Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Bilinguismo rallenta l'invecchiamento del cervello e può prevenire l'Alzheimer

bilingual cartoon

Gli umani sono organizzati in circa 200 nazioni, ma esistono circa 6.000 lingue. Sembra quindi ovvio che il bilinguismo è molto più comune di quanto molti di noi potrebbero supporre. Questo è un fatto sempre più visibile che sembra minare il modello predominante 'uno stato, una lingua', una conseguenza dell'unificazione delle regioni e delle culture precedentemente distinte in nazioni più grandi.


Poiché le prospettive su questo argomento hanno iniziato a cambiare, negli ultimi decenni è stato studiato il bilinguismo per i suoi effetti sullo sviluppo cognitivo e linguistico. La questione se il bilinguismo possa proteggere dall'Alzheimer è alla ribalta da tempo, e anche oggi la misura in cui potrebbe essere efficace nella lotta al declino cognitivo è un argomento di dibattito.

 

La complessa relazione tra invecchiamento e bilinguismo

Questo non è un problema semplice da affrontare, dato che si occupa di due condizioni che, in sé, sono già molto complesse da indagare separatamente, ancor più se combinate. Quando si fa ricerca sia sul bilinguismo che sull'invecchiamento ci sono molte variabili emotive, cognitive, linguistiche e sociali da tenere in considerazione. Ciò significa che i risultati della ricerca in un contesto possono non essere validi per tutte le popolazioni.


Inoltre, non esiste una singola forma di bilinguismo. A seconda di quando viene appresa una lingua, distinguiamo tra due forme: bilinguismo precoce (o simultaneo) che viene acquisito nella prima infanzia, e bilinguismo successivo, quando la seconda lingua viene introdotta più avanti nella vita.


La ricerca sul bilinguismo precoce, fino all'età di circa 4-6 anni, si concentra sull'impatto strutturale e permanente che ha sul cervello in sviluppo la gestione di più di una lingua. In questi primi anni (il 'periodo critico') il cervello scarta ('pota') un numero enorme di neuroni. Ciò accade insieme alla formazione di un numero enorme di nuovi connessioni e circuiti. Tra molti altri cambiamenti, si categorizzano i contrasti fonologici, la capacità di distinguere suoni diversi. I suoni non praticati sono omessi da questo processo, rendendoli molto difficili da imparare in seguito.


Gli studi sul bilinguismo successivo guardano a diversi periodi di acquisizione. In particolare, ci sono tre fasi distinte: prima dei 12-15 anni, da 16 a 30 e da 31 a 60. C'è anche una vasta gamma di abilità da tenere in conto: essere bilingue con un vocabolario di base di 6.000 parole è totalmente diverso dal padroneggiare 60.000 concetti-parole in due lingue con errori minimi.

 

Comprendere e parlare una lingua non sono la stessa cosa

Gli errori possono fornire una strada di studio particolarmente interessante. Normalmente, gli errori nella produzione di linguaggio (parlare e scrivere) sono più frequenti ed evidenti di quelli nella lettura o nell'ascolto, in cui la loro presenza è sorprendentemente minima. Questo perché il processo di produzione di una lingua scritta o parlata è più complesso: comporta scegliere, identificare, ordinare, valutare e completare ciò che viene detto.


La comprensione, d'altra parte, è linguisticamente più semplice, in quanto implica il riconoscimento del materiale che è già stato appreso. Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che inferire il significato implicito (ciò che non si dice) è la chiave per una buona comprensione e ciò richiede un ulteriore sforzo mentale.


La ricerca su questo lavoro di significato inferito ha scoperto che le persone bilingue hanno migliori capacità cognitive. Essere bilingue implica gestire una gamma più ampia di opzioni in termini di lingua e cultura, essere in grado di dirigere l'attenzione, gestire una mappa mentale e così via. A seconda della capacità e dell'esperienza, entrambe possono esigere e fornire maggiori risorse cognitive.


Se aggiungiamo la complessità della retorica o del contesto - che potrebbe essere sociale, narrativo o professionale - e i molteplici strati di emozione a cui il linguaggio può accedere, è facile capire perché una buona traduzione è un compito così complesso.

 

Scoperte recenti sul bilinguismo e sul declino cognitivo

Lo studio DELCODE recentemente pubblicato, che ha confrontato 746 partecipanti dei gruppi di età suddetti, offre alcune eccellenti informazioni sulla relazione tra bilinguismo e invecchiamento. Le sue scoperte mostrano chiaramente quanto è benefico il bilinguismo (sia simultaneo che successivo) che viene utilizzato su base giornaliera, in contesti simili di uso.


In particolare, lo studio ha scoperto che il bilinguismo successivo - ma non oltre i 60 anni - ha un impatto sul mantenimento delle funzioni cognitive, in particolare in relazione all'apprendimento, alla memoria generale, alla memoria di lavoro, alle funzioni esecutive e alla competenza linguistica. A livello strutturale, le persone bilingue hanno un volume maggiore di materia grigia rispetto alle persone monolingue. Questo è vero sia per i bilingui più giovani che di mezza età.


In sintesi, sebbene il bilinguismo sia presente in una serie di situazioni diverse, con sfumature per ciascun individuo, ci sono prove chiare che provoca cambiamenti strutturali benefici e di lunga durata nel cervello. Inoltre, in una popolazione media, il bilinguismo successivo non solo consente una maggiore ampiezza comunicativa e culturale, ma migliora anche permanentemente le capacità cognitive.


Come conseguenza di ciò, possiamo quindi dire chiaramente che il bilinguismo protegge dal declino cognitivo.

 

 

 


Fonte: Miquel Serra Raventós, professore di psicologia cognitiva, Università di Barcellona

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.