Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer non dipende solo da geni sbagliati e sfortuna

Il numero di morti per malattie cardiache, la causa principale della morte, è sceso del 14 per cento dal 2000. Le morti causate dall'Alzheimer sono aumentate dell'89 per cento. La maggior parte delle persone addebita l'Alzheimer a geni cattivi e sfortuna.


Esistono infatti 'geni di rischio' che aumentano la probabilità di sviluppare l'Alzheimer. Esistono anche 'geni deterministici' estremamente rari che, se ereditati, garantiscono che un individuo svilupperà l'Alzheimer. I geni deterministici sono stati trovati solo in diverse centinaia di famiglie allargate in tutto il mondo.


Attribuire il picco dei casi di Alzheimer e delle sue morti solo alla genetica è semplice e miope, soprattutto quando la scienza racconta una storia diversa.

 

Come rimanere in buona salute

La ricerca scientifica suggerisce che la resistenza all'insulina, la carenza di vitamina D (spesso causata dalla mancanza di esposizione al sole), le tossine ambientali, la mancanza di esercizio, l'ipertensione e le malattie cardiache possono aumentare il rischio di Alzheimer. Questi fattori di rischio sono in gran parte basati sulle scelte di stile di vita, non sulla genetica.


Vediamo cosa è veramente questa malattia. L'Alzheimer è una malattia neurodegenerativa. Ciò significa che le cellule cerebrali gradualmente muoiono, la dimensione totale del cervello si riduce e le cellule cerebrali residue diventano scollegate. L'Alzheimer inizia di norma con problemi di memoria a breve termine e diventa più grave con disorientamento, depressione, ansia, mutamenti di umore e comportamentali, confusione e difficoltà a parlare. È assolutamente straziante.


Una volta che insorge una malattia neurodegenerativa, non c'è molto che si può fare. Tuttavia, possiamo rallentare il tasso di morte delle cellule cerebrali, con scelte migliori di stile di vita.

 

  • Esercita il tuo cervello per prima cosa. Quel chilo e mezzo di miracolo di Dio tra le tue orecchie deve essere mantenuto come il resto del tuo corpo. Frequenta un corso. Impara a suonare uno strumento. Fai cruciverba. Impara una nuova lingua. E poi dormi molto così che il cervello possa disintossicarsi naturalmente.
  • Evita i cibi e le bevande infiammatorie con zucchero aggiunto e dolcificanti artificiali. Focalizzati su una dieta naturale e vegetale e scopri gli integratori nutrizionali. Ad esempio, studi scientifici hanno collegato livelli più alti di magnesio a un calo dei sintomi di Alzheimer.
    Il digiuno intermittente è una tecnica relativamente recente che può aiutare il tuo corpo a bruciare i grassi e a correggere i problemi di resistenza all'insulina. Un medico di medicina funzionale o un nutrizionista può consigliarti protocolli nutrizionali clinici adeguati.
  • Evita le tossine ambientali, come il mercurio e l'alluminio che si trovano nei prodotti domestici comuni. Sostituisci le materie plastiche con i contenitori di vetro. La disintossicazione è fondamentale per mantenere l'equilibrio ormonale, ridurre l'infiammazione e rallentare il processo neurodegenerativo.
  • Le statine - Studi scientifici recenti hanno collegato i farmaci statinici, prescritti spesso per il colesterolo alto, ad un aumento del rischio di Alzheimer. Tuttavia, il colesterolo alto può essere trattato attraverso una corretta alimentazione e programmi personalizzati di esercizio senza danneggiare il cervello.

Nessuna di queste raccomandazioni ha nulla a che fare con la genetica. Hanno tutte a che fare con scelte di vita più intelligenti.


Ammiro le persone che formano gruppi per andare alle passeggiate di Alzheimer e raccolgono fondi per la ricerca. Ammiro le persone che indossano nastri viola per onorare quelli che si sono persi per questa terribile malattia.


Ma se vogliamo iniziare a fare la differenza oggi, dobbiamo informarci e fare scelte migliori per noi stessi e per le nostre famiglie. Invece di aspettare una cura, prendiamo il controllo della nostra salute.

 

 

 


Fonte: Dr. James Proodian DC/CCSP/CSCS in App.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.