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Per il 2050 'ci saranno più di 106 milioni di persone con Alzheimer nel mondo'

Alzheimer s disease will become a public health crisis by 2050Proiezione dei malati di Alzheimer nel mondo dal 2015 al 2050, divisi tra stadi iniziali (azzurro) e stadi avanzati (arancio). Fonte: University of California Los Angeles

Degli esperti hanno messo in guardia che entro il 2050 più di 100 milioni di persone in tutto il mondo staranno lottando con l'Alzheimer. Negli ultimi 10 anni, il numero di adulti che vivono con la malattia è passato da quasi 26 milioni a oltre 36 milioni. Ma nei prossimi 34 anni, quel numero è destinato a salire, fino a raggiungere i 106 milioni.


L'esplosione dei pazienti dipende dall'invecchiamento della popolazione, e dal fatto che la maggior parte dei malati ricevono la diagnosi dopo i 65 anni, secondo gli esperti dei National Institutes of Health.


Esperti della University of California di Los Angeles hanno avvertito che presto diventerà una vera e propria «crisi di salute pubblica». Il numero di over-65 negli Stati Uniti era di 40 milioni nel censimento del 2010, ma la cifra dovrebbe quasi raddoppiare fino a 71 milioni entro il 2030; e nel 2060 raggiungerà i 98 milioni.


Il dottor Ron Brookmeyer, professore di biostatistica dell'UCLA, ha detto: "Si tratta di una lunga malattia. Una volta che è diagnosticata, si potrebbe vivere per 10 o più anni, e l'intensità di assistenza richiesta varia in quel periodo. Da un punto di vista sanitario, è importante capire dove saranno le persone nelle diverse fasi della malattia e quali esigenze ci troveremo di fronte come società".


Il Dr Brookmeyer ha iniziato a studiare la potenziale epidemia di Alzheimer quasi 20 anni fa. A quel tempo, ha scritto un articolo prevedendo che la prevalenza dell'Alzheimer negli Stati Uniti a metà di questo secolo sarebbe di un malato ogni 45 persone. Anche uno studio del 2007 aveva previsto che una persona ogni 85 avrà la malattia entro il 2050. Quasi la metà di queste persone richiederà un livello di cura equivalente a quello di una casa di cura, ha detto.


Il Dr Brookmeyer ha iniziato a sviluppare modelli statistici per fare previsioni sulle epidemie alla fine del 1980 durante la crisi di HIV / AIDS. Dopo di ciò, ha rivolto la sua attenzione al trattamento dell'Alzheimer. Egli ha detto:"Ovviamente non è un'epidemia trasmissibile come quelle che avevo esaminato ma, con l'invecchiamento della popolazione, era chiaro che i numeri stavano per esplodere".


Lo scienziato e i suoi colleghi hanno condotto una revisione sistematica degli studi di Alzheimer. Il team ha scoperto che il tasso di diagnosi di questa malattia raddoppia ogni cinque anni nelle popolazioni anziane. La probabilità di una diagnosi a 77 anni è di circa l'uno per cento, per esempio. Eppure a 82 anni è il due per cento, e a 87 anni è del quattro per cento. E il tasso di crescita è coerente in tutto il mondo.


Ma gli scienziati riconoscono che ci possono essere futuri progressi nella prevenzione e nel trattamento dell'Alzheimer. Il Dott Brookmeyer ha detto: "E se potessimo ritardare l'insorgenza della malattia di qualche anno? In una popolazione che invecchia, anche modesti progressi potrebbero dare grandi risultati sulla salute pubblica".
Gli scienziati hanno scoperto, per esempio, che ritardando l'insorgenza media della malattia di un anno si potrebbe ridurre il numero di casi proiettati in tutto il mondo di 9 milioni entro il 2050.

[...]

Nonostante il 'quadro desolante' delle proiezioni, lo scienziato nota che i recenti sviluppi nel settore lasciano spazio all'ottimismo. Ci sono stati progressi significativi in ​​termini di intuizioni sul modo in cui si sviluppa la malattia, terapie farmacologiche e studi su come affrontare meglio l'accumulo di proteine beta-amiloide per rallentare l'insorgenza e la progressione della malattia.


Il Dott Brookmeyer ha detto:

"Il previsto aumento dei casi di Alzheimer rappresenta un problema enorme di salute pubblica, quando si pensa ai costi associati alla cura di una persona con la malattia, insieme con il carico emotivo per i familiari.

"Eppure i finanziamenti per gli studi di Alzheimer rappresentano una parte relativamente piccola del bilancio complessivo della ricerca federale.

"Con una migliore comprensione e con gli strumenti che abbiamo ora, i tempi sono maturi per un investimento nel settore della ricerca, che ci aiuteranno a risolvere questa grave minaccia per la salute pubblica".

 

 

 


Fonte: Lisa Ryan in Dailymail.com (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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