Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


In che modo l'interazione sociale può prevenire la demenza

Esercitare il cervello attraverso sane interazioni sociali con altri umani è molto importante. Come avere un sonno adeguato, una buona dieta e un regolare esercizio fisico, l'interazione sociale ha una vasta gamma di benefici positivi che potresti non aver considerato in precedenza.


La ricerca dimostra che le persone che si impegnano regolarmente in interazioni sociali significative mantengono meglio la loro salute cerebrale a tutte le età. Uno studio condotto dal National Institute of Health ha stabilito che solo 10 minuti di interazione sociale giornaliera aumentano le prestazioni nelle valutazioni cognitive e possono dare un importante vantaggio cognitivo con l'avanzare dell'età.

 

 

Rilevare, decodificare e interpretare

Le situazioni sociali e lo sviluppo delle relazioni richiedono che il nostro cervello coinvolga più reti neurali che supportano capacità e funzionalità quotidiane sane. Le situazioni sociali faccia-a-faccia ci impongono di pensare e rispondere rapidamente per garantire che rileviamo, decodifichiamo e interpretiamo l'interazione in modo da poter dare una risposta appropriata.


Ciò comporta:

  • ascoltare e acquisire informazioni;
  • assegnare un significato a queste informazioni;
  • analizzare le informazioni nel contesto della conversazione più ampia;
  • interpretare segnali consci / subconsci che derivano dall'interazione (ovvero linguaggio del corpo, flessione della voce, contatto con gli occhi);
  • accendere la nostra memoria di lavoro per navigare in modo efficace nelle conversazioni;
  • monitorare i controlli di impulso e inibizione per garantire interazioni appropriate.


La stimolazione mentale coinvolta nelle interazioni faccia-a-faccia ha un ruolo cruciale nel respingere il declino cognitivo e può effettivamente essere un modo utile per migliorare nel tempo la cognizione corrente, cercando interazioni umane significative che ci aiutano a formare legami che supportano la salute del cervello e quella generale.

 

 

Collegamenti sociali e salute

Oltre all'«esercizio mentale», le interazioni sociali facilitano lo sviluppo e la manutenzione del nostro sistema e rete di supporto. Come riferito dall'Harvard Women's Health Watch, "Dozzine di studi hanno dimostrato che le persone che hanno rapporti soddisfacenti con la famiglia, gli amici e la loro comunità sono più felici, hanno meno problemi di salute e vivono più a lungo".


Chi ha grandi reti sociali ha il 26% in meno di probabilità di sviluppare demenza rispetto a quelli con piccole reti. La resilienza allo stress è maggiore tra quelli con reti di supporto sociale consolidate.
Invecchiando, diventa particolarmente importante mantenere interazioni significative per ridurre il rischio di declino cognitivo.


Uno studio condotto dalla dott.ssa Lisa Berkman dell'Università di Harvard ha rilevato che gli individui che erano socialmente attivi hanno sperimentato meno declino della memoria. Infatti, quelli con la massima socievolezza hanno riportato la metà della perdita di memoria rispetto a quelli meno sociali. Dopo aver considerato altri dati demografici come età, sesso, razza e salute, le statistiche sono rimaste invariate.

 

Non tutte le socializzazioni sono uguali

Non tutte le interazioni sociali hanno la stessa connessione con la salute cognitiva; pertanto, la distinzione tra tipi di interazioni sociali è essenziale. Dei ricercatori hanno notato che il solo vivere con i familiari (la semplice convivenza) non diminuisce la probabilità di sviluppare demenza, perché non fornisce il giusto tipo di interazione sociale per assicurare benefici cognitivi positivi.


Per cogliere i potenziali benefici delle interazioni sociali, gli individui devono essere coinvolti e partecipare ad attività sociali al di fuori della famiglia, che è una delle misure preventive più forti contro la demenza. Le attività sociali comprendono condividere i pasti, conversare, giocare, assistere a lezioni e fare esercizi fisici, per citarne alcuni. L'impegno sociale in realtà incoraggia gli altri comportamenti salutari come accennato in precedenza.

 

 

Cosa posso fare?

L'Alzheimer's Association sostiene che gli sport, le attività culturali, il supporto emotivo e le relazioni personali, collettivamente sembrano avere un effetto difensivo dalla demenza. Stimolare la mente e il corpo per rimanere impegnati socialmente include le seguenti attività:

  • rimanere attivo sul posto di lavoro;
  • fare volontariato in gruppi e cause comunitarie;
  • partecipare a club di bridge, gruppi di Tai Chi, di ballo e di cammino, club di libri, gruppi di giardinaggio o altri gruppi sociali della comunità;
  • viaggiare e incontrare nuove persone e sperimentare nuove culture.


Le abilità sociali possono essere una cartina di tornasole importante per valutare la salute. Differenze significative nel contegno possono essere indicative di sfide sia fisiche che mentali.


Anche se la maggior parte di noi associa la demenza a cambiamenti nella memoria, in realtà alcuni dei primi sintomi della demenza sono sociali; i malati diventano meno attenti, meno empatici e peggiori a riconoscere le emozioni e a regolarle. Essere consapevoli di questi segnali di pericolo può aiutare i familiari e gli amici a identificare i cambiamenti che possono indicare la necessità di una valutazione cognitiva da parte del medico della persona cara.


Sentiamo parlare molto di intelligenza artificiale e sulla sua promessa per il nostro futuro. In realtà una delle chiavi principali per la salute umana è il bisogno fondamentale che gli esseri umani hanno di collegarsi l'uno con l'altro.


Cosa puoi fare TU oggi per essere più coinvolto con gli altri e per migliorare e migliorare la salute del tuo cervello e la salute generale?

 

 

 


Fonte: Mylea Charvat PhD, psicologa clinica, neuroscienziata traslazionale e CEO / fondatrice di Savonix, società di valutazione cognitiva digitale.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Referenze:

  • Wang, S. S. (2013, May 21). When social skills are a warning--behavior changes serve as an early signal of mental-health issues; starting treatment sooner. Wall Street Journal.
  • Diamond, M. (2008, Nov 21). Friends Make You Smart. AARP.
  • Glei, D. A., Landau, D. A., Goldman, N., Chuang, Y. L., Rodríguez, G., & Weinstein, M. (2005). Participating in social activities helps preserve cognitive function: an analysis of a longitudinal, population-based study of the elderly. International journal of epidemiology, 34(4), 864-871.
  • Ybarra, O., Burnstein, E., Winkielman, P., Keller, M. C., Manis, M., Chan, E., & Rodriguez, J. (2008). Mental exercising through simple socializing: Social interaction promotes general cognitive functioning. Personality and Social Psychology Bulletin, 34(2), 248-259.
  • Ybarra, O., & Winkielman, P. (2012). On-line social interactions and executive functions. Frontiers in human neuroscience, 6.
  • Parker-Pope, T. (2008, June 4). Socializing Appears to Delay Memory Problems. The New York Times.
  • Ozbay, F., Johnson, D. C., Dimoulas, E., Morgan III, C. A., Charney, D., & Southwick, S. (2007). Social support and resilience to stress: from neurobiology to clinical practice. Psychiatry (Edgmont), 4(5), 35.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.