Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come aiutare una persona con demenza a uscire dall'isolamento del blocco

I blocchi durati mesi in alcuni stati hanno visto restrizioni rigide ai visitatori delle case di cura. Quindi, con l'allentamento dei blocchi, e se sei vaccinato, potresti pianificare una felice riunione con il tuo amico o familiare.


Se il tuo caro ha la demenza, potresti chiederti se i suoi sintomi sono peggiorati durante il blocco, o se ricorda chi sei. Ecco di cosa essere attento nella tua prima visita dopo la fine del blocco, e come supportare il tuo caro dopo.

 

Aspettati un declino

Il blocco può comportare il declino delle persone con demenza, in particolare quelle che vivono nelle case di riposo.

Una ricerca sui blocchi del 2020 ha mostrato che le persone con demenza avevano più problemi a pensare e a risolvere problemi. Comportamento e umore sono peggiorati. Alcuni studi hanno mostrato che le persone erano meno in grado di fare le cose in casa o di prendersi cura di se stessi.


Mantenere attive mentalmente, fisicamente e socialmente le persone con demenza le aiuta a conservare cervello e pensiero. Ma nel blocco, quando le persone con demenza sono state meno attive, hanno esercitato meno cervello e corpo.


Il blocco non solo implica un divieto di visite nelle case di cura, ma una stimolazione limitata dalle attività di gruppo, come concerti, visite da scuole e gite in bus. Durante il blocco, i residenti della casa di riposo (più della metà hanno la demenza) peggiorano anche in termini di pensiero e benessere.


I residenti a volte non capivano perché non potevano muoversi liberamente nella struttura, e perché i loro cari avevano smesso di andarli a trovare. Ciò ha portato ad aumenti di comportamenti difficili, come l'agitazione. Dopo l'inizio dei blocchi, c'è stato un aumento delle prescrizioni di farmaci psicotropi, segnalato a livello internazionale. Questi farmaci sono usati nelle case di riposo per gestire comportamenti come aggressività e agitazione.

 

La prima visita può essere difficile

Alcune famiglie potrebbero essere preoccupate per la loro prima visita dopo diversi mesi a una persona con demenza. Potrebbero essere preoccupate che il loro caro sia peggiorato, o spaventato, che non le riconoscerà.


Ma può aiutare pensare alle visite come stimolazione mentale e connessione umana davvero importante per il tuo caro, anche se le visite potrebbero essere emotivamente difficili. Presentati: "Ciao papà, sono Ali", se sembra che il tuo caro non riesca a individuare chi sei o il tuo nome.


Leggi le sue reazioni verso di te. Se ha bisogno di tempo per diventare meno freddo con te (che potrebbe essere deludente se sei parente stretto), parla con qualcun altro che è lì. La persona potrebbe godere della tua compagnia anche se all'inizio non partecipa attivamente alla conversazione.


Quindi invitala a partecipare alla conversazione chiedendo la sua opinione: "Come sta andando il cane?" o "Non vedo l'ora di andare dal parrucchiere, e tu?". Prepara un'attività da fare insieme in base ai suoi interessi. Potresti camminare in giardino, sfogliare una rivista su un argomento di interesse generale, cantare insieme motivi preferiti.


Se è un incontro rumoroso, trova un posto tranquillo per una conversazione solo con lei, poiché la persona potrebbe avere difficoltà a concentrarsi quando ci sono diversi individui che parlano contemporaneamente.

 

Falle sapere quando tornerai

A causa della lunga separazione, il tuo caro potrebbe essere abbastanza emotivo o asfissiante quando te ne stai andando. Digli quando tornerai di nuovo. Puoi scriverlo nel suo calendario o su un foglietto. Puoi anche dirlo al personale di assistenza in modo che possa ricordarglielo.


Puoi anche lasciare un promemoria visivo della tua visita, come un biglietto da visita o una fotografia, o alcuni fiori con una nota. Se possibile, torna alla routine di visite.

 

Se noti un declino

Le famiglie hanno maggiori probabilità di notare cambiamenti piccoli o marcati nelle abilità dei propri cari, se non li hanno visti per diversi mesi. Ciò potrebbe significare notare i primi segni di demenza o di peggioramento dei sintomi se c'è già la diagnosi.


Quindi questa può essere una conversazione delicata con la persona cara. Molte persone possono essere sulla difensiva o negare i cambiamenti, addebitarli alla 'vecchiaia' e avere paura di avere la demenza. Potrebbe essere necessario parlarne più volte per indurle a vedere il dottore. Chiedi consigli all'Associazione Alzheimer locale, all'assistente sociale del comune o a un professionista sanitario o di salute mentale.

 

A lungo termine, considera la riabilitazione

La riabilitazione aiuta le persone con demenza. Quindi vale la pena cercare quali servizi di supporto sarebbero utili al tuo caro.


Uno psicologo può aiutare con le strategie per gestire la memoria e il pensiero, un terapeuta professionale può aiutare con le cose quotidiane in giro per la casa, un fisiologo di esercizio o un fisioterapista può aiutare con la mobilità, e un logopedista può aiutare nella comunicazione.


I caregiver familiari possono parlare con lo specialista di demenza del loro caro, o chiedere al medico di famiglia di prescrivere alcune sessioni di riabilitazione sovvenzionate.

 

Se non sei il caregiver principale

Se non sei il caregiver familiare primario, assicurati che la persona abbia qualche supporto. Chiedi come si sente e quale aiuto puoi dare.


Durante il blocco i caregiver hanno aiutato di più le persone con demenza che vivevano in comunità (non istituzionalizzate). Questo perché c'era una carenza di servizi, e perché le persone con demenza avevano bisogno di aiuto per rispettare le restrizioni.


Offri di passare un po' di tempo con la persona con demenza in modo che il caregiver possa fare una pausa. Oppure porta il caregiver fuori per pranzare e passare del tempo a socializzare, ora che le restrizioni sono allentate.

 

 

 


Fonte: Lee-Fay Low, prof.ssa di invecchiamento e salute, Università di Sydney

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.