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Studio mostra che un quarto dei caregiver di demenza pensano, o hanno pensato, al suicidio

Il grave impatto sociale della demenza è stato evidenziato in uno studio australiano pilota, il quale suggerisce che più di un quarto dei caregiver di pazienti affetti da demenza hanno contemplato il suicidio.


I ricercatori della Griffith University (Australia) hanno esaminato 120 caregiver familiari in tutta l'Australia e gli Stati Uniti e hanno scoperto che il 26% di loro aveva pensato al suicidio nel corso dell'anno precedente.


Di questi, il 30% ritiene che potrebbe tentare il suicidio in futuro.


La caregiver di demenza veterana Meg Pickup (foto), che si è presa cura a tempo pieno della madre Mary per cinque anni, fino a quando è stata trasferita in una casa di cura, ha detto che non è sorpresa dei risultati del rapporto.


Dice Meg:

"Ho visto la frustrazione che stanno vivendo alcuni dei caregiver che conosco, quindi non mi sorprende affatto che alcuni abbiano pensato a questo tipo di risposta. In realtà è una posizione piuttosto esigente per un essere umano.


"La mia posizione è diversa da tutti gli altri caregiver che conosco ... Io mi sto prendendo cura di mia madre, mentre tutti gli altri caregiver si prendono cura del coniuge. Qui succede che dopo essere stati sposati con qualcuno per 40 anni arriva il tempo di entrare nel tempo della bella vita del pensionamento, e non accade.


"La persona è fisicamente lì, ma la sua personalità cambia e scompare la capacità di comunicare con quella persona. Si perde l'anima gemella e tutto quello che si ritrovano è una conchiglia vuota.


"Diventa il badante di qualcuno che è semplicemente una presenza fisica. Semplicemente muore tutto l'impegno (reciproco) che comporta avere una relazione d'amore".


Meg ha detto che i caregiver che si prendono cura del coniuge spesso hanno a che fare con i propri problemi di salute, perché stavano entrando vecchiaia.


"Devono prendersi cura della propria salute e anche questo può essere molto impegnativo. Se il caregiver non sta bene, allora l'intera relazione crolla", ha detto. "Allora si può iniziare a capire perché accadono queste cose. La cosa più difficile è assistere al cambiamento della persona e sapere che si sta perdendo quella persona".


Meg ha detto che le conclusioni dello studio, pubblicato sulla rivista Ageing and Mental Health, più che giustificano una recente campagna nella regione Northern Rivers per mantenere il finanziamento federale ai servizi di assistenza domiciliare alla demenza.


All'approssimarsi della fine della campagna, il primo ministro dello stato che comprende tale regione ha assicurato un finanziamento al programma «Dementia Outreach» per consentire di tenerlo in vita per almeno altri due anni.

 

 

 


Fonte: Hamish Broome in Northern Star (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Siobhan T. O'Dwyer, Wendy Moyle, Melanie Zimmer-Gembeck & Diego De Leo. Suicidal ideation in family carers of people with dementia. Aging & Mental Health, Published online: 10 Jul 2015, DOI: 10.1080/13607863.2015.1063109

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 


 

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