrato sul Team
Nei casi più gravi di demenza, e con il trasloco a una struttura di assistenza della memoria o a un ente di assistenza a lungo termine, viene utilizzato un modello assistenziale centrato sul team, che comprende il paziente, la famiglia, il medico, e il personale della casa di cura. Il team lavora insieme per determinare i livelli di capacità del paziente, selezionare gli obiettivi, e sviluppare un piano di assistenza che include la terapia professionale.

Obiettivo della terapia professionale
La sfida della terapia professionale è quello di creare un buon bilanciamento tra sicurezza dei pazienti e massima indipendenza. La ricompensa per il paziente è in miglioramento cognitivo e le competenze pratiche nel fare attività quotidiane che aiutano il paziente a vivere in modo più indipendente, con una vita di qualità migliore per un periodo più lungo. I caregiver che sono addestrati in terapia professionale, hanno il beneficio della riduzione dello stress e un maggiore senso di competenza. Vale la pena approfondire la terapia professionale nel caso di una persona affetta da demenza.

 

 


Pubblicato in CSA.us in Maggio 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.