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Alzheimer: una malattia complessa

Medical illustration showing the plaques and tangles associated with Alzheimer's diseaseNon lo sappiamo con certezza, ma l'Alzheimer è probabilmente con noi da migliaia di anni. Ci sono riferimenti nell'antica letteratura greca e romana che descrivono disturbi molto simili alla demenza, che è stata ufficialmente identificata dalla comunità scientifica un po' più di cento anni fa.

Eppure eccoci qui nel 2012 senza disporre ancora di una cura o di trattamenti realmente efficaci per questa afflizione orribile.


I progressi sono stati lenti, in parte perché solo recentemente siamo diventati una popolazione che invecchia e spesso non cominciamo a fare qualcosa per un problema fino a quando non diventa davvero serio. L'età è ancora il fattore di rischio più significativo per lo sviluppo della malattia. Solo circa il 6 per cento delle persone tra i 65 e 74 anni sono vittime dell'Alzheimer, rispetto a quasi la metà delle persone di oltre 75 anni.


L'Alzheimer resta anche una malattia molto difficile per la ricerca. E' incredibilmente complessa. Detto questo, possiamo fare molto di più per trovare una cura o anche trattamenti efficaci per questa malattia. La ricerca costa e la ricerca sull'Alzheimer è circa l'8 per cento di quello che spendiamo per le ricerche connesse al cancro e circa il 12 per cento di quello che spendiamo per la ricerca sulle malattie cardiache. Secondo l'Alzheimer's Association, i morti per malattie cardiache sono diminuiti del 13 per cento tra il 2000 e il 2008, mentre i decessi dovuti all'Alzheimer sono aumentati del 66 per cento.


Anche se i progressi sono lenti, ne sono stati compiuti. La FDA ha approvato quattro trattamenti farmacologici per l'Alzheimer tra il 1996 e il 2003. Sfortunatamente, l'uso di questi farmaci è fortemente limitato da effetti collaterali significativi e dal periodo relativamente breve di efficacia. I trattamenti raramente hanno un impatto duraturo oltre l'anno. La ricerca in corso ha portato a trattamenti più efficaci per alcuni dei sintomi della malattia, rispetto alla malattia stessa. Alcune vittime di Alzheimer presentano sintomi di ansia e depressione, così come sintomi psicotici come le allucinazioni. Trattare questi sintomi può non avere un impatto sull'Alzheimer stesso, ma può contribuire a rendere la vita più tollerabile per le vittime e le loro famiglie.


La ricerca ha anche eliminato alcuni fattori che una volta si pensava causassero la malattia. Per esempio, non si legge più molto circa l'impatto delle pentole di alluminio. Le teorie che promuovono l'efficacia del Ginkgo biloba come trattamento per l'Alzheimer possono finalmente essere messe a riposo.


Uno dei risultati positivi della ricerca è che ora siamo in grado di diagnosticare la malattia nelle fasi iniziali. Questo potrebbe non sembrare un gran vantaggio in quanto non abbiamo una cura, ma una diagnosi precoce può significare che i trattamenti che oggi usiamo potrebbero essere più efficaci e lavorare realmente per periodi di tempo più lunghi in alcuni casi. Inoltre, alcune vittime possono essere in grado di ottimizzare gli anni buoni che sono loro lasciati, come non era possibile prima.


Il 20 ottobre, il capitolo di Evansville (Greater Kentucky e Southern Indiana) dell'Alzheimer's Association organizzerà la sua camminata annuale per la memoria. Lo scopo è raccogliere fondi per sostenere i molti programmi che offre per le vittime della malattia e le loro famiglie, così come per il sostegno della ricerca. Entro il 2050 l'incidenza di nuovi casi di Alzheimer negli Stati Uniti sarà più del doppio di quello che è ora. Ciò significa un nuovo caso ogni 33 secondi. Aiutare queste persone e le loro famiglie richiederà molti più finanziamenti per la ricerca.

 

 

 

 

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Hanns PieperScritto da Hanns Pieper, professore emerito di sociologia e gerontologia all'Università di Evansville.

Pubblicato
in Evansville Courier & Press il 7 ottobre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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