Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esperti dicono che i malati di Alzheimer ricordano e trovano conforto nelle pratiche religiose

L'ultimo giorno di Glenn Waxler in chiesa è stato felice. Era il 2004, è morto il 3 marzo e aveva avuto la diagnosi di Alzheimer molti anni prima.

Andare in chiesa, da allora, era un fatto raro per lui. Nella maggior parte dei giorni, capiva solo una parte di quello che gli stava succedendo intorno.

Ma in quel giorno alla chiesa metodista dell'Università United di East Lansing (sua moglie, Gwen, non ricordava l'occasione speciale che aveva dato loro un motivo per fare il viaggio) qualcosa sembrava toccarlo. "Era consapevole di dove si trovava e apprezzava la musica e le letture bibliche", ha detto Gwen Waxler. "Era molto calmo e molto tranquillo."

Anche nelle fasi più avanzate, l'Alzheimer e le altre forme di demenza non spengono necessariamente la vita spirituale di coloro che ne sono afflitti, secondo molti che assistono gli anziani. In effetti, gli inni e le preghiere familiari ripetuti spesso, possono essere un modo efficace per riaccendere i ricordi e toccare quelli la cui connessione con il mondo intorno è diventata tenue.

Il reverendo Deborah Johnson, che amministra il culto alla casa di cura Burcham Hills e all'Hospice House del Mid-Michigan, ha detto che chiede sempre più di recitare il Padre Nostro, "perché anche le persone con ridotta capacità cognitiva si ricordano quelle parole". Anche quando gli individui ricordano poco più che la melodia di un inno familiare, dice, "hai il senso che, internamente, stanno ancora adorando, e capiscono perchè viene fatto".

Margaret Jones, cappellano e coordinatrice delle funzioni con Visiting Nurse Services del Michigan Hospice e professore emerito di neuropatologia alla Michigan State University, ha incorporato nel suo lavoro la ricerca su come i rituali religiosi possono influenzare i pazienti con Alzheimer e altri tipi di demenza. I risultati, ha detto, sono impressionanti. I pazienti hanno risposto. I riti familiari e i simboli religiosi sembrano dar loro una qualche misura di pace. "I pazienti che sono in grado di ripetere alcune delle preghiere tipiche della propria fede religiosa sembrano essere contenti di essere in grado di farlo", ha detto, "e ricavare la stessa consolazione che ne avevano sempre avuto".

Rabbi Cary Kozberg, presidente della American Society on Aging's Forum on Religion, Spirituality and Aging, è andato oltre. Le persone con demenza, ha detto, "a volte possono essere le persone più spirituali, perché non c'è più il filtro cognitivo. Purtroppo, ci sono persone che credono che le persone con demenza non abbiano bisogni spirituali, perché non li possono più esplicitare".

 


Matthew Miller

Scritto da Matthew Miller
Pubblicato su Lansing State Journal il 9 febbraio 2011
Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo.


Notizie da non perdere

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)