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La cannella ha un ruolo nell'abbassare il rischio di Alzheimer?

Cinnamomum verum spices

La cannella è piena di antiossidanti e ha dimostrato di aiutare nell'infiammazione nel corpo, riduce il rischio di malattie cardiache, combatte le infezioni batteriche e fungine, tratta la digestione e può persino abbassare la glicemia.


Nel 2013, scienziati dell'Università della California di Santa Barbara hanno riferito i risultati degli studi sul possibile uso della cannella per prevenire il morbo di Alzheimer (MA). I ricercatori hanno concluso che i due composti presenti nella cannella (cinnamaldeide ed epicatechina) hanno evidenziato alcuni risultati promettenti nel prevenire lo sviluppo dei 'grovigli' filamentosi contenuti nelle cellule cerebrali, che caratterizzano la malattia.


Nel MA, all'interno di cellule morenti, si forma una proteina composta da fibre contorte (grovigli) chiamata tau. Nelle aree cerebrali sane, la tau aiuta a mantenere il trasporto da una cellula all'altra, ma nelle aree del cervello dove si formano i grovigli, i fili contorti rompono questo sistema di trasporto. I nutrienti e altre sostanze essenziali non possono più muoversi nelle cellule, che alla fine muoiono, portando al MA.


Il tessuto cerebrale nelle persone con MA è esposto allo stress ossidativo. Gli scienziati hanno studiato i composti contenuti nella cannella e hanno scoperto che impedivano la formazione dei nodi di tau, proteggendo la tau dallo stress ossidativo. I composti in cannella tendevano a proteggere la proteina tau legando i residui di cisteina (amminoacidi), che possono garantire il corretto funzionamento della proteina. La cannella ostacolava anche l'accumulo di proteina tau nel cervello.


In altre parole, la cannella è un potente antiossidante che aiuta a neutralizzare i processi cellulari tossici e previene l'ossidazione nel cervello.


Serve altra ricerca sull'uso della cannella e i suoi effetti sul rischio e la prevenzione del MA. La maggior parte degli esperimenti sono stati condotti su cellule coltivate ​​in laboratorio, quindi non è chiaro se gli stessi effetti si realizzano negli animali o nelle persone o se c'è un qualsiasi impatto sulla funzione delle cellule cerebrali.


In più, i livelli di cannella che una persona dovrebbe ingerire per replicare i risultati di molti degli esperimenti, sarebbero tossici.


Ma non fa male incorporare la cannella in un piano di dieta complessivo, per i suoi numerosi benefici sulla salute. Aggiungere cannella al caffè o tè o spruzzarla sul pane tostato, sui cereali o sulla farina d'avena e scuoterla sulla frutta cruda o cotta al forno, sono solo alcuni modi di inglobarla nel piano di nutrizione giornaliero.


La cannella può anche essere presa come integratore, in forma di capsule (ne sono raccomandate due da 500 mg al giorno).

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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