Con la pletora di ricerche e studi pubblicati sulle cellule staminali negli ultimi dieci anni, molti direbbero che la definizione delle cellule staminali è ben consolidata e concordata.
Tuttavia, un nuovo articolo di revisione, apparso nel numero di luglio 2014 di The FASEB Journal, suggerisce che gli scienziati hanno solo scalfito la superficie nel capire la natura, la fisiologia e la posizione di queste cellule.
In particolare, il rapporto suggerisce che le cellule staminali embrionali e quelle pluripotenti indotte possono non essere l'unica fonte da cui possono svilupparsi i tre strati germinali del corpo umano (nervi, fegato o cuore, e vasi sanguigni).
L'articolo di revisione suggerisce che le cellule staminali pluripotenti adulte si trovano in tutto il corpo e sono in grado di diventare qualsiasi tessuto, purché queste cellule ricevano le istruzioni giuste.
"Questo studio evidenzia il doppio ruolo delle cellule staminali, sia nella rigenerazione che nella crescita tumorale, mostrando le due facce della stessa medaglia: le cellule staminali nel cancro e nella medicina rigenerativa", ha dichiarato Eckhard Alt, MD, PhD, autore principale dell'articolo, del «Center for Stem Cell and Developmental Biology» al «MD Anderson Cancer Center» dell'Università del Texas di Houston. "Il nostro lavoro fornisce una comprensione nuova su come e perché la natura ci ha fornito un tipo universale di cellule staminali, che è uquamente distribuito in tutto il corpo, in ogni organo e ogni tessuto. Piccole cellule staminali pluripotenti premature sono localizzate ubiquitariamente dentro e intorno ai vasi sanguigni di tutto il corpo e costituiscono un esercito di riserva per la rigenerazione".
Nella loro revisione, Alt e colleghi suggeriscono che le piccole cellule staminali pluripotenti premature sono in grado di sostituire qualsiasi tipo di tessuto del corpo - indipendentemente da che parte dell'organismo provengono - purchè queste cellule ricevano le istruzioni corrette. Quando i ricercatori estraggono queste cellule dal tessuto grasso, le concentrano e poi le iniettano nel tessuto malato o ferito, ottengono esiti positivi per malattie come l'insufficienza cardiaca, l'artrosi, le ferite che non guariscono, i difetti dei tessuti molli, i muscoli, le ossa e le lesioni tendinee e le malattie neurodegenerative.
La revisione spiega inoltre come questo sia sostanzialmente lo stesso processo che avviene nei tumori, tranne che invece di guarigione o rigenerazione tissutale, le cellule lavorano per costruire un tumore. Capire e manipolare meglio come queste cellule comunicano non solo aprirà la strada a nuove terapie per guarire le lesioni (insufficienza cardiaca, ferite, ecc), ma consentirà ai ricercatori di fermare molti tumori prima che diventino pericolosi per la vita.
"Questo articolo suggerisce che il lungo lavoro sulla ricerca del cancro e delle cellule progenitrici sta finalmente arrivando al punto decisivo", ha detto Gerald Weissmann, MD, Editor-in-Chief di The FASEB Journal. "Con lo stringersi e il chiarirsi dell'intersezione tra cancro e ricerca sulle cellule staminali, tutti i trattamenti medici di oggi inizieranno a sembrare grezzi come la medicina di due secoli fa".
Fonte: Federation of American Societies for Experimental Biology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: M. Ilmer, J. Vykoukal, A. Recio Boiles, M. Coleman, E. Alt. Two sides of the same coin: stem cells in cancer and regenerative medicine. The FASEB Journal, 2014; 28 (7): 2748 DOI: 10.1096/fj.13-244640
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